L’atteso “rifiuto dell’austerità” e introduzione di politiche keynesiane da parte di Tsipras sembra non avere mai avuto appigli nella realtà (come già segnalato).
Le politiche keynesiane non sono mai state promesse da Syriza, né sono possibili. Lo scrive senza giri di parole James Galbraith, che collabora con il Ministro Varoufakis (per cui dovrebbe essere adeguatamente informato). In risposta a un commento giornalistico di Cassidy su New Yorker:
NY – “seems to rule out any large-scale embrace of Keynesian stimulus policies.”
([l’accordo] sembra escludere ogni introduzione su larga scala di politiche Keynesiane di stimolo.)
JG – “In what document does any such promise exist? There is no money in Greece; the government is bankrupt. Large-scale Keynesian policies were never on the table as they would necessarily imply exit – an expansionary policy in a new currency, with all the usual dangers. Inside the Euro, investment funds have to come from better tax collection, or from the outside, including private investors and the European Investment Bank. Cassidy’s comment seems to have been pulled from the air.”
(In che documento esiste tale promessa? Non ci sono soldi in Grecia; il governo è in bancarotta. Non sono mai state sul tavolo politiche Keynesiane su larga scala poiché avrebbero necessariamente implicato l’uscita – una politica espansiva nella nuova valuta, con tutti i consueti pericoli. Dentro l’Euro, i finanziamenti per gli investimenti devono provenire da un miglior prelievo fiscale, o dall’estero, inclusi investitori privati e la Banca Europea degli Investimenti. Il commento di Cassidy pare cascato dal cielo.)
http://www.socialeurope.eu/2015/02/greek-deal
L’euro-exit è il presupposto minimo per l’applicazione delle politiche keynesiane.
Le varie voci/forze politiche che non hanno compreso questo punto cruciale e applaudivano alla Grecia che “rifiuta l’austerità” continuando a usare l’euro, semplicemente non conoscono i più elementari principi base di funzionamento dell’Eurozona, e per questo motivo sono totalmente incapaci, oggi, di formulare una proposta politica che abbia un minimo di senso compiuto.