Il Commento

Italia “sotto osservazione” UE. Il commento di Warren Mosler

La Commissione Europea pubblica oggi un rapporto sul quadro economico corrente, esposto dal commissario affari economici Olli Rehn. L’Italia è ora sotto osservazione per “squilibri macroeconomici eccessivi”. Secondo la Commissione:

Sono necessari surplus primari molto alti, e al di sopra dei livelli storici perché la manovra 2014 “appare insufficiente” per ridurre il debito pubblico.

La replica del Governo italiano è che il

programma di riforme dell’Esecutivo è in linea con l’analisi della Commissione.

Le azioni delle imprese che hanno affrontato la recessione hanno aperto a

un miglioramento della bilancia commerciale che è passata nel breve arco di 3 anni da un deficit di 30 miliardi nel 2010 ad un surplus di quasi 10 miliardi nel 2013.

Questo il commento di Warren Mosler sulla notizia, a margine di un incontro tenuto oggi in Università di Bergamo in preparazione del prossimo convegno del 10 Marzo co-organizzato da UniBG, Ascom, Confcommercio, Federazione Moda Italia, Rete MMT:

Si, è normale che ci sia un miglioramento della bilancia commerciale, è tipico dei contesti con domanda interna depressa. Non è un buon segnale per l’economia. In termini di scambio reale l’export è un impoverimento, le imprese e i lavoratori lavorano e producono dei beni che saranno goduti da qualche altra parte all’estero. Questo non è ben compreso… per molti anni la Germania ha cercato regolarmente di svalutare il marco che si rafforzava rispetto alle altre valute, in modo tale da poter continuare a produrre internamente e vendere all’estero i propri beni.

Per quanto riguarda il comunicato della Commissione, si tratta sempre delle solite cose. Sono delle misure che possono aver senso in un sistema monetario come il gold standard, un regime a cambi fissi, ma non hanno senso in un sistema a cambi flessibili come è l’Euro rispetto alle altre valute. É una scelta politica, non è un problema del sistema monetario in sé. La BCE dovrebbe garantire il debito degli Stati membri, e può farlo illimitatamente, può fare tutto ciò che è necessario ma avrebbe veramente valore solo se formalizzato in una norma, un trattato scritto. Così gli stati sarebbero nelle condizioni di poter compensare con la spesa in deficit la domanda aggregata che oggi manca. Dovrebbero adeguare i deficit in modo da ottenere la piena occupazione, passare almeno dal 3% all’8%. Invece continuano a fare il contrario, continuano a prendere decisioni che peggiorano le cose.


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