La Teoria

MMP Blog #50: La MMT senza PLG? Conclusioni (parte 1)

MMP Blog #50: La MMT senza PLG? Conclusioni (parte 1)

Scusate per l’interruzione del blog. Originariamente avevo previsto 52 blog, uno sforzo valso un anno, anche se durante il percorso ne ho aggiunto qualcuno e siamo quindi arrivati a 13 mesi circa. Ecco perché: i blog sono derivati dal manoscritto di un libro, il Modern Money Primer. L’idea era che non solo sareste stati un’audience di prova, ma [anche] che le vostre domande ed i vostri commenti mi avrebbero permesso di rivedere il manoscritto nel frattempo. E ha funzionato. Penso che sia migliorato notevolmente grazie a questo blog. Mi avete aiutato a scrivere il libro.

All’inizio di maggio, tre erano gli argomenti che rimanevano per il blog:una conclusione sul PLG, una sezione sull’inflazione ed una sezione conclusiva sulla natura della Moneta. Sfortunatamente, a causa di impegni familiari non posso completare tutti i blog che restano. Scriverò un blog su ciascuno di questi argomenti. Il blog di oggi concluderà la serie sul PLG. E scriverò due blog aggiuntivi (uno sull’inflazione, uno sulla natura della Moneta) per completare i 52 promessi. Probabilmente questi non saranno pubblicati ogni settimana – credo che mi ci vorrà più di una settimana ciascuno per scriverli. Ma dovrei finirli nel corso di giugno.

Modern Money Theory - L. Randall Wray (Cover)Per farla breve: il libro sarà rilasciato tra poco (leggete qui). Pubblicherò il materiale pubblicitario su NEP, quando l’avrò. Se il blog vi è piaciuto, amerete il libro (se avete odiato il blog, odierete il libro!). Il libro contiene buona parte del materiale che manca nei blog precedenti, ed anche il materiale che non sarò in grado di trattare nel corso delle poche settimane che seguono. Inoltre l’organizzazione è stata modificata, e credo migliorata. Infine, come avrete probabilmente notato, quando NEP ha cambiato piattaforma la formattazione di tutti i blog precedenti ha subito dei danni. Mitch sta cercando di sistemarla, ma riformattare tutto manualmente gli richiede un lavoro eccessivo. Quindi, per i novellini, sarà molto più facile leggere il libro di quanto non lo sarà provare a leggere i vecchi blog.

Infine, lasciate che faccia un altro commento. Come sapete ho accumulato i vostri commenti e le vostre domande, rispondendo di mercoledì. Non sarò in grado di farlo per questi blog conclusivi. Inoltre, come sapete, non volevo che questo Primer si trasformasse in un dibattito con i critici. E di certo non volevo che diventasse una chat room con più di cento commenti ogni settimana, la maggior parte dei quali promuovono siti web personali e posizioni stravaganti su svariati argomenti non pertinenti. Non sono contrario ai dibattiti o alle chat room, ma non è mai stato questo lo scopo del Primer. Tra l’altro, siccome il manoscritto è in mano all’editore ed in fase di produzione, ora non posso riscrivere nulla – viene quindi a mancare la ragione principale del [mio] sollecitare i vostri commenti.

Concludiamo la nostra discussione sul PLG. La questione controversa è questa: si può adottare la MMT rifiutando al contempo il PLG?

Ho fatto un’analogia tra la malattia e la disoccupazione: qualsiasi persona ragionevole, se comprendesse le cause di una malattia, si opporrebbe ad una cura? Se sapeste che un vaccino può prevenire il vaiolo, vi opporreste alla sua somministrazione (quantomeno a quelli che lo vogliono – non voglio inoltrarmi in un dibattito sull’obbligo delle vaccinazioni, visto che non abbiamo mai sostenuto di voler forzare nessuno ad accettare un lavoro se non vuole lavorare)?

Ora capisco che si tratta di un paragone non proprio corretto, perché è possibile che esistano molte cure per la malattia della disoccupazione. Gli MMTer spingono per la cura PLG. Io sono aperto a cure alternative, però dai critici non ne sento arrivare nessuna.

Qualcuno prova con [la tecnica del] prodotto civetta: diamo loro il RMG [1] invece dei posti di lavoro. Questo non cura la malattia della disoccupazione. È come usare antibiotici al posto dei vaccini per combattere la polio. Quindi provano a giustificare la scelta sostenendo che, se alle persone diamo il RMG, se loro desiderano, possono comunque scegliere di lavorare. No, non possono. Devono esserci i posti di lavoro. Di certo è vero che dare antibiotici a tutti non impedisce loro di cercare i vaccini. Ma i vaccini devono essere disponibili. Non discuterò ulteriormente a questo riguardo – il ragionamento è semplicemente troppo ridicolo. Sì, possiamo dare il RMG alle persone, ma questo non dà loro posti di lavoro. Se qualcuno è involontariamente disoccupato, è perché desidera un lavoro. Il RMG non curerà la malattia della disoccupazione.

Possiamo avere [contemporaneamente] RMG e PLG? Certo. Ma è il PLG che cura la malattia della disoccupazione involontaria (qualcuno sostiene che il RMG curi la malattia della povertà; io ne dubito, ma si tratta di una malattia differente).

Alcuni sostengono la tesi di stimolare solo la domanda. La teoria è che se lo Stato spende abbastanza sulla domanda “generale”, ne deriverà un numero di posti di lavoro sufficiente a che tutti (?) coloro che ne vogliono uno lo avranno. Quando messi sotto pressione, ammetteranno che non intendono proprio “tutti”. Intendono che il tasso di disoccupazione involontaria si ridurrà “abbastanza”. Abbastanza per chi? Beh, per quelli che avranno i posti di lavoro.

Leggete di seguito la citazione di Vonnegut. Chi non ottiene il posto di lavoro non lo merita. Andrà meglio l’anno prossimo. Lavorate su voi stessi così da poter ottenere un lavoro, e sarà qualche altro sfortunato imbranato a non averlo. Ci sono sempre vincitori e vinti – e a te è capitato di essere un perdente. Nella prossima vita, scegliti dei genitori migliori. La conoscete tutti la solfa. E sì, ciò significa che per le persone di colore il tasso di disoccupazione sarà tre volte più alto rispetto a quello dei più fortunati bianchi (e, nella maggior parte dei Paesi, il tasso di disoccupazione femminile sarà ancora più elevato) ma, quando si tratta della creazione di posti di lavoro attraverso lo stimolo della domanda, è solo questione di fortuna.

Di nuovo, questa giustificazione è un prodotto civetta. Lo stimolo della domanda aggregata creerà probabilmente più posti di lavoro. Per tutti? No.
Inoltre invoca la domanda: su cosa spendere? Eccetto la distribuzione casuale [mediante il lancio] da un elicottero (o le riduzioni fiscali), tutta la spesa (e le riduzioni fiscali) è mirata. L’unica domanda è: verso chi. È veramente strano che molti oppositori del PLG non gradiscano la natura mirata del programma, eppure apprezzino la natura mirata della spesa approvata dal Congresso, che nutrirà i soliti sospetti: grandi oligopoli che tendono ad avere lavoratori più qualificati, meglio retribuiti ed una forte capacità di determinare il prezzo, e così pure la strada delle marchette elettorali che non porta da nessuna parte. Ed, infine, scansa la questione dell’inflazione. Se in effetti conseguono posti di lavoro, almeno in parte è dovuto al fatto che avviare il volano “generale” [posto come] obiettivo spinge salari e prezzi verso l’alto nei settori favoriti abbastanza da far sì che i datori di lavoro ambiscano a lavoratori meno desiderabili.

Possiamo, insieme, stimolare la domanda ed avere un PLG? Certo. Ma è il PLG a curare la malattia.

Altri protestano il fatto che il PLG crea posti di lavoro a basso reddito, che non fanno uso di tutte le abilità della forza lavoro. Pertanto, non risolve davvero tutti i problemi della disoccupazione. Abbiamo invece bisogno di una combinazione di stimolo della domanda, competenze coerenti con i servizi e riqualificazione. Ancora un altro prodotto civetta.

Anche se la combinazione di stimolo della domanda e politiche del mercato del lavoro è qualcosa di desiderabile, non assicura la creazione di un numero sufficiente di posti di lavoro adatti ai lavoratori. Come discusso in blog precedenti, il PLG “impiega i lavoratori così come sono, dove sono”. Programmi di formazione formano lavoratori nella speranza che esisteranno posti di lavoro e che i datori di lavoro li assumeranno. È una politica basata sulla fede.

Il PLG crea posti di lavoro per coloro che li vogliono, poi forma i lavoratori sul campo. Quando posti di lavoro migliori e meglio retribuiti sono disponibili, i lavoratori possono uscire dal PLG. Nel frattempo [comunque] hanno un posto di lavoro ce l’hanno e possono contribuire alla produzione sociale.

Alcuni continuano a sostenere che il PLG è “solo” lavoro socialmente utile, che obbliga le persone a lavorare. No. Offre un lavoro a chi ne vuole uno. Assume i disoccupati involontari. L’involontarietà descrive una situazione indesiderata; disoccupazione significa che non si ha un posto di lavoro. I disoccupati involontari sono persone che vogliono un lavoro. Il PLG offre posti di lavoro. Nessuno è obbligato ad accettarli.

Si può aggiungere il PLG a qualunque rete di sicurezza che la società desideri – che si tratti di programmi non basati sul reddito, come il RMG, o di programmi basati sul reddito, come i lavori socialmente utili. Per questo ho detto che il PLG è una politica “aggiuntiva”.

Ricordiamo che ho iniziato la discussione sul PLG con un’esposizione dell’approccio politico della finanza funzionale di Lerner e con una discussione sui diritti umani. Il primo si fonda sul fatto che, in base all’ottica della “Moneta di Stato”, lo Stato si può permettere di acquistare qualunque cosa sia in vendita nella sua valuta. Quindi ne deriva una politica – ossia quello che lo Stato DOVREBBE FARE: spendere di più, nel caso ci sia disoccupazione.

La seconda arriva al tema della disoccupazione partendo dai diritti umani: il diritto ad un lavoro è uno dei diritti umani riconosciuti a livello internazionale. Si tratta, di nuovo, di ciò che lo Stato DOVREBBE fare: assicurare l’accesso al lavoro a chiunque desideri lavorare. Anche se è coerente con la proposta di Lerner, la supera. Per Lerner la disoccupazione è uno spreco economico – poiché lo Stato si può “permettere” la piena occupazione, dovrebbe assicurarla. Dalla prospettiva dei diritti umani, la disoccupazione è la prova di una violazione di questi diritti.

Chiaramente questa è una violazione di un diritto umano da parte dello Stato, dato che nessuno dovrebbe aspettarsi che siano le imprese profit ad assicurare questo diritto. Inoltre, la posizione della MMT è che l’imposizione della tasse crea una domanda di Moneta – dal principio, chi deve pagare le tasse ma non ha i mezzi per farlo è in qualche modo “disoccupato”, in cerca di un modo di guadagnare la Moneta di cui ha bisogno per pagare le tasse.

Portando la logica alle estreme conseguenze, possiamo dire che la disoccupazione è creata dal sistema monetario (come Paul Davidson evidenzia sempre, non esiste disoccupazione in un convento – i sistemi economici che non si basano sulla Moneta non hanno disoccupazione), un sistema creato sin dal principio dallo Stato per dirottare risorse verso il settore pubblico. Quindi la disoccupazione non è solo un problema che dev’essere risolto dallo Stato, è un problema che è creato dallo Stato. E lo Stato sovrano ha la chiave: offrire i posti di lavoro. Warren Mosler dice sempre che i disoccupati appartengono già al settore pubblico – dobbiamo sostenerli ed in qualche modo occuparcene – quindi potremmo anche consentirgli di lavorare per il settore pubblico.

Ora, ammetto che altri sostenitori della MMT non accettano l’approccio dei diritti umani. Ma io sì. Eppure, come ho già detto in precedenza, i diritti umani sono un’aspirazione, e persino i Paesi ricchi, sviluppati e teoricamente democratici violano continuamente la maggior parte dei diritti umani riconosciuti. Secondo me, questo non indebolisce il valore del ragionamento.

Nella sezione dei commenti del blog 48, qualcuno ha riportato le seguenti affermazioni dei sostenitori della MMT:

Bill Mitchell: “La realtà è che il PLG è un aspetto centrale della MMT, perché è molto più di un programma di creazione di posti di lavoro. È un aspetto essenziale del framework della MMT per la piena occupazione e la stabilità dei prezzi”.

Pavlina Tcherneva: “Il PLG non è solo un’ulteriore riflessione sulla MMT, ma una componente cruciale che finora ha offerto il più coerente meccanismo di stabilizzazione economica anticiclico”.

Neil Wilson: “Discutere della MMT senza PLG è discutere di qualche altra teoria economica, una priva di qualunque ancora di stabilità dei prezzi nominali”.

Quindi il commentatore ha scritto: “Sembra che qui Wray si stia allontanando dai suoi colleghi. Qualcuno può chiarire questa contraddizione?”.

Anche se trovo che quest’affermazione sia sorprendente, permettetemi di chiarire.

 

Note del Traduttore

1.^ RMG: Reddito Minimo Garantito

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Originale pubblicato il 28 maggio 2012

Traduzione a cura di Andrea Sorrentino, Supervisione di Maria Consiglia Di Fonzo

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