Breve commento ai dati macroeconomici dell’Italia pubblicati dall’Istat.
PIL
Il consolidamento del calcolo dei dati macroeconomici dell’Italia del periodo estivo ha confermato per la nostra economia valori in negativo mai registrati fino ad oggi, che non lasciano più margini di dubbio sul disastro economico e sulle inesistenti azioni di contenimento adottate sino ad oggi dal Governo italiano e dall’UE. La corretta dimensione del disastro economico è leggibile nel raffronto con il fault economico del 2009. Il dato del PIL anno su anno si assesta al – 17,7%, ovvero più del doppio rispetto al dato già drammatico del 2009.
Il dato sulla crescita trimestrale dopo il crollo del primo trimestre, pari a – 5,5%, vede nel secondo un ulteriore crollo del -12,8%.
Su questo dato occorre chiarire che la frase utilizzata dall’ISTAT che definisce i dati come “mai registrate dal 1995” è da leggere nella sua completezza:
Il Pil ha fatto registrare nel II trimestre il valore più basso dal primo trimestre 1995, periodo di inizio dell’attuale serie storica.
Il dato è determinato dal crollo della domanda aggregata interna, che ha e avrà pesantissime ripercussioni sul tasso di disoccupazione ampliando gli effetti della spirale deflazionistica già innescata.
Tasso di inflazione
Il tasso di inflazione prosegue il suo costante decremento, raggiungendo per il mese di agosto un -0,5%. A comporre il dato anche la riduzione da parte dei costi di servizi, energia e abitazioni, mentre il prezzo degli alimentari e delle bevande continua a crescere. Questa situazione è la peggiore per le famiglie a basso reddito, la cui spesa è prevalentemente concentrata sull’alimentazione.
Bilancia dei pagamenti con l’estero
La bilancia dei pagamenti con l’estero vede una ripresa in termini assoluti dell’import e dell’export, con un bilancio che rimane positivo con un contributo pari al 3% del PIL.
Disoccupazione
Il tasso di disoccupazione per il mese di luglio pari al 9,7% si è riportato ai valori di settembre 2019, con la differenza che oggi si contano 550˙000 lavoratori occupati in meno a parità di disoccupati. Questo significa che il dato è destinato a peggiorare quando terminerà il sostegno della cassa integrazione.
Il peggioramento del dato è purtroppo meglio visibile sul tasso di disoccupazione relativo ai giovani.