Stock e flussi sono denominati nella Moneta di conto nazionale. Nelle scorse settimane abbiamo esaminato le definizioni di stock e flussi, come anche le loro relazioni (potrebbe esservi utile rivedere rapidamente la precedente discussione su stock e flussi, e la relazione tra loro: i flussi si accumulano in stock). Gli Stock e i flussi finanziari sono denominati nella Moneta di conto nazionale. In questo blog analizzeremo i dettagli della modalità in cui è tenuta traccia di stock e flussi nella Moneta di conto. Questo ci porterà anche a discutere della relazione tra “Moneta” e “spesa” – come “paghiamo” le cose?
Come discusso nelle ultime due settimane, la Moneta di conto è quasi sempre la valuta nazionale – [ed è] scelta dallo Stato. In qualche caso, tuttavia, i conti possono essere tenuti in una valuta estera. Ai fini di questo blog ignoreremo tale complicazione – ipotizzeremo che la tenuta dei registri qui discussa avvenga in una singola unità di conto nazionale. Cominciamo con il caso di un dipendente che guadagna salari.
Lavorando, il dipendente guadagna un flusso di salari, denominato in una Moneta di conto, [flusso] che si accumula in un credito monetario nei confronti del datore di lavoro. Nel giorno di paga il datore di lavoro elimina l’obbligazione tramite una busta paga, che è una passività della banca del datore di lavoro. Anch’essa è denominata nella Moneta di conto nazionale.
Se lo desidera, il lavoratore può incassare l’assegno presso la sua banca, ricevendo valuta nazionale – ancora un ITD, ma questa volta un debito dello Stato. In alternativa l’assegno può essere depositato presso la banca del lavoratore, lasciando al lavoratore un ITD della sua banca denominato nella Moneta di conto.
Il reddito da salario che non viene usato in acquisti per consumi rappresenta un flusso di risparmio, accumulato in uno stock di ricchezza. Il risparmio può essere tenuto sotto forma di deposito bancario, cioè come ricchezza finanziaria (la passività della banca).
Quando arriva il momento di pagare le tasse, il lavoratore intesta un assegno al Tesoro, che quindi addebita le riserve della banca del lavoratore. Le riserve sono solo una forma speciale di valuta nazionale usata dalle banche per effettuare i pagamenti interbancari e [quelli] nei confronti dello Stato. Al pari di tutte le forme che assume una valuta, anche le riserve sono un ITD dello Stato.
Quindi, quando le tasse vengono pagate, la passività fiscale che il contribuente ha nei confronti dello Stato viene eliminata. Contemporaneamente viene eliminato anche l’ITD dello Stato, nella forma delle riserve bancarie. Il pagamento delle tasse riduce la ricchezza finanziaria del lavoratore, perché il suo deposito bancario viene addebitato di un ammontare pari al valore del pagamento delle tasse.
Immaginiamo un flusso di tasse imposte ai lavoratori, come, per esempio, l’obbligo di pagare allo Stato il dieci per cento delle loro retribuzioni orarie. Nel corso delle settimane, man mano che le retribuzioni vengono percepite, si accumula una passività nei confronti dello Stato, una sua pretesa sulla ricchezza del lavoratore. La passività fiscale, misurata nella Moneta di conto, viene eliminata quando le tasse vengono pagate, riducendo la ricchezza finanziaria del lavoratore (tramite l’addebito di depositi anch’essi misurati nella Moneta di conto), e allo stesso tempo lo Stato addebita le riserve della banca.
Nel momento in cui le tasse vengono pagate si eliminano contemporaneamente l’asset dello Stato (la passività fiscale dovuta dal lavoratore) e la sua passività (le riserve detenute dalle banche private).
A volte è utile paragonare questi flussi all’acqua che scorre in un fiume, che si accumula in stock dietro ad una diga. Tuttavia è importante capire che questi stock e questi flussi monetari, concettualmente, non sono niente più che voci contabili misurate nella Moneta di conto. A differenza dell’acqua che scorre in un flusso, o conservata in un bacino idrico dietro ad una diga, non è necessario che la Moneta che scorre o si accumula assuma altra forma rispetto all’inchiostro sulla carta o alle cariche elettriche sull’hard drive di un computer.
Infatti, nell’economia moderna, i salari possono essere accreditati direttamente su un conto bancario e le tasse possono essere pagate senza usare assegni, addebitando direttamente i conti. Possiamo facilmente immaginare di non utilizzare più monete metalliche, banconote e libretti di assegni, o di effettuare tutti i pagamenti attraverso voci elettroniche sugli hard drive dei computer.
Analogamente, tutta la ricchezza finanziaria potrebbe essere contabilizzata senza usare carta. Infatti la maggior parte dei pagamenti e della ricchezza finanziaria non sono già nient’altro che voci elettroniche, denominate sempre in una Moneta di conto nazionale. Un pagamento porta ad un addebito elettronico sul conto del pagatore, e ad un accredito sul conto del beneficiario – tutti registrati usando cariche elettriche.
Il sistema finanziario come tabellone elettronico.
Il sistema finanziario moderno non è altro che un elaborato sistema di tenuta di registri, una sorta di punteggio finanziario del gioco della vita in un’economia capitalistica.
Per coloro che hanno familiarità con il football americano, il punteggio finanziario può essere paragonato al tabellone dei punti nello sport. Quando una squadra fa un touchdown il realizzatore ufficiale accumula punti, e vengono inviati impulsi elettronici alla giusta combinazione di LED in modo tale che il tabellone mostrerà il numero sei. Man mano che il gioco continua, il totale dei punti viene modificato per ciascuna squadra.
I punti non hanno alcuna forma fisica, riflettono semplicemente una registrazione delle prestazioni di ciascuna squadra secondo le regole del gioco. Non sono “garantiti” da nulla, eppure hanno valore perché la squadra che accumula il punteggio più alto viene proclamata “vincitrice” – forse premiata con fama e fortuna.
Inoltre, talvolta i punti vengono sottratti in seguito a controlli da parte di ufficiali [sportivi], secondo cui le regole non sono state rispettate e dovrebbero venire assegnate delle penalità. I punti che vengono tolti, davvero, non vanno da nessuna parte – semplicemente scompaiono quando il segnapunti li sottrae dal punteggio.
In modo simile, nel gioco della vita, il reddito guadagnato porta a “punti” accreditati nel “punteggio” tenuto dagli istituti finanziari. A differenza del gioco del football, nel gioco della vita ogni “punto” conferito ad un giocatore viene sottratto dal “punteggio” di un altro – diminuendo gli asset di colui che effettua il pagamento o aumentandone le passività.
Nel gioco della vita i contabili sono molto attenti ad assicurare che i conti finanziari siano sempre in ordine. Il pagamento dei salari comporta un addebito del “punteggio” presso la banca del datore di lavoro ed un accredito del “punteggio” del dipendente, ma contemporaneamente il pagamento del salario elimina l’obbligazione implicita del datore di lavoro di pagare i salari maturati, e così pure il diritto legale del dipendente di ottenerli.
Quindi, anche se il gioco della vita è un po’ più complicato del football, l’idea per cui la registrazione in termini di Moneta è molto simile a tenere i punti, ci può aiutare a ricordare che la Moneta non è una “cosa”, ma piuttosto un’unità di conto in cui teniamo traccia di tutti i debiti e crediti – o “punti”.
Il vostro compito a casa (sta a voi scegliere se accettarlo): pensate alla spesa pubblica e alla tassazione in termini di numeri su quei segnapunti elettronici. Quando lo Stato “spende Moneta”, da dove proviene? Quando paghiamo le tasse, dove va la “Moneta”? In che senso lo Stato “spende la Moneta che riceve dal pagamento delle tasse”?
Originale pubblicato l’8 agosto 2011
Traduzione a cura di Andrea Sorrentino, Supervisione di Maria Consiglia Di Fonzo