L'Editoriale

Notizie dal pubblico impiego

Tramite i mezzi di informazione il Governo ha iniziato la campagna contro i dipendenti pubblici. Probabilmente siamo alla fase finale della alla resa dei conti, Renzi sino ad oggi non aveva avuto ancora sufficiente coraggio, per questioni di consenso elettorale, ad inserire nella riforma del mercato del lavoro i dipendenti pubblici. Ma se non procede nelle riforme strutturali includendo anche il pubblico impiego i suoi datori di lavoro potrebbero licenziarlo. Aveva necessità di far fare all’opinione pubblica un ulteriore passaggio di insofferenza verso i dipendenti statali.

Nessuna sorpresa allora se allo scoccare della mezzanotte è partito l’attacco a: vigili urbani di Roma, netturbini di Napoli e dipendenti del sito archeologico di Pompei, il tutto condito con cifre impressionanti ma tutte prive di una seria analisi.

L’operazione sembra riuscita: tutti i lavoratori del pubblico impiego sono dei lavativi, hanno affossato l’Italia e vanno puniti senza ulteriore esitazione.

Ma mentre si consumerà la vendetta verso i dipendenti fannulloni ricordiamoci che:

  1. Da anni la Pubblica Amministrazione non integra gli organici (blocco delle assunzioni nel pubblico impiego) con un danno gravissimo soprattutto per le Amministrazioni periferiche (i piccoli Comuni, circa 6000) e i centri di minor peso politico creando un disservizio pubblico da anni sempre più pesante.
  2. Gli stipendi della Pubblica Amministrazione sono una voce fondamentale della domanda aggregata, cioè sono quelli che comprano. Tutta la catena del commercio dalla fabbrica del signor Brambilla alla bottega del commerciante, dalla libreria sotto casa all’asilo nido viene tenuta in vita anche dagli stipendi del pubblico impiego.
  3. Se rendi precario il lavoro pubblico rendi più incerto il loro futuro, riducendo la loro propensione alla spesa che quindi toglierà ulteriori soldi al commercio.
  4. Se rendi precario il lavoro pubblico non aspettarti sorriso da chi avrà uno stipendi da 400 euro al mese ed un contratto in scadenza ogni mese, ma soprattutto non potrai servirti dell’esperienza e conoscenza che il lavoro permette solo dopo tanti anni.

È doverosa però una considerazione. All’astuta propaganda che apre la strada a ciò che vuole la Trojka non corrisponde una strategia da parte dei molti dipendenti pubblici. Ancora prima di parlare di strategia, manca la consapevolezza dell’obiettivo della politica europea: meno Stato, meno tutele, più paura, più propensione ad accettare passi indietro in termini di civiltà.

Quando è chiaro che l’obiettivo è questo e la propaganda è il mezzo per raggiungerlo, non si cade nella trappola di offrire all’avversario proprio il pretesto che aspetta. Non ci sono alternative facili né già conosciute. Capire il progetto europeo di smantellamento dello Stato, denunciarlo, studiare e far conoscere l’alternativa economica che mette lo Stato al centro, è l’unica strada seria e fondata esistente, sia che si lavori nel privato sia che si lavori nel pubblico.


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