L’Italia ripiomba pesantemente in deflazione (-0,8% a Febbraio 2016 rispetto a Febbraio 2015). L’andamento del livello dei prezzi al consumo è la prevedibile conseguenza delle spinte deflazionistiche in essere senza interruzione: dall’austerità all’andamento dei prezzi delle materie prime, dalle spinte di compressione sui livelli salariali al ruolo di prezzo àncora svolto dalle retribuzioni del settore pubblico, ferme da tempo come le tariffe dei prezzari opere pubbliche (benché spesso di recente rinnovo), tassi d’interesse negativi, etc.
Su queste basi, spostando l’attenzione sull’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali è evidente il trend fortemente negativo e privo di accenni ad inversioni di tendenza, il che lascia presagire la rilevazione di un ulteriore avvitamento deflazionistico futuro.
