Due anni fa, luglio 2014, il ministro Padoan spiegava che
“le riforme che stiamo mettendo in campo porteranno benefici nel medio termine, ovvero nei prossimi due anni (…)Risentiamoci tra 18 mesi e vediamo cosa è successo”
Ci risentiamo ora, dopo 24 mesi, per osservare Padoan, in varie interviste riportate sui media, implorare una qualche entità misteriosa che porti come per miracolo l’inflazione che non c’è:
“Le aspettative sull’inflazione non migliorano e questo è un segno molto grave, nonostante gli sforzi della BCE”
Non ci sarà alcun miglioramento. Due anni fa, sempre a luglio 2014, Padoan dichiarava “…sfortunatamente, e non lo dico come una scusa, ci siamo tutti sbagliati. Intendo organizzazioni internazionali, governi e via di seguito. Tutti prevedevamo una crescita maggiore per quest’anno nella zona euro e nessuno fino ad ora ci ha visto giusto…”
Padoan ha sbagliato fino al 2014 e anche dopo il 2014, dal momento che non è né può essere la BCE a “creare inflazione”, neanche se l’attesa invocata da Padoan dovesse durare decenni.
L’inflazione potrebbe manifestarsi in eurozona solo come conseguenza di una massiccia politica fiscale espansiva, che è la misura che i trattati eurozona e le politiche fiscali attuate da Padoan in osservanza ad essi vietano: non ci sarà nessuna ripresa dell’economia e nessuna inflazione con il rispetto del limite del 3% del rapporto deficit/PIL.
