L'Editoriale

Tra un modello e l’altro c’è di mezzo la pandemia

Tra un modello e l'altro c'è di mezzo la pandemia

Quando la ricerca deve slegarsi dalla logica del profitto.

Senza un supporto su larga scala del governo non ottieni le cure contro il cancro, ma il Viagra. Qualcosa che è facile da commerciare e una manna per le società private.

[Mike Norman]

La pandemia ha dimostrato i limiti del frame teorico secondo cui lo Stato finanzia la spesa con le tasse dei cittadini e delle imprese e, quando questi introiti non sono sufficienti, è costretto a prendere in prestito altra valuta emettendo buoni del tesoro che rimborserà attraverso la riscossione di tasse future.

Se uno Stato si muove all’interno di questa cornice teorica, rinuncia a quella capacità progettuale necessaria per gestire una società in continua evoluzione, ancor più in fasi emergenziali come quello che stiamo vivendo. Davanti ad ogni problema si porrà sempre la domanda “dove trovo i soldi?”, anche se nella realtà è una domanda priva di senso per il monopolista della valuta (concetto su cui abbiamo scritto in più occasioni su questo magazine).

Al contrario, uno Stato consapevole del funzionamento della moneta moderna, sa che è sempre nelle condizioni di “comprare” tutte le risorse che possono essere pagate con la valuta che emette. Questa consapevolezza è il punto di partenza per far sì che le società moderne possano esprimere appieno le potenzialità che offrono.

J. D. Alt, studioso statunitense dell’ergonomia sociale, in un articolo di qualche mese fa porta un esempio utile a capire la differenza tra i due frame. Negli anni ’80, durante l’epidemia di SARS le case farmaceutiche statunitensi intravidero la possibilità di fare profitto nello sviluppo del vaccino. Portarono avanti la ricerca, ma si fermarono ad un passo dal risultato finale, quando il virus della SARS si placò di colpo: era scomparso il mercato potenziale! D’altronde il profitto è lo scopo di un’azienda privata, che non ha motivo di continuare la ricerca se non ha un mercato al quale vendere il prodotto. Probabilmente lo sviluppo di quel vaccino si sarebbe potuto rivelare utile nella ricerca del vaccino Covid. Ma chi è che può avere l’interesse a portare avanti nel tempo una ricerca che non ha un riscontro immediato e sicuro? Solo lo Stato, consapevole del proprio ruolo e dei propri strumenti. Diversamente rischiamo che anche questa pandemia non ci insegni nulla.

 

Articolo pubblicato sul numero di febbraio 2021 della rivista Bergamo Economia Magazine


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