La Teoria

L’export spiegato con un modellino a 3 Paesi

L'export spiegato con un modellino a 3 Paesi

Esportazione netta: quando devi produrre ma non puoi consumare

Pensiamo a un mondo con 3 Paesi.

Il primo Paese si chiama AUSTERO: in questo Paese si sono fatte tutte le riforme strutturali possibili e il livello dei salari è molto basso. In questo contesto tutta la produzione viene esportata e nulla viene importato perché i consumi sono a 0.

Tutti lavorano tantissimo ma nessuno usufruisce di beni e servizi, si crea ricchezza reale e si manda via.

Ora pensate ai 2 altri Paesi, BENESSERE e SOMMA: in queste 2 nazioni tutti lavorano moltissimo, ma al contrario di AUSTERO, il tenore di vita è altissimo.

Tra BENESSERE e SOMMA vi è un grande interscambio commerciale ed il totale di merci e servizi che i 2 Paesi si scambiano si eguaglia in valore.

Nonostante ciò sia BENESSERE che SOMMA importano molto più di quanto esportano. I 2 Paesi, infatti, assorbono la produzione di AUSTERO.

SOMMA e BENESSERE oltre che del valore reale da loro prodotto godono di quello ricevuto dalla auto-privazione dei lavoratori di AUSTERO!

Ricapitolando:

  • Sul territorio di AUSTERO non resta nuova ricchezza reale (tutto viene esportato).
  • Nel resto del mondo invece vi è la produzione realizzata da privazione più quella locale.

Ci si aspetterebbe che a un certo punto AUSTERO capisca che, per l’economia reale, ciò che conta è quanto puoi ottenere in cambio di ciò che mandi all’estero (termini reali di scambio).

Invece ciò che succede è che anche il governo di SOMMA si convince di voler diventare “competitivo”. Vuole dimostrare al mondo che può esportare più di quanto importa: il suo obbiettivo è realizzare esportazioni nette!

Per riuscirci fa in modo di far crollare i consumi interni tramite misure di austerità (+ tasse e – spesa pubblica): se crollano i consumi necessariamente crollano le importazioni.

  • Crollano le importazioni e il Paese comincia ad esportare più di quanto importa.
  • Crolla la domanda aggregata di beni e servizi (la spesa totale fatta all’interno di SOMMA) e parte della produzione di SOMMA non riesce più ad essere venduta. All’interno di SOMMA non vi è più una domanda aggregata, una spesa di beni e servizi , capace di comprare, di assorbire, la produzione di quando tutti sono al lavoro. SI GENERA QUINDI DISOCCUPAZIONE IN SOMMA.

Chi continua a prosperare è solo BENESSERE.

L’unico Paese che ha capito che in economia è meglio ricevere che dare.

L’unico Paese che ha capito che il senso di lavorare è consumare e che l’austerità di senso non ne ha.

FLUSSI FINANZIARI

Fino ad ora non abbiamo considerato nessun flusso finanziario: abbiamo ragionato puramente in termini reali (in termini di beni e servizi).

Se complicassimo l’analisi introducendo la moneta potremmo pensare che le cose cambino drasticamente, potremmo pensare che AUSTERO sia la nazione che ha accumulato più risparmio. Ci sbaglieremmo!

I 3 Paesi possiedono uno Stato con sovranità monetaria. Uno Stato che è emettitore della sua valuta e che non ha bisogno di riscuoterla prima di spenderla.

Uno Stato sovrano che vuole rispondere al bisogno di risparmio della sua economia deve semplicemente aumentare la differenza tra spesa pubblica e tasse: per esempio se uno Stato spende 100 e tassa solo 90 necessariamente aumenterà di 10 di risparmio in più tra i privati.

Ogni volta che lo Stato spende un soldo possono succedere solo 2 cose: o quel soldo viene usato dal privato per pagare le tasse o finisce nelle tasche, nei risparmi, di qualcuno. La moneta spesa dallo Stato o ritorna allo Stato con il gettito fiscale o rimane nell’economia.

Se lo Stato spende più di quanto tassa (spesa a deficit) crea sia ricchezza reale (beni e servizi resi disponibili mediante la spesa pubblica) sia risparmio finanziario per la sua economia. Questo è un comportamento virtuoso.

Il contrario della spesa a deficit è l’austerità: uno Stato che tassa più di quanto spende erodendo il risparmio dei cittadini. Uno Stato che spende 100 e tassa 110 drenando 10 dalle tasche dei cittadini.

AUSTERO non fa spesa a deficit per evitare di aumentare i consumi interni e diminuire le sue esportazioni.

BENESSERE, al contrario, fa sempre spesa a deficit aumentando sia la ricchezza finanziaria sia la ricchezza reale presente sul suo territorio.

L’ITALIA OGGI

Il nostro Paese negli ultimi tempi sta registrando una bilancia commerciale in attivo, esportiamo più di quanto importiamo.

Pochi si sono accorti che le esportazioni nette che stiamo registrando sono legate soprattutto al crollo dei consumi interni, e quindi delle importazioni.

Mandiamo all’estero ricchezza reale senza ottenere in cambio altrettanta ricchezza reale. Ciò che guadagniamo sono semplici bit in computer che potremmo benissimo produrci da soli se avessimo una moneta sovrana.

L’austerità che l’Europa si sta auto imponendo toglie i soldi dalle tasche degli agenti economici che consumando meno aumentano la disoccupazione. L’austerità é solo una delle peggiori forme di crudeltà!

 

Articolo pubblicato sul numero di luglio 2014 della rivista Bergamo Economia Magazine


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