28.12.2020, allarme di Confcommercio: la pandemia ha causato nel 2020 un crollo dei consumi del 10,8% (pari a una perdita stimata di 120 miliardi di euro sul 2019) e una riduzione di quasi 305mila imprese (-11,3%).
Qualche giorno prima di quella notizia, nel nostro articolo su Bergamo Economia Magazine “La ripresa non si fa con il gioco delle tre carte” avevamo stimato una perdita per l’economia italiana di circa 126 miliardi di euro per i primi soli 9 mesi del 2020. In quell’articolo avevamo aggiunto che il disavanzo netto dichiarato a ottobre nella nota di aggiornamento al DEF, pari al 7,3% del PIL ovvero a 122 miliardi di euro, non sarebbe stato in grado di contrastare le conseguenze di una tale crisi.
Nonostante sia evidente che è necessario aumentare il deficit oltre la stima 2020, la Commissione europea chiede all’Italia di dimostrare come abbasserà l’indebitamento strutturale. Mentre l’economia ha bisogno di consumi, l’Unione europea punta il dito su giustizia, concorrenza e mercato del lavoro come leve per la ripresa.
Non ci sono consumi ma si punta il dito sull’offerta. Le persone hanno bisogno di lavorare o di mantenere il lavoro ma vengono chieste riforme del mercato del lavoro. L’ideologia neoliberista porta avanti una narrazione ormai dichiaratamente sganciata dalla realtà. La recente dichiarazione del Commissario europeo Paolo Gentiloni è la sintesi del maldestro tentativo di far credere che la risposta alla drammatica caduta dei consumi siano le riforme.
Il Recovery è l’occasione della vita. Bisogna utilizzarlo non solo per riparare i danni che abbiamo subito per la pandemia ma anche per le riforme e cioè per affrontare i punti deboli che abbiamo davanti da molto tempo. Noi quindi diciamo servono spese e investimenti ma servono anche le riforme.
… Abbiamo bisogno di una giustizia più rapida di una pubblica amministrazione più efficiente, abbiamo bisogno di più concorrenza, più competizione, rendere più dinamica l’economia. Abbiamo bisogno di meno evasione fiscale. E, se non facciamo queste riforme oggi, con questa straordinaria dotazione di risorse, quando le faremo.
Anche questa volta, l’Europa si allontana dalla soluzione.
