L'Editoriale

Crisi economica: un anno dopo

Crisi economica: un anno dopo

I mercati possono metterci alla prova quanto vogliono… La Bce ha strumenti formidabili da utilizzare e ne ha un’intera batteria.

[Christine Lagarde]

Così si è espressa la Presidente della BCE in un’intervista recente a Bloomberg. Una frase che è stata letta come una sfida agli investitori che spingono al rialzo i rendimenti dei bond sui mercati obbligazionari.

La stessa persona che nel 2012 – ai tempi della direzione del Fondo Monetario Internazionale – negò ogni tipo di supporto alla Grecia nella negoziazione con i mercati (dichiarando: “La Grecia ha avuto bei tempi, ma ora è tempo del payback”), oggi pare ricordare – nel ruolo di Presidente della BCE – quello che noi di Rete MMT già diciamo da tempo: nessuna Banca Centrale può “subire” le prove di forza dei mercati finanziari. L’intera batteria di strumenti a cui si riferisce Lagarde, infatti, altro non è che la facoltà di una Banca Centrale di attuare quelle politiche monetarie in grado di tenere i tassi ad un target prefissato, indipendentemente dagli orientamenti del mercato.

La BCE può sempre metterci al riparo dalle volatilità e dagli umori del mercato, sfruttare o meno queste potenzialità è solo una questione di volontà politica. Sotto crisi pandemica la BCE ha scelto di fare ciò che in altri momenti storici ha rifiutato di fare: tenere sotto controllo lo spread e respingere le turbolenze dei mercati.

“La BCE dovrebbe consentire agli Stati dell’Eurozona di finanziare investimenti pubblici in misura almeno eguale alla stima di crollo del PIL europeo.” Così si esprimeva l’economista Warren Mosler un anno fa sulle pagine di Bergamo Economia.

Serve più deficit.

Tutto ciò però non può bastare. Per risollevarci da una situazione economica drammatica servono scelte coraggiose, caratterizzate da politiche fiscali ingenti e immediate, come avvenuto negli USA dove, tra la precedente amministrazione Trump e con l’attuale piano di Biden, sono stati stanziati oltre 4000 miliardi di dollari.

Da noi gli scostamenti di bilancio, sia dell’ex governo Conte che dell’attuale governo Draghi, hanno solo rimandato il fallimento di molte aziende, che in mancanza di investimenti e una decisa ripresa dei consumi, saranno destinate a chiudere. Non possono bastare i 32 miliardi del Decreto Sostegni. Sono briciole. Servono deficit di maggiore portata e servono subito.

L’ulteriore conferma è offerta dai dati ISTAT riguardanti il reddito delle famiglie e la tassazione.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito dell’1,8% rispetto al trimestre precedente e i relativi consumi finali del 2,5%; sempre rispetto al trimestre precedente, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 2,1%.

La pressione fiscale è stata pari al 52,0%, in crescita di 1,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nonostante la riduzione delle entrate fiscali e contributive.

Tutto questo significa che gli italiani possono comprare meno prodotti e servizi che, di conseguenza, il mercato non produrrà più, creando nuovi disoccupati e quindi un ulteriore riduzione di reddito disponibile per gli acquisti. Siamo davanti alla peggior situazione che l’economa può conoscere, ovvero la spirale deflazionistica, che solo un deciso intervento anticiclico dello Stato può bloccare.

Sul Recovery Fund.

Lo strumento tanto decantato in questi mesi, su cui poggia tutta la politica di aiuti UE, è terribilmente inconsistente sul piano economico (sul nostro sito ne abbiamo scritto a più riprese in questi mesi). È di fatto una mera narrazione funzionale a focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sul dibattito di come spendere bene i fondi (che non ci sono ancora), ignorando la questione principale: la potenza di fuoco – tanto per restare nella metafora della batteria di strumenti della Lagarde – che uno Stato monopolista della valuta può mettere in campo per far fronte ad una crisi. Biden docet.

 

Articolo pubblicato sul numero di aprile 2021 della rivista Bergamo Economia Magazine


Crediamo nella libera circolazione del sapere. Ogni nostro progetto è fruibile gratuitamente e realizzato in forma volontaria dagli attivisti di Rete MMT Italia. Se ti è piaciuto, premiaci con una libera donazione.

Commenta