Primo breve commento ai dati macroeconomici dell’Italia pubblicati a maggio dall’Istat e riguardanti inflazione e disoccupazione.
Tasso di inflazione
Nel mese di maggio prosegue l’onda deflazionistica con l’inversione di segno del tasso di inflazione, che indica la riduzione dei prezzi, ovvero il crollo della domanda interna. I prezzi al consumo in Italia sono diminuiti dello 0,2% su base annua. I prezzi sono diminuiti più rapidamente per trasporti, servizi pubblici e cultura. In aumento, anche se contenuto, i prezzi di alimentari e salute. L’inflazione scende nonostante i decreti Cura Italia e la sospensione del Patto di Stabilità: non c’è una correlazione tra aumento del deficit e inflazione.
Disoccupazione
Nell’aprile 2020 il tasso di disoccupazione in Italia è sceso al 6,3%. Da novembre 2007 non si aveva un dato percentuale così basso e inferiore alle stime, che prevedevano un tasso del 9,5%.
È evidente che una percentuale non rappresenta una condizione assoluta ma va contestualizzata nelle componenti.
Il tasso di disoccupazione calcolato dall’Istat rappresenta il rapporto tra i disoccupati (quelli che formalmente cercano lavoro) e le persone che possono lavorare (occupati + disoccupati).
Nel mese di aprile si è registrato sia un calo degli occupati di 274 mila unità, sia un calo (ancora più consistente) dei disoccupati di 484 mila unità, dato che non include le 746 mila persone che nel mese di aprile hanno rinunciato a cercare lavoro.
Se queste ultime avessero formalmente cercato lavoro, il tasso di disoccupazione sarebbe stato pari al 9,1%, in linea con le stime precedenti.
Chiaramente il tasso di disoccupazione non include il dato sulla cassa integrazione, che resta un indicatore allarmante. Se i lavoratori in cassa integrazione non dovessero rientrare al lavoro, il tasso di disoccupazione salirebbe al 16,9%.