L'Editoriale

La Modern Becchetti Theory di Leonardo Becchetti

La Modern Becchetti Theory di Leonardo Becchetti

L’attenzione recente intorno alla MMT ha fatto sì che un gran numero di commentatori si sussegua in vari tentativi di “critica” a un’entità teorica che non è la MMT, ma è piuttosto la “loro MMT”. Con il logoro espediente retorico dello “strawman” (l’argomento fantoccio), il commentatore di turno costruisce una propria grossolana e distorta versione della MMT e si dedica quindi a criticare questo “spaventapasseri”, evitando accuratamente di riferirsi invece anche solo lontanamente alla considerevole mole di produzione scientifica resa disponibile dagli economisti della scuola nell’arco di un quarto di secolo. Il perché questo avvenga è mistero, le spinte possono essere tante: dalla disonestà intellettuale al pressapochismo, al bisogno intimo di un briciolo di visibilità riflessa da ottenere utilizzando il “tag” del momento.

L’articolo pubblicato su Avvenire a firma Becchetti Denaro “gratis” senza limiti, la crescita non passa di qui ne è un esempio tipico. L’autore Leonardo Becchetti costruisce la sua MMT, la “MBT – Modern Becchetti Theory” e si dedica quindi a confutarla.

Riprendiamo i singoli passaggi dell’articolo di Becchetti (MBT) e analizziamoli in chiave MMT.

MBT: “Perché il potere di stampare moneta deve essere affidato alle Banche centrali che lo attivano attraverso prestiti alle banche ordinarie di credito che a loro volta metteranno in circolazione quella moneta prestando denaro alle imprese? Non sarebbe meglio che lo stesso fosse nelle mani dello Stato in modo tale che esso finanzi direttamente investimenti pubblici o metta banconote addirittura nelle tasche dei cittadini riuscendo in questo modo a realizzare più efficacemente l’obiettivo della piena occupazione?”

MMT: Ogni sistema monetario esistente è necessariamente una creatura dello Stato. Non esiste sistema monetario moderno funzionante in assenza di uno Stato capace di imporre l’uso della propria valuta nei propri confini. TUTTI gli altri soggetti (cittadini, imprese, banche, Stati esteri, etc.) sono utilizzatori di quella valuta, ma possono esserlo solo DOPO che lo Stato monopolista la ha introdotta nella propria architettura istituzionale e l’ha spesa per primo.

MBT: “In poche righe è questa l’utopia della Modern Monetary Theory (MMT), sulla quale ‘Avvenire’ ha aperto un dibattito. Sembra una ricetta assai semplice. Per quale motivo allora nessuno Stato sovrano che batte moneta ha deciso sino ad oggi di utilizzarla?”

MMT: Tutti gli Stati con propria valuta in regime di cambio flessibile operano dal punto di vista monetario come descritto dalla MMT (Canada, Australia, Giappone, USA, Nuova Zelanda, etc.).

MBT: “E per quale motivo la disciplina economica ritiene sia meglio la separazione di poteri tra Stato e Banca centrale affidando alla seconda la gestione della moneta?”

MMT: La Banca centrale è Ente dello Stato, non è lo Stato ad essere Ente della Banca centrale.

MBT: “La logica che c’è dietro la MMT è che il fattore scarso che impedisce il raggiungimento della piena occupazione è la carenza di moneta circolante.”

MMT: La logica alla base della MMT è la constatazione che la valuta sia un monopolio pubblico, e che la tassazione imposta dallo Stato crei i disoccupati in cerca di tale valuta per soddisfare l’obbligazione fiscale.

MBT: “Per la MMT un secondo problema è che la moneta viene immessa nel sistema ‘a debito’ (per averla bisogna di fatto pagare un interesse, sia che a chiederla sia il privato investitore a una banca, sia che la domanda venga dallo Stato che per investire non può stampare moneta da sé ma deve finanziarsi sui mercati e mantenere l’equilibrio di bilancio).”

MMT: Questo passaggio è un piccolo agglomerato di fantasie, confusione e forzature che niente hanno a che vedere con la MMT.

La MMT identifica con chiarezza la moneta come credito fiscale, ovvero passività del settore pubblico, e questo essere “debito” per lo Stato non è “per la MMT un secondo problema”, ma è semplicemente la natura della moneta, l’altra faccia del suo essere un credito fiscale. Ciò che “il privato investitore chiede alla banca” è invece credito bancario (denominato in valuta), che non crea né può contabilmente creare attivi finanziari netti nel settore privato, che sono invece creati dalla spesa del monopolista pubblico.

Che lo Stato “debba mantenere l’equilibrio di bilancio” non è legge di natura, ma frutto di una (recente) sciagurata decisione politica che ha alterato la Costituzione italiana. La realtà è invece opposta: perché possa esistere risparmio finanziario privato netto il Settore pubblico deve essere in deficit in misura corrispondente. I soldi spesi dallo Stato vengono risparmiati o distrutti mediante tassazione. Lo Stato potrebbe azzerare i propri “debiti ” solo rimuovendo dalla circolazione tutte le proprie passività, ovvero tutti i “soldi”esistenti.

MBT: “I motivi per i quali il ragionamento della MMT scricchiola sono molti. Il primo è che il vero valore della moneta è immateriale ed è rappresentato non tanto dal numero delle banconote circolanti quanto dalla fiducia che i cittadini hanno nella capacità della moneta di mantenere valore nel tempo. Se il livello dei prezzi sale per via dell’inflazione, la moneta perde valore.”

MMT: Il cd. “valore della moneta” è funzione di ciò che è richiesto dal monopolista in cambio dell’unità di valuta, o come collaterale di prestiti. Se il monopolista della valuta paga e continua a pagare un’ora di lavoro con un’unità di moneta, quell’unità di moneta vale e continua a valere un’ora di lavoro.

MBT: “E se chi decide di stampare più moneta lo fa senza che ad essa corrisponda una crescita delle merci prodotte, l’inflazione sale.”

MMT: La spesa pubblica avviene necessariamente a fronte della produzione di beni / erogazione di servizi, che sono così contabilizzati in termini di valuta (salve le necessità di welfare e assistenza che, si spera, Becchetti stesso non abrogherebbe mai). Non esistono “stampanti di moneta” che lanciano la moneta dai balconi nel vuoto, per intenderci.

MBT: “È vero che negli ultimi tempi l’inflazione nei Paesi ad alto reddito è stata straordinariamente bassa, al di sotto delle attese delle stesse Banche centrali. Frutto certo della più aspra concorrenza sui mercati globali, ma anche del lavoro che le Banche centrali indipendenti hanno fatto per evitare l’aumento dell’inflazione stessa.”

MMT: Becchetti sembra non aver letto i giornali, negli ultimi tempi: le Banche centrali, la BCE per prima, si affannano da anni, senza successo, per aumentare l’inflazione, non per diminuirla. Il perché non riescano né possano riuscire a farlo è stato spiegato da anni dagli economisti MMT.

MBT: “Ma è anche vero che in molti Paesi del mondo il tentativo di avvicinarsi alla MMT finanziando con la creazione di moneta enormi deficit di bilancio ha avviato la spirale dell’iperinflazione.”

MMT: La MMT si sviluppa a partire dalla descrizione del funzionamento dei sistemi monetari moderni, per cui se la MMT “portasse all’inflazione” tutti gli Stati moderni dovrebbero essere in preda all’iperinflazione. Così non è perché l’iperinflazione si sviluppa in presenza di fattori socio-economici ben precisi e spesso concomitanti:

  • sistema produttivo in grave crisi e insufficiente a soddisfare la domanda interna;
  • ridotta o assente capacità di imporre tassazione;
  • ingente debito pubblico denominato in valuta estera/oro;
  • profonde crisi politiche

MBT: “La vera ricchezza di un Paese è dunque la somma delle competenze e della capacità di produrre dei propri cittadini e delle imprese.”

MMT: Corretto.

MBT: “Se questa cresce, la moneta per accompagnare questa crescita c’è.”

MMT: Falso. Una restrizione della spesa come quella indotta dai vincoli eurozona mantiene inattive risorse e competenze di decine di milioni di persone che sono attualmente in cerca di occupazione retribuita, distruggendo le loro esistenze e privando la collettività di un enorme volume di servizi e beni che potrebbero essere prodotti.

MBT: “Il secondo problema fondamentale con le idee della MMT è che l’economia non cresce (e con essa l’occupazione) semplicemente perché le persone hanno più soldi in tasca. E questo per diversi motivi. Il primo è che nell’era della globalizzazione se i prodotti del nostro Paese non sono abbastanza competitivi, quella domanda si rivolge a merci estere, producendo uno squilibrio della bilancia dei pagamenti (e un deprezzamento della moneta verso le altre tramite la svalutazione del cambio). I Paesi che possono stampare tutta la moneta nazionale che vogliono falliscono eccome, perché forti svalutazioni del cambio rendono costosissime le importazioni necessarie per far funzionare l’economia e costringono a contrarre debito estero in valuta il cui valore sale vertiginosamente mano mano che il cambio si svaluta (quello che sta purtroppo riaccadendo in Argentina).”

MMT: I fenomeni citati sono connessi a limiti nelle risorse reali e capacità produttive nel breve periodo. In un’economia monetizzata, la piena capacità di spesa del monopolista rende in ogni caso possibile massimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili e il loro sviluppo. Le restrizioni di spesa lasciano invece risorse inutilizzate, in ogni caso.

MBT: “Per capire da un altro punto di vista questo secondo problema, guardiamo alla previsione degli effetti del Reddito di cittadinanza su crescita e occupazione. Con il Reddito di cittadinanza lo Stato italiano ha messo soldi nelle tasche della popolazione più povera. Quelle risorse si trasformeranno quasi tutte in maggiori consumi. Eppure l’effetto espansivo previsto sull’economia è molto modesto (0,1% del Pil). E l’effetto sull’occupazione è dubbio, perché c’è il rischio di disincentivare la ricerca di lavoro se il reddito è troppo alto.”

MMT: La MMT, tutti gli autori MMT dal primo all’ultimo, per decenni hanno proposto lo strumento del Job Guarantee (lavoro garantito) per massimizzare l’impiego delle capacità lavorative della società e la stabilizzazione del livello dei prezzi.

Il Basic Income, Reddito di Cittadinanza, nelle sue varie forme è pienamente osteggiato dalla scuola MMT. Che Becchetti lo citi argomentando contro la MMT dimostra quanto approfondita sia la sua conoscenza della scuola economica cui rivolge la critica. O, peggio, è la misura della sua onestà intellettuale.

MBT: “Consideriamo inoltre che le maggiori risorse monetarie non producono spesso gli effetti desiderati quando esistono dei ‘tappi’. In Italia, non c’è in questo momento un problema di carenza di liquidità (soldi ne circolano molti), ma di incapacità di avviare investimenti già finanziati, ma non ancora cantierati per via del difficile rapporto tra amministrazione, controllori e giustizia civile. Più di cento miliardi d’investimenti pubblici finanziati ma non cantierati ne sono l’emblema. Non abbiamo bisogno di più soldi, ma di usare efficacemente quelli che abbiamo. L’efficacia di una espansione monetaria nel generare uno stimolo positivo sull’economia dipende inoltre fortemente dal ciclo economico. Nei periodi che seguono una grave crisi finanziaria, aumentare l’offerta di moneta è una ricetta su cui tutti concordano. Il motivo è che una crisi finanziaria distrugge risparmio e istituti bancari e dunque la moneta distrutta va rimpiazzata. È quello che la Federal Reserve americana e la Bce nella UE hanno fatto dopo la crisi del 2007 (la Bce per la verità con un po’ di ritardo).

Una parte importante della critica della MMT riguarda i canali di trasmissione dell’offerta monetaria. Perché passare per le banche? Il motivo è che le banche hanno una funzione moltiplicativa ed allocativa della moneta. Attraverso il moltiplicatore delle riserve moltiplicano le risorse ricevute e con la selezione dei progetti da finanziare allocano la moneta verso chi la può far fruttare maggiormente.”

MMT: Il moltiplicatore delle riserve è un mito che non esiste nella realtà. Quello descritto da Becchetti è un meccanismo che esiste solo nei libri di testo.

Le banche prima erogano i prestiti e successivamente soddisfano i requisiti di riserva (si veda anche Bank of England dal 2014, su questo punto), con una dinamica inversa a quella descritta. Si noti soprattutto che le banche con la selezione dei progetti da finanziare allocano il credito (non *la moneta*) verso chi lo può far fruttare maggiormente, indipendentemente dalla validità di tali progetti nel perseguire il benessere collettivo. Becchetti afferma che i progetti che fanno “fruttare maggiormente” sono quelli auspicabili. Le bolle di speculazione immobiliare alimentate dall’espansione ciclica del credito privato sono quindi meritevoli di apprezzamento, in questa logica.

Il finanziamento per la costruzione di una chiesa o di una moschea non dovrebbe esistere, a meno che non “frutti” qualche cosa.

MBT: “Sostituire a questo canale quello dello Stato che stampa direttamente per finanziare investimenti pubblici o mettere i soldi direttamente nelle tasche dei cittadini espone a rischi enormi di cattivo utilizzo e dunque a probabilità di alimentare spirali inflazionistiche molto elevate.”

MMT: La spesa dello Stato ha alimentato la costruzione di strade, ferrovie, acquedotti, scuole, ospedali, linee telefoniche, etc.. Come commenta Mike Norman: “la spesa sanitaria pubblica finanzia la ricerca contro il cancro, la spesa sanitaria privata finanzia la ricerca sul viagra”. Ecco, la MMT preferisce finanziare il benessere pubblico.

MBT: “Per esigenze di spazio non è possibile approfondire ulteriormente questi spunti. Spero però di aver illustrato che cosa induce la perplessità quasi unanime di economisti e addetti ai lavori nei confronti di un’utopia che nasce con le migliori intenzioni di risolvere i problemi dei più deboli rischiando però seriamente di aggravarli.”

È un vero peccato, perché l’approfondimento è sempre auspicabile e dispiace che prima di commentare la MMT Becchetti non abbia avuto il tempo né di approfondirla né, a quanto sembra, di conoscerla anche solo superficialmente, sentendo comunque il bisogno irrefrenabile di dire la sua. Come abbiamo visto non parlava di MMT, ma di qualcos’altro che esiste solo nella sua mente.


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