L'Editoriale

L’arbitro ha fischiato. E tu sei dentro un gioco al massacro

L'arbitro ha fischiato. E tu sei dentro un gioco al massacro

Pierre Moscovici, commissario agli Affari economici, ha consegnato ieri al Ministro italiano dell’Economia Giovanni Tria la lettera contro la manovra finanziaria, che con toni volutamente drammatici denuncia lo scandaloso “scostamento senza precedenti” del bilancio italiano. Lo stato di allarme era già stato messo in scena qualche ora prima dal Presidente della Commissione Jean Claude Juncker, il quale aveva detto che non c’è alcun pregiudizio verso l’Italia e le sue scelte di politica economica, ma che l’Italia dovrebbe ricordare di aver avuto già tanta flessibilità in passato.

Non siamo più nel terreno della narrazione, ma in quello della rappresentazione: i toni drammatici, l’atteggiamento da padre deluso, il diktat di rispondere entro la mattina del 22 ottobre, ecc.

Ma il dramma messo in scena evidenzia ancora di più che siamo nel terreno della politica.

Il deficit al 2,4% preannunciato nel DEF non è nella realtà uno scostamento senza precedenti proprio perché non si discosta dai precedenti, come abbiamo già scritto qui. Siamo all’interno dei confini dell’austerità. Eppure, la Commissione europea manda ugualmente il messaggio a tutti gli attuali ribelli e dunque anche ai futuri e possibili: non si gioca a braccio di ferro con l’ideologia. Non ci sarà confronto, né dibattito, né analisi sui dati e su previsioni di crescita. Il dogma dell’austerità estrema non si discute.

Moscovici aggiunge che

La Commissione non è contro l’Italia, non è un avversario dell’Italia. È l’arbitro sul campo, la persona che fa rispettare le regole del gioco.

Questa frase, più di tutte, esprime la natura politica delle regole europee volte a “costruire” una specifica realtà sociale. Il “gioco” prevede lo spegnimento progressivo delle funzioni dello Stato a beneficio della collettività, e le regole del gioco sono funzionali all’obiettivo. L’arbitro serve a far rispettare il gioco, al massacro. L’arbitro serve a impedire che gli Stati possano effettuare spesa  in deficit, che rappresenta l’insostituibile strumento nelle mani degli Stati per gestire economia e sviluppo di un Paese.

Che tu sia a favore del Governo oppure no, rifiutarsi di rivedere al ribasso il deficit, che è già evidentemente basso rispetto alle esigenze del paese, è l’obiettivo di tutti.


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