Il Bollettino Economico MMT

Commento ai dati macroeconomici dell’Italia – Marzo 2021

Commento ai dati macroeconomici dell'Italia – Marzo 2021

Breve commento ai dati macroeconomici dell’Italia pubblicati dall’Istat.

Inflazione

Il tasso annuo di inflazione a marzo 2021 è pari allo 0,8%, in aumento rispetto allo 0,6% del mese precedente. È il dato sull’inflazione più alto da maggio 2019.

L’aumento è principalmente causato da un aumento dei prezzi dei prodotti energetici non regolamentati e dall’aumento del costo dei servizi relativi ai trasporti che hanno “rimbalzato” rispetto al decremento registrato nei mesi precedenti.

Su base mensile i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,3% dopo un aumento dello 0,1% a febbraio.

Infine è da osservare la continua discesa dello stesso indice per i prezzi dei generi alimentari. Questo andamento conferma il perdurare della stagnazione di domanda aggregata, ovvero della totale insufficienza degli stimoli di Stato per accrescere il potere d’acquisto dei cittadini, ovvero la produzione, ovvero l’occupazione.

Un’ulteriore conferma è offerta dai dati ISTAT riguardanti il reddito delle famiglie e la tassazione.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito dell’1,8% rispetto al trimestre precedente e i relativi consumi finali del 2,5%; il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito rispetto al trimestre precedente del 2,1%.

La pressione fiscale è stata pari al 52,0%, in crescita di 1,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente nonostante la riduzione delle entrate fiscali e contributive.

Disoccupazione

Dal 1° gennaio 2021 è stata avviata la nuova rilevazione sulle Forze di Lavoro che recepisce quanto stabilito dal Regolamento (UE) 2019/1700.

La differenza principale riguarda il conteggio degli occupati, da cui sono stati esclusi tutti quelli che sono assenti dal lavoro da più di tre mesi ad esclusione delle assenze per malattia, maternità, formazione, congedo parentale e part-time verticale e dei lavoratori stagionali impegnati nel periodo di chiusura in altre attività (per esempio manutenzione impianti).

L’adeguamento alle nuove modalità di conteggio ha comportato il ricalcolo dei dati delle serie storiche sull’occupazione. Dalle nuove serie storiche vediamo che Il tasso di disoccupazione in Italia è sceso al 10,2% nel febbraio 2021 dal 10,3% del mese precedente.

Se allarghiamo il periodo dei confronti all’anno notiamo che le ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione – registrate dall’inizio dell’emergenza sanitaria fino a gennaio 2021 – hanno determinato un crollo dell’occupazione rispetto a febbraio 2020 (-4,1%, pari a -945 mila unità).

La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti (-590 mila) e autonomi (-355 mila) e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione scende in un anno del 2,2%. Il tasso di disoccupazione giovanile arriva al 31,6% (-1,2 punti).

Deficit

Il disavanzo pubblico italiano è stato confermato a 155,6 miliardi di euro, ovvero il 9,5% del PIL, nel 2020. È stato il deficit più alto almeno dal 1995, ovvero da quando i governi neoliberisti italiani hanno perseguito le politiche di austerità previste dai trattati europei.

Considerando solo il quarto trimestre, il saldo di bilancio dell’Italia è oscillato a un deficit del 5,2% del PIL rispetto a un avanzo dell’1,9% nello stesso periodo del 2019 a causa di un aumento della spesa pubblica e di entrate inferiori legate alla pandemia.

L’elevato tasso di disoccupazione, in particolare quello giovanile, cresciuto nel corso dell’ultimo anno, indica in modo inequivocabile come la “potenza di fuoco” messa in campo dal Governo italiano sia stata del tutto insufficiente sia in ampiezza di deficit sia nella tipologia della spesa.


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