Il Servizio

Mosler discute su: credito cooperativo, monete complementari e sviluppo del territorio

Il credito può essere solo cooperativo altrimenti non è credito.

Da questa affermazione del prof. Luca Fantacci è partito l’incontro di Romani di Lombardia che l’ha visto come relatore insieme al prof. Massimo Amato. Sul valore della moneta come relazione sociale è proseguito l’intervento dei due professori della Bocconi di Milano che hanno anche evidenziato come le monete complementari debbano svolgere un ruolo “sociale ed educativo” permettendo a tutti di partecipare all’economia senza che ci siano rendite parassite, perché se c’è qualcuno che guadagna senza lavorare sicuramente c’è chi lavora senza guadagnare.

Con questo taglio sono state presentate le esperienze di diverse monete complementari da quelle cartacee a quelle modello “camera di compensazione” tra creditori e debitori di specifici ambiti economici locali.

Infine gli stessi Amato e Fantacci hanno evidenziato che un forte limite delle monete complementari sia quello di non generare domanda aggregata e per questo motivo, in particolare nell’applicazione fatta in Francia a Nantes, si è cercato di coinvolgere, pagando parte degli stipendi in moneta complementare, i consumatori finali, ovvero i lavoratori, così da innescare un processo di aumento della domanda aggregata.

Nella discussione successiva il punto centrale in cui i discussant hanno concentrato il loro interventi è stato sul fatto che la moneta complementare ha un micro impatto sull’attuale crisi economica e quindi sullo sviluppo del territorio mentre oggi davanti a macro problemi servono macro soluzioni.

In questo quadro l’intervento di Warren Mosler non ha lasciato dubbi.

Oggi parliamo di monete complementari e di altre soluzioni a questa crisi per un semplice motivo: la gente è disperata. È la disperazione il vero argomento di questi incontri.

Mosler ripercorrendo la sua attività lavorativa ha spiegato come i comportamenti sociali virtuosi delle monete complementari siano in realtà le regole che devono o meglio dovrebbero governare il sistema bancario. Quando l’economia funziona ogni sistema funziona, compreso quello bancario, ma quando il ciclo si inverte non valgono, ad esempio, più le regole per distinguere un buon debitore da uno cattivo, perché tantissimi perdendo il loro posto di lavoro diventano purtroppo cattivi debitori.

Pertianto lo stato ha sempre il suo ruolo fondamentale: spendere a deficit tanto da permettere alle persone di pagare le tasse e risparmiare. Le alternative, come quelle proposte ieri, non sono MAI soluzioni alla crisi, ma possono nel migliore dei casi rallentare il processo di crisi.

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