Febbraio 2011: l’Istat pubblicava i dati relativi alla disoccupazione in Italia. Era in carica il quarto governo Berlusconi ed era Ministro del lavoro Maurizio Sacconi. I dati:
Il tasso di disoccupazione a dicembre 2010 è rimasto invariato rispetto al mese precedente all’8,6%, ma quello della disoccupazione giovanile continua a salire e si porta al 29% (con un incremento dello 0,1% rispetto a novembre e del 2,4% rispetto a dicembre del 2009), facendo registrare un nuovo record dal 2004.
I dati e l’azione di governo sono commentati da Susanna Camusso sul Sole 24 Ore:
Per Susanna Camusso, leader della Cgil, serve subito «un piano per il lavoro per affrontare i dati drammatici e disastrosi sull’occupazione che investono soprattutto i giovani e le donne del nostro paese». «Perdurano e si acuiscono – aggiunge – gli effetti della crisi economica e a subirne i costi sono i soggetti più deboli: donne e giovani. C’è un urgente bisogno di individuare una strategia di contrasto alla crisi che metta al centro il lavoro come chiave della crescita».
Oggi, a distanza di 5 anni, sappiamo che quello era solo l’inizio di un aumento drammatico dei disoccupati.
L’aspettativa di tanti era che con l’aggravarsi della situazione sarebbe aumentata di pari passo anche l’indignazione dei sindacati tanto da rendere difficile la vita dei governi.
Invece:
Giugno 2012 (Governo Monti), dal Sole 24 Ore:
Disoccupati record al 10,9% – Senza lavoro il 35% dei giovani ed a seguire il commento della Camusso: «È la conseguenza di un Paese che è in recessione e di scelte politiche che non fanno nulla per contrastare gli effetti recessivi sul Paese».
Novembre 2013 (Governo Letta), dal Sole 24 Ore:
Disoccupazione oltre il 12%. La Camusso commenta:«Occorre mirare a far partecipare i lavoratori alle scelte aziendali, non pensare a una partecipazione finanziaria».
E critica il fatto che «la legge di stabilità» riduca «i fondi per i contratti di solidarietà».
Settembre 2015 (Governo Renzi):
La disoccupazione scende al 12% a luglio e Susanna Camusso commenta così sul Sole 24 Ore:
Il calo della disoccupazione registrato dall’Istat è «positivo» ma va guardato attentamente «per capire come e dove intervenire per rafforzare una tendenza che è ancora, purtroppo, marginale rispetto alle reali esigenze del Paese». Così il leader della Cgil, Susanna Camusso che chiede di evitare la «brutta propaganda che produce solo effimere illusioni». Camusso si è rivolta al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al leader di Confindustria, Giorgio Squinzi: «Se tornassero coi piedi per terra e la smettessero con la propaganda il Paese potrebbe cogliere le opportunità che sembrano prospettarsi».
Cinque anni fa 2.000.000 di disoccupati erano il segnale di una situazione disastrosa e drammatica.
A distanza di 4 anni e soprattutto dopo 3.000.000 di disoccupati e una riforma del lavoro che rende più precario il posto di lavoro, ci sono invece opportunità che sembrano prospettarsi.
Tenere viva la memoria sulle ferite inferte dall’austerità nel tempo è un dovere.