I titoli dei giornali di questi giorni evocano continui allarmi che hanno l’obiettivo di generare un clima di SOS verso istituzioni sovranazionali che prenderanno il posto di quello che ormai è solo una parvenza di Stato. L’ultimo allarme lanciato riguarda la mancata spesa dei fondi sociali europei in scadenza. Il più lucido degli articoli ammonisce
l’Italia non spende i fondi UE eppure c’è disoccupazione
mentre il più terroristico tra gli articoli grida
Italia incapace su tutto anche di spendere i fondi UE.
L’alta disoccupazione è allarme, i fondi europei sono propaganda.
È chiaro a molti purtroppo non a tutti che l’Italia versa più soldi all’UE di quelli che riceve con i fondi sociali europei. Dunque si tratta di soldi che IN PARTE rientrano allo Stato e non sono soldi extra. Inoltre l’Italia non è libera di spendere gli stanziamenti secondo le priorità che sceglie di darsi (il verbo scegliere sarà soppresso a breve per tutti gli Stati dell’Eurozona e diventerà “ammettere di avere un bisogno individuato dalla Commissione Europea”) ma li può spendere solo in riferimento agli obiettivi e alle modalità prestabilite.
In questo caso stiamo parlando del fondo europeo in scadenza 2007-2013 sull’obiettivo Competitività che ha formalmente questi obiettivi:
- Raggiungere la piena occupazione
- Migliorare la qualità e la produttività del lavoro
- Promuovere l’inserimento sociale
- Ridurre le disparità nazionali, regionali e locali in materia di occupazione
Ma come, abbiamo i fondi per la piena occupazione e li buttiamo? Scellerati! No, non è così, perché la logica è sempre quella dell’Unione Europea: “migliorare l’attrattività dei disoccupati”, ma non è la logica del creare più occupazione. I fondi servono a migliorare l’offerta di lavoro, non a creare domanda di lavoro. È vero che i fondi muovono un po’ di stanziamenti e lavoro per chi opera nel settore (formatori, chi si occupa di orientamento al lavoro, consulenti dei fondi UE, ecc) ma non abbatteranno quel 43% di disoccupazione giovanile che può essere demolito solo con un’ingente spesa pubblica a deficit. Se è vero che la Costituzione prevede il diritto al lavoro, allora lo Stato deve farle lavorare e utilizzare le capacità dei giovani e dei meno giovani. Ma l’Unione Europea non vuole la piena occupazione (né vuole l’applicazione della Costituzione italiana) ma la piena occupabilità, che è una cosa diversa. L’occupabilità che ha in mente la UE è “disponibilità di un disoccupato preparato a muoversi per tutto il mercato del lavoro europeo in cambio di condizioni di estremo sfavore per lui, motivato dalla convinzione che il lavoro è un bene scarso e deve accettare quello che c’è, che è già tanto e comunque mai un diritto“.
L’occupabilità promossa dalla UE è quella funzionale alla dichiarazione di ieri sera di Renzi dopo l’incontro con Draghi (che gli ha rinfrescato chi comanda e perché è stato messo lì). Renzi ha dichiarato di essere ben lieto di spalancare le porte agli investitori stranieri. Lo slogan del fondo 2007-2013 è “investire sulle persone”… perché siano schiavi preparati e motivati.