Il Commento

Amatrice. Governo tedesco dona ospedale, ma c’è bisogno di Stato

È trascorso un anno dal terremoto ad Amatrice. Nella situazione della cittadina laziale ci sono altri Comuni italiani ed è ormai una lunga lista. Il terremoto che ha colpito Ischia, non di pari entità del dramma del 2016 ma comunque ci ricorda cosa accade quando lo Stato è assente.

Dopo un anno, nulla fa sperare nella ripartenza di questi territori martoriati: macerie ancora da rimuovere dalle strade, poche case di legno consegnate, infrastrutture ancora da rimettere in piedi. Ad Amatrice, qualche giorno fa è stato aperto un nuovo centro commerciale che da solo però non serve a ridare fiducia e prospettiva al territorio.

Le politiche di austerità sono oggi la zavorra che tiene ancorata a terra il diritto dei cittadini a ripartire.

In questo contesto risulta tragicomica la notizia del protocollo d’intesa, firmato lo scorso 1 agosto,  per il finanziamento e la costruzione del nuovo ospedale di Amatrice andato distrutto dal terremoto . La Germania  donerà 6 milioni di euro (su 13,7 milioni) al fine di cofinanziare la costruzione della struttura ospedaliera. Il contributo tedesco sarà erogato in tre rate dal 2017 al 2019. Vasco Errani, allora Commissario per la ricostruzione del post-sisma e oggi dimissionario, aveva commentato così l’incontro del 1 agosto “Il contributo del governo tedesco è il segno di una grande attenzione, ed è destinato a dare prospettiva e futuro a questi territori. Solidarietà e amicizia insieme a un’idea di Europa tale per cui quando qualche paese ha bisogno gli altri paesi aiutano con determinazione e generosità

Il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti aveva aggiunto “un bellissimo segnale, del quale dobbiamo ringraziare la Cancelliera Angela Merkel”.

Rispetto al niente, si dirà, è meglio avere un aiuto, seppure dalla Germania. Rispetto a non avere un ospedale, qualcuno penserà, è meglio tenersi stretti i 6 milioni di euro anche se offerti da un governo che  ha imposto l’ideologia della riduzione del deficit e dell’intervento dello Stato nell’economia e nel sociale.

Il gesto del governo tedesco va però inquadrato proprio all’interno dell’ideologia liberista: solidarietà ma non il diritto ad avere uno Stato che riprogetta il futuro dei territori colpiti e per farlo spende. Spende quanto serve. È un gesto apprezzabile dare solidarietà, lo è meno se quel gesto si accompagna ad una delle forme di attacco più feroci alla democrazia: le politiche di austerità. Quel gesto si rivela per quello che è, una forma di pubblicità finalizzata a riabilitare, agli occhi del Sud Europa, l’immagine pubblica di Angela Merkel.

E Amatrice, come tanti altri Comuni, dopo un anno resta schiacciata ad un eterno presente senza prospettiva.


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