Il Bollettino Economico MMT

Piccoli risparmiatori, piccoli investitori, piccoli crack

Piccoli risparmiatori, piccoli investitori, piccoli crack

Il meccanismo del bail-in bancario applicato sulle banche Marche, Popolare, Etruria e Lazio è un brusco richiamo alla realtà. I detentori di obbligazioni e gli azionisti bancari avrebbero voluto essere “piccoli risparmiatori” (come convenzionalmente sono chiamati) mentre erano di fatto (se consapevolmente o meno potrebbe essere oggetto di indagini giudiziarie) “piccoli investitori”, e come “piccoli investitori” soggetti a potenziali “piccoli crack”, che è appunto quello che è accaduto nel caso in questione.

Lo stesso schema è applicabile al sistema dei “Mini-bond” (detenuti direttamente o indirettamente dalla clientela bancaria) ampiamente pubblicizzato dal Governo circa un anno fa. Questa prospettiva promuove una sorta di “economia agraria finanziarizzata” (in cui il risparmio precede l’investimento), a cui si aggiunge il fatto che il risparmio allocato in forme obbligazionarie di vario tipo è di per sé privo di garanzia da parte della Banca Centrale.

È oggi evidente che l’unico scenario in cui lo Stato “tutela il risparmio in tutte le sue forme”, come previsto dall’Art. 47 della Costituzione, si realizza con lo Stato che tramite la Banca Centrale garantisce i conti correnti bancari dei depositanti e la propria solvibilità sui Titoli di Stato emessi e detenuti dai risparmiatori.

Gli strumenti e sistemi proposti oggi dal Governo e sopra accennati sono, invece, alchimie che vanno contro i principi della Costituzione.

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