Approfondimento

Non accennare alla guerra! Ehm, alla Troika… (Prima Parte)

“Non accennare alla guerra!” era una classica battuta dell’episodio “I tedeschi” nella commedia Fawlty Towers [una sit-com britannica breve ma molto influente, trasmessa negli anni settanta; fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Fawlty_Towers, ndt]. Basil Fawlty [il protagonista, fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Basil_Fawlty, ndt] implorava il suo esiguo personale di tacere nel caso avessero offeso qualche turista tedesco ospite nel suo hotel. Il suo tentativo di autocensura fallì, portando a spassose conseguenze.

Mi sono ricordato dello sketch (di seguito) mentre leggevo la “Greek finance minister’s letter to the Eurogroup” [Lettera del Ministro delle finanze greco all’Eurogruppo, ndt] (24 febbraio 2015). Evidentemente si tratta di un caso di “Non accennare alla Troika”, “Non accennare al Memorandum” e non parlare mai dei “Prestatori”.

Il trio dei prepotenti (Commissione Europea, BCE e FMI) è ora noto come “le Istituzioni”, il “Memorandum” (le clausole di bailout) è ora chiamato “L’Accordo”, e i “Prestatori” sono stati rinominati come “Partner”. Okay, e questo è un progresso. Il pacchetto di Riforme certamente permette alla Grecia di scegliere quale nauseante politica implementare, ma è comunque nauseante.

Si, “fa guadagnare loro tempo”. Il danno causato dalla disoccupazione di massa e dalla povertà consuma le persone giorno per giorno. Quattro mesi sono un lungo periodo di tempo quando stai morendo di fame in strada. E, dal momento in cui questo accordo sarà siglato, i Tedeschi saranno felici di liberare miliardi di euro tramite la Banca Europea per gli Investimenti, per consentire al Governo greco di continuare a rincorrere surplus primari di bilancio e continuare a pompare nelle casse “estere” reddito da interesse sul debito pendente? Gli asini potrebbero volare.

Due giorni fa, l’Eurostat ha pubblicato gli ultimi dati sull’inflazione in Europa – Annual inflation down to -0.6% in the euro area [Inflazione annuale scende a -0,6% nell’ Eurozona, ndt] – e ha riportato che:

Il tasso d’inflazione annuale per l’Eurozona è stata di -0,6% a gennaio 2015, in discesa rispetto al -0,2% di dicembre. È stato il più basso tasso rilevato da luglio 2009… tassi annuali negativi sono stati rilevati in ventitré Stati membri. I tassi annuali più bassi sono stati rilevati in Grecia (-2,8%)…

La Grecia è in deflazione ad un tasso mensile (gennaio 2015) dell’1,2% – un tasso di inflazione incredibilmente negativo. Il grafico seguente è ripreso dalla pubblicazione Eurostat. Vi mostra che la BCE è ora un totale fallimento, dato che il suo mandato istituzionale è specificato chiaramente nell’Articolo 127(1) del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea:

L’obiettivo primario del Sistema Europeo di Banche Centrali … è di mantenere la stabilità dei prezzi.

Con la deflazione i prezzi non sono stabili, e non sono stabili da alcuni anni. La decelerazione, che ha preceduto la deflazione, è iniziata nel settembre 2011. Il passo della deflazione sta ora guadagnando velocità. Chi sta rassegnando le dimissioni dal Consiglio della BCE? Chi è licenziato?

Annual inflation (%) in the euro area and European Union

So che sono un osservatore da poltrona. Conosco personalmente il Ministro delle Finanze greco ed è molto brillante. Lo so. So che l’economista statunitense James Galbraith, che molti hanno erroneamente etichettato come un sostenitore della Teoria Monetaria Moderna (MMT), è ad Atene ed è a conoscenza degli “affari interni”, e ci assicura che tutto sta andando secondo i piani – si consideri Reading The Greek Deal Correctly [Leggere Correttamente il Greek Deal, ndt].

Predica a chi affermerebbe che la Grecia si è arresa di nuovo che si sbaglia! Okay. Questo lo vedremo. Ci sono molti altri – principalmente “progressisti” – che, ad oggi, stanno elaborando convinti le Riforme e il processo – quasi come se volessero rimanere aggrappati al più sottile filo di speranza, visto quanto è sconfortante la situazione nel complesso.

La speranza è cosa buona. Ma l’inganno è male.

Un deputato di Syriza crede decisamente che il popolo greco è svenduto dal suo stesso partito. Io immagino che Alex Tsipras ed il Ministro delle Finanze “rispettino” l’eroe nazionale greco della Seconda Guerra mondiale, Manolis Glezos, ma non pensino molto a quanto egli dice. Glezos faceva parte della resistenza greca contro i Nazisti, durante l’occupazione della Seconda Guerra mondiale.

Insieme ad un altro membro della resistenza rimosse la bandiera con la svastica dall’Acropoli il 20 maggio 1941, un celebre gesto storico che ispirò una più ampia resistenza. La sua è una storia di calvario e prigionia di fronte all’oppressione – prima dei Nazisti, poi dell’estrema destra durante la Guerra Civile greca, quindi quella durante la Guerra Fredda. Egli è ora un membro del Parlamento per Syriza, ed ha scritto su Monthly Review [celebre rivista mensile americana a difesa delle libertà fondamentali e anche del socialismo; fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Monthly_Review, ndt] (22 febbraio 2015) – Before It Is Too Late [Prima Che Sia Troppo Tardi, ndt] – che il popolo greco il 25 gennaio 2015 ha votato per

ciò che SYRIZA ha promesso.

Ha detto che era inequivocabile:

Rovesceremo il regime dell’austerità, che non è solo la strategia dell’oligarchia in Germania e in altri Stati creditori membri dell’UE, ma anche dell’oligarchia greca. Ci libereremo del Memorandum e della Troika e revocheremo tutte le leggi che impongono l’austerità. Il giorno dopo le elezioni, con una singola legge deporremo la Troika e capovolgeremo le conseguenze [delle sue politiche].

Gli sviluppi, ad oggi, chiaramente non hanno onorato quelle promesse. Quindi Glezos ha affermato:

Da parte mia, mi scuso con il popolo greco perché anch’io ho collaborato alla creazione di questa illusione.

L’EUObserver ha riportato (febbraio 2015) – Greece tables reforms, awaits eurozone approval [La Grecia studia a tavolino le riforme, attende l’approvazione dell’eurozona, ndt] – che:

Il portavoce di Tsipras ha affermato che Glezos è “qualcuno che non cesserà mai di onorare”, ma che i suoi commenti erano “fuorviati ed errati”.

Glezos chiaramente comprende l’oppressione esterna, e ha ragione nell’affermare che l’intera struttura degli accordi dell’Eurozona, con l’Eurogruppo come parte dei gruppi esecutivi fondamentali, costituiscono un regime oppressivo. Non sono coinvolte armi, ma l’oppressione e l’indebolimento della democrazia e della sovranità nazionale sono reali.

Si tratta di invasione e occupazione [anche se, ndt] attraverso altri mezzi. Ad aprile dello scorso anno, l'”Employment and Social Affairs Committee (EMPL)[Comitato per l’Occupazione e gli Affari Sociali, ndt] del Parlamento Europeo ha rilasciato il suo “ECON evaluation of Troika[valutazione della Troika da parte della ECON; una commissione del Parlamento Europeo che si occupa di problemi economici e monetari; fonte: http://www.europarl.europa.eu/committees/it/econ/home.html, ndt].

Noterete che non scherzano con “Le Istituzioni”. Hanno portato avanti la loro “Troika inquiry[Indagine sulla Troika, ndt] sul modo in cui le azioni della Troika hanno colpito Cipro, Grecia, Portogallo e Irlanda. Ipotizzo che ora possano aver dovuto tagliare e incollare “Le Istituzioni” dappertutto per conformarsi all’ultima follia.

Il Rapporto discusso nel Parlamento Europeo in sessione plenaria di marzo 2014:

… richiami alla Troika ed agli Stati Membri interessati a terminare i programmi il prima possibile e a mettere in campo meccanismi di gestione della crisi … che le aspettative di un ritorno alla crescita e alla creazione di posti di lavoro attraverso svalutazione interna, così da riguadagnare competitività, non sono state soddisfatte … [come risultato della] … tendenza [della Troika] a sottostimare il carattere strutturale della crisi così come l’importanza di mantenere domanda interna, investimento e supporto al credito per l’economia reale.

Galbraith, scrivendo il 23 febbraio 2015, risponde che questo è un “calice avvelenato” in ogni caso. Ha anche rimproverato ai critici l’aver assunto che l'”accordo di prestito” sarebbe eliminato, nonostante il fatto che Syriza ne abbia fatto un punto centrale della propria piattaforma elettorale. Per una parte considerevole, [Syriza] ha ottenuto il proprio mandato a causa di quell’impegno che Manolis Glezos ci riporta. Galbraith sostiene che siamo stupidi a pensare che l’accordo di prestito sarebbe sfumato perché:

… non v’è mai stata alcuna chance di un accordo di prestito che avrebbe liberato completamente le mani alla Grecia.

Affari interni! Quindi Syriza dice alla popolazione una cosa, ma ne ha sempre saputa un’altra. È così? Okay, se è così, allora non abbiamo modo di sapere cosa sta accadendo realmente né lo ha la popolazione greca. Ha continuato argomentando il punto:

Le uniche scelte [alternative, ndt] erano un accordo condizionato o nessun accordo e nessuna condizione. La scelta doveva essere fatta entro il 28 febbraio, data oltre la quale sarebbe terminato il sostegno della BCE alle banche greche. Nessun accordo avrebbe significato controllo dei capitali, o in alternativa fallimenti bancari, default sul debito, ed uscita anticipata dall’Euro. SYRIZA non è stato eletto per portare la Grecia fuori dall’Europa. Perciò, per poter onorare gli impegni elettorali, la relazione tra Atene e l’Europa doveva essere “estesa” in un modo accettabile per entrambi.

Galbraith è pubblicamente a supporto della permanenza della Grecia nell’euro. Io sono in completo disaccordo con la sua razionalizzazione di quella posizione. Inoltre, che la BCE smetterà di finanziare le banche greche non è qualcosa che Galbraith sa effettivamente, sulla base delle sue informazioni “interne”. Sta ripetendo un’affermazione. Come ho scritto in questo blog – Greek bank deposit migration – another neo-liberal smokescreen [La migrazione dei depositi bancari greci – un’altra cortina fumogena neoliberista, ndt] – sarebbe un atto straordinario da parte della BCE se consentisse all’intero sistema bancario greco di andare in bancarotta dopo aver loro rifiutato le riserve necessarie a soddisfare le richieste ordinarie di payment facility [istituti in base ai quali la BCE prevede clausole vantaggiose in favore del sistema bancario, quali – ad esempio – lo scoperto di pagamento o il differimento di pagamenti, ndt].

La BCE non ha un mandato istituzionale legale che le consenta di lasciare che ciò avvenga.

In effetti, il suo mandato richiede che mantenga la stabilità finanziaria, e ciò non include, secondo alcuna fantasiosa e tirata definizione della Troika, il fatto di mandare – deliberatamente – in bancarotta il sistema bancario privato di un’intera Nazione. Inoltre sembra che egli ritenga che ci fosse una priorità di impegni elettorali.

La mancata uscita surclassa tutti, e l’austerità continua. Io capisco il problema. Ne ho scritto in precedenza – Conceding to Greece opens the door for France and Italy [Effettuare concessioni alla Grecia apre la porta a Francia e Italia, ndt], Greek elections – a solution doesn’t appear to be forthcoming [Elezioni greche – una soluzione non sembra imminente, ndt]Greece – two alternative views [Grecia – due punti di vista alternativi, ndt].

 

Originale pubblicato il 26 febbraio 2015

Traduzione a cura di Andrea Sorrentino


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