L'Editoriale

Renzi vs Juncker: qual è il vero terreno dello scontro?

Renzi vs Juncker- qual è il vero terreno dello scontro

Sui media va in scena il braccio di ferro sulla flessibilità, ma la vera partita è un’altra

Sale la tensione tra l’Italia e l’Europa. Il nocciolo della questione è sempre lo stesso: l’utilizzo dei margini di flessibilità di bilancio richiesti dall’Italia ed osteggiati da Bruxelles. Com’è noto con la legge di stabilità 2016 il Governo ha deviato dal percorso di consolidamento dei conti pubblici ricorrendo alle clausole di flessibilità per le spese sugli investimenti, la sicurezza e le riforme. La Commissione Europea deve ancora pronunciarsi in merito, ma nel frattempo le misure sono diventate legge. Va quindi dato atto al Premier Renzi di, quanto meno, provare ad assumere un atteggiamento non totalmente supino a Bruxelles, il che va comunque apprezzato perché rappresenta una condotta difficilmente ravvisabile nel passato. Ma si sa che la Commissione Europea non gradisce neanche un accenno di atteggiamento critico verso il dogma e ha già espresso il suo disappunto alla legge di stabilità. L’escalation è proseguita con le recenti dichiarazioni di Juncker il quale, oltre a rimarcare che l’ultima parola spetta alla Commissione Europea, ha altresì accusato Renzi di aver rilasciato dichiarazioni offensive nei confronti della stessa Commissione.

Non sappiamo se sia vero scontro. Ci domandiamo cosa succederà se la Commissione Europea dovesse bocciare la legge di stabilità: il Governo varerà misure correttive o manterrà ferma la sua decisione di utilizzare più flessibilità di quanta l’Europa sia disposta a concederne? Il tempo ci aiuterà a capire meglio, ben sapendo che, a causa della struttura dell’Eurozona, le armi non convenzionali sono purtroppo ancora a disposizione di chi intende fare valere la forza contro un Governo nazionale non compiacente, al punto da addomesticarlo, come nel caso di Tsipras, o rimuoverlo, come accadde a Berlusconi nel 2011. Ed allora è facile prevedere che Renzi cederà perché non può combattere senza armi. Siamo convinti che il potenziale vero terreno di scontro non sia rappresentato dalla discussione circa l’utilizzo o meno degli attuali margini di flessibilità, comunque palesemente insufficienti a rilanciare con decisione crescita ed occupazione, bensì dalla struttura della zona euro concepita per annichilire la Democrazia e l’interesse generale. Ma Renzi ha sinora dimostrato nei fatti di non voler giocare la vera partita, consegnando di fatto il suo popolo alla mercé di tecnocrati letteralmente asserviti a poteri elitari ed internazionali, che utilizzano la dittatura finanziaria ed il mercantilismo come strumenti per comprimere il benessere generale, sacrificando rapidamente diritti sociali conquistati in decenni di battaglie.

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