L'Editoriale

Un pensiero strategico

Austerity is class war - Question austerity - Smash austerity - Sequester this

Vorrei proporre quello che è importante, proprio in questo momento, per gli attuali leader politici progressisti, [cioè] rivendicare le posizioni a supporto della spesa [pubblica] sovrana diretta per produrre beni pubblici. Se [proprio] devono, possono chiamarla “spesa a deficit”. Ciò che è importante è che prendano una posizione decisa, proponendo e sostenendo programmi di spesa a livello federale per risolvere gli specifici problemi che gli Americani stanno affrontando.

Se questo non accade, si corre davvero il rischio che il governo di destra dell’amministrazione Trump appena insediato, proporrà per primo di aumentare la “spesa a deficit”. Se questo dovesse verificarsi, la causa progressista si troverebbe ad affrontare un serio dilemma: opporsi a Trump – denunciando i pericoli [derivanti] dall’aumento del debito pubblico! – o salire sul “treno della spesa”, come un bagaglio più o meno superfluo, e guardarlo farsi strada, mentre fuma e fischia nel cuore dell’America?

Do questo suggerimento perché sembra abbastanza assodato che – negli ultimi otto anni – l’insistenza dei conservatori sull’austerità fiscale e sulla riduzione del debito federale sia stata guidata soprattutto da una strategia politica volta ad impedire all’amministrazione Obama di portare a termine alcunché di sostanziale che potesse ingraziarla agli elettori. Il fatto che Obama stesso abbia favorito e sia stato complice del sostanziale successo di questa strategia – concordando pubblicamente [con il fatto] che il “debito” USA fosse insostenibile ed imbarcandosi in negoziati di alto profilo per tenere sotto controllo il “deficit federale” – sta alla base dell’enorme pericolo che la causa progressista americana affronta oggi.

Con l’odierna dipartita di Obama (e l’eredità di Clinton che promuove il suo “surplus” di bilancio), per i progressisti esiste l’opportunità di ribaltare efficacemente l’errore politico. Ma non c’è molto tempo. Anche se la posizione a favore dell’austerità fiscale fosse uno stratagemma politico, è ancora molto presente nel pensiero e nella retorica dei Repubblicani alla Casa Bianca ed al Senato. Se i progressisti si espongono per primi e in modo tempestivo – prima che Trump abbia l’opportunità di ridefinire la loro alleanza – i politici del Tea-Party, che hanno costruito la loro reputazione rifiutando di innalzare il tetto del debito federale, non avranno altra scelta se non quella, ancora una volta, di denunciare con vigore e di denigrare le proposte di spesa. Se questo accadrà, sarà molto più difficile per Trump scatenare l’arma segreta di ogni governo autoritario e populista del mondo: erogare pagamenti diretti in contanti, stipendi e sussidi agli elettori disoccupati e sottoccupati – trasformandoli in sostenitori energicamente leali (il che è precisamente quanto sta accadendo oggi in Polonia).

Sono ben consapevole del fatto che i leader e i legislatori progressisti odierni detestano la possibilità di essere denigrati e stroncati (e ridicolizzati) dai conservatori fiscali per [il fatto di] proporre un irresponsabile “aumento del deficit federale e del debito nazionale”, causando probabilmente un'”inflazione fuori controllo e una catastrofe economica” – di essere sfidati a spiegare in che modo riscuoteranno abbastanza tasse per finanziare tutto, ecc. Il problema – e questo è il punto centrale – è che questi leader progressisti non si trovano nella posizione di rovesciare la frittata: [e cioè di poter] muovere le stesse accuse ai conservatori della destra se questi scegliessero di giocare per primi la carta della spesa. E penso che non vi possa essere [alcun] dubbio, a meno che non siano strategicamente tagliati fuori, che se la giocheranno. In quale altro modo il nuovo governo può sperare di evitare l’altrimenti inevitabile delusione dei “populisti Trumpiani” quando scopriranno che tagliare le tasse ai ricchi – e mettere al potere le multinazionali allo scopo di aumentarne i profitti – non ha assolutamente alcuna conseguenza su di loro?

Sarebbe meglio, ovviamente, se i leader progressisti gettassero la maschera e proponessero l’emissione diretta di moneta fiat sovrana al fine di pagare i cittadini americani per costruire e fare cose utili. Capisco che sia chiedere troppo. Potrebbe ben essere, comunque, che questa sia la migliore opportunità che ci possa mai essere per qualche coraggioso, intelligente leader progressista per esporsi e proporre di cominciare ad usare in modo opportuno la moneta che di fatto abbiamo – i miliardi di dollari di moneta sovrana fiat sotto controllo democratico che il nostro governo emette ogni giorno – per monetizzare gli sforzi a scopo di lucro delle imprese americane. Senza dubbio, lui o lei sarà denigrato e deriso come un Arlecchino. Ma forse la cosa migliore è fare l’Arlecchino adesso e lasciare che la realtà della moneta moderna fiat inizi a trapelare nella consapevolezza dell’America facendo in modo, al tempo stesso, che gli “isterioti” [1] fiscali del Tea Party urlino all’orecchio di Donald Trump.

 

Note del Traduttore

1.^ Isterioti: contrazione denigratoria di isterici ed idioti

 

Originale pubblicato il 21 dicembre 2016

Traduzione a cura di Emma Pinizzotto, Supervisione di Andrea Sorrentino e Maria Consiglia Di Fonzo


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2 Commenti

  • Un piccolo appunto sulla traduzione: nel penultimo paragrafo questa parte

    Il problema – e questo è il punto centrale – è che questi leader progressisti non si trovano nella posizione di rovesciare la frittata: per muovere le stesse accuse ai conservatori della destra dovrebbero scegliere di giocare per primi la carta della spesa.

    (nell’originale “The problem is―and this is the central point―these progressive leaders are in no position to turn the tables: to make the same accusations to the right-wing conservatives should they choose to play the spending card first”) dovrebbe essere

    Il problema – e questo è il punto centrale – è che questi leader progressisti non si trovano nella posizione di rovesciare la frittata: [e cioe’] muovere le stesse accuse ai conservatori della destra nel caso in cui questi [ultimi] dovessero scegliere di giocare per primi la carta della spesa.

    (altrimenti sembrerebbe che siano i “leader progressisti” a dover “giocare per primi la carta della spesa”, cosa che non si accorda con il resto del paragrafo)

    • Ciao Carlo, effettivamente hai ragione, la tua osservazione è coerente con il resto dell’articolo. Abbiamo proceduto alla modifica del testo.
      Ti ringrazio a nome del gruppo traduttori e approfitto per dirti che, se sei disponibile a collaborare, sarebbe un piacere farci una chiacchierata.

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