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Terrones: quando la povertà dei Sud è una scelta politica

Venerdì scorso si è svolta a Cagliari la conferenza Terrones, che ha visto confrontarsi Pino Aprile (autore di Terroni), il Prof. Carlo Felice Casula (docente di Storia Contemporanea all’Università degli Studi Roma 3) e Daniele Basciu di Rete MMT.

Pino Cabras, moderatore degli interventi e co-direttore di Megachip.info, ha invitato i relatori a ragionare sulle eventuali similitudini tra il processo di “terronizzazione” del Sud d’Italia ad opera del regno sabaudo dopo la guerra di conquista dell’unificazione d’Italia, documentata nel libro “Terroni”, e l’attuale processo di smantellamento della capacità produttiva del Sud Europa ad opera delle politiche di austerità della UE.

Le opinioni su questo tema sono state differenti.

Per Pino Aprile si può parlare di una “terronizzazione” del Sud Europa che coinvolge la Grecia, il Portogallo, la stessa Italia, ecc. ma va riconosciuto a suo parere che il processo di integrazione europea, per quanto difettoso, ha avuto comunque il merito di garantire la pace tra le nazioni. Secondo lo scrittore i difetti del processo di integrazione, compresa la moneta unica, possono essere migliorati, ma resta valido ed attuale il sogno europeo.

Il prof. Casula vede nell’Italia, per quanto nata su una sanguinosa guerra di occupazione, un caso di unificazione statale di indubbio maggior successo rispetto a quanto avvenuto in Germania e Jugoslavia. Riguardo l’Europa di oggi, sostiene che debba guardare al Mediterraneo, che rappresenta oggi la sua sfida maggiore.

Per Daniele Basciu esiste un filo rosso che unisce il Sud di ieri e il Sud Europa di oggi. Chi colonizza e depaupera un Paese lo fa per depredare il colonizzato delle risorse materiali, compresa la forza lavoro, e non delle risorse monetarie. L’imposizione della valuta del colonizzatore in questo processo rappresenta il mezzo, non il fine: imporre una tassazione nella propria valuta consente al “colonizzatore” di avere a disposizione la forza lavoro del colonizzato e i suoi beni materiali. Oggi, in Eurozona, l’austerità sostituisce lo strumento della guerra di conquista di ieri.

Si può oggi affrontare la questione meridionale senza gli strumenti di interpretazione e soprattutto di soluzione della macroeconomia? Noi pensiamo di no. Il Sud d’Italia, come il Sud d’Europa, può tornare a crescere e avere occupazione, ma questo è possibile solo con un chiaro progetto di sviluppo e la spesa in deficit dello Stato. Non esistono motivi tecnici per cui il Sud Europa debba avere tutta questa disoccupazione, ma si tratta di una scelta politica: la scelta di lasciare i deficit troppo piccoli. Il risultato sarà una nuova, seconda terronizzazione, che investirà il Sud che ancora non è uscito dalla prima e, stavolta, ricadrà anche sul Nord italia, in un processo che a questo punto è già in corso da anni.


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