L'Editoriale

Riflessioni sulla seconda Conferenza Internazionale sulla MMT – Parte 3

Riflessioni sulla seconda Conferenza Internazionale sulla MMT – Parte 1

Ci sono cose che vanno considerate e sulle quali riflettere

Durante la Conferenza ho ascoltato molti relatori dire che ci sono molte cose che vanno considerate e valutate in merito alla progettazione e all’implementazione di un sistema di impiego garantito.

Concordo sul fatto che dobbiamo sempre mantenere una mente aperta e considerare tutti i possibili punti di vista che potrebbero sorgere. Dobbiamo sempre fare attenzione alle cosiddette conseguenze involontarie.

Ma ciò non significa che occorra continuamente reinventare la ruota.

Mi ha infastidito il fatto che nessuno dei presunti dubbi che ho sentito sollevare sul Job Guarantee durante la Conferenza fossero nuovi al gruppo storico MMT.

Inoltre, il fatto che queste tematiche fossero sollevate in questa Conferenza è indicativo del fatto che le persone, non iniziando dal principio, non diventano pienamente consapevoli di cosa sostenga la MMT, [non] prima di proporsi come relatori pubblici – in questo contesto, come componenti del comitato – e presentarsi in un modo o nell’altro come “esperti”.

So che gli accademici adottano un particolare approccio alle cose, in particolare quelli che lavorano con la ricerca. Ma questo non può essere una scusante per un non-accademico per ignorare l’enorme opera che abbiamo prodotto negli ultimi 25 anni circa, esaminando tutti questi temi nel dettaglio – sia dal punto di vista teorico sia da quello operativo.

Ottimismo e realismo

C’è stata una massiccia ondata di ottimismo alla Conferenza. Sono state fatte affermazioni del tipo “abbiamo vinto”. La mia opinione personale è che non siamo neanche vicini a “vincere”.

La mia vena realistica mi dice che stiamo facendo buoni progressi, ma i sistemi di idee non cedono facilmente la loro posizione dominante.

Perché il nuovo ordine di idee stabilisca una coesione e affinché quella coesione sia stabilità con i dati fino a divenire visibile e compresa, il processo è lungo.

Sebbene la composizione dei partecipanti alla Conferenza abbia confermato che la MMT si è diffusa al di là della disciplina economica, in altri ambiti di attività accademica (in giurisprudenza, nel campo umanistico, nelle scienze sociali, ecc.), il mio punto di vista è che non si potrà cantare “vittoria” finché non si diffonderà al grande pubblico dei Dipartimenti di economia.

La realtà è che il processo di sviluppo della politica economica è dominato dagli economisti in vari modi. Coloro che si laureano in questi Dipartimenti (e i loro programmi) entrano nel servizio pubblico, nelle banche centrali, nei dibattiti economici, e dominano il processo di costruzione della politica economica.

Il punto è che i programmi accademici di economia, sia quelli pre sia quelli post laurea, in questo momento non sono sensibili al cambiamento. Perfino a seguito della grande crisi finanziaria sono state fatte pochissime modifiche ai programmi didattici e ai libri di testo che li supportano.

È anche importante non farci prendere la mano. I gruppi hanno la tendenza a costruire le proprie narrative, che possono iniziare facilmente a mostrare segni di pensiero di gruppo [1]. Rimanere con i piedi per terra e aperti è un modo per mettersi al riparo da questo tipo di tendenza.

Necessità di una formazione continua

Anche se la Conferenza ha dimostrato che è stato fatto un progresso significativo nel progetto MMT ed è chiaro che abbiamo sviluppato una letteratura coerente, c’è ancora tanto da fare.

Ci sono vari ruoli da ricoprire in questo sforzo ininterrotto.

Le reti di attivisti stanno crescendo e ora devono connettersi su scala globale. Sono in corso sforzi per ottenere questo risultato. C’erano molti gruppi di attivisti (e individui) differenti che provenivano da tanti Paesi diversi. Persino la Mongolia era rappresentata (Un saluto al coraggioso!).

Unendo persone in questo modo per una full-immersion di dialogo sulla MMT, la Conferenza sta fornendo un contributo importante all’ampliamento e all’intensificazione delle reti di attivisti.

Durante la Conferenza ho riflettuto su quale sarà il mio ruolo nel progetto MMT.

Parallelamente all’attivismo nella sfera pubblica, c’è ancora un ruolo educativo importante e continuativo [da ricoprire] per assicurare che le manifestazioni pratiche del Progetto restino in connessione con la letteratura che abbiamo prodotto.

La formazione dà potere.

Questo è il mio ruolo ed è il principale motivo per cui ho iniziato questo blog.

In questo contesto, ho già segnalato che nel 2019 la “Università MMT” inizierà ad offrire corsi al pubblico. Vincoli imposti da varie autorità sull’uso del termine “università” mi costringeranno probabilmente a rinominare l’iniziativa in “Formazione MMT” o qualcosa di simile.
Il lancio dei programmi di insegnamento, attualmente, è previsto in concomitanza con la pubblicazione del nostro libro di testo “Macroeconomics” edito da Macmillan Palgrave nel febbraio 2019.

Il gruppo storico MMT supporterà le attività accademiche di questo lavoro.

Prevediamo di offrire corsi di livello introduttivo alla MMT e poi una serie di corsi di Macroeconomia fino al livello accademico, che saranno costruiti attorno a questo libro di testo.

Macmillan ha anche indicato che venderà il libro di testo a 75$. Saprò quanto dovrebbe costare nel mercato europeo e britannico venerdì (domani).

Ma sarà un prezzo molto interessante, sebbene io sappia che precluderà l’acquisto a molti lavoratori e a persone con meno mezzi. Nei prossimi mesi lavorerò ad una soluzione a questo problema di equità nell’accesso.

L’iniziativa sarà una parte fondamentale del Progetto MMT corrente.

Però, nonostante non abbia bisogno di grandi finanziamenti per portare avanti lo sforzo, la realtà è che [comunque] ho bisogno di un po’ di fondi. Il mio obiettivo è di circa 150˙000$ l’anno.

Voglio anche assicurare il supporto finanziario per un lungo periodo (diciamo tra i 5 e i 10 anni) così che possiamo pianificare ex ante, con una certa sicurezza sulle risorse disponibili.

Sto quindi cercando sponsor che siano pronti a impegnarsi in questa parte del progetto.

Mi sto muovendo per creare un’organizzazione no-profit di tipo 501(c) negli Stati Uniti il mese prossimo, che ci permetterà di raccogliere fondi e di impiegarli nella “Formazione MMT” con una modalità che possa garantire riservatezza al donatore che la desideri.

Quindi, se sei nella condizione di poter aiutare, sarei interessato ad ascoltarti. Il supporto finanziario sarà usato per dotarci di una capacità amministrativa e permetterci di offrire programmi gratuiti a coloro che sono interessati ad apprendere la MMT in modo sistematico.

Disponibilità del gruppo storico MMT

Nella sessione finale è stato evidenziato il fatto che gli attivisti fossero in qualche modo intimiditi dalla presenza del gruppo storico MMT alla Conferenza e fossero quindi reticenti a stabilire un contatto.

Sono state fatte affermazioni e altri commenti adulatori per cui saremmo stati “celebrità”, “eroi”. Queste si sono frapposte come vincolo “sociale” all’interazione tra la comunità di attivisti e il gruppo storico MMT.

Questo tema è stato introdotto esplicitamente nell’ultima sessione, durante la quale ero nell’ultimo gruppo.

La mia risposta è stata questa.

Ho notato che l’uso del termine “eroe” e simili mi ha messo profondamente a disagio.

Penso anche che questa sia una curiosa tendenza culturale propria degli Stati Uniti. Nessuno in Australia mi chiamerebbe “signore” o si sentirebbe in difficoltà a rivolgersi a me chiamandomi per nome (Bill).

Però, ogniqualvolta sono negli Stati Uniti, le persone mi chiamano “signore” o “professore” anche se ci siamo già presentati.

In termini di accessibilità, quindi, funziona in entrambe le direzioni. Se una cultura fa sì che alcune persone possano sedere su piedistalli, allora non deve sorprendere che queste vengano considerate inavvicinabili su un piano personale.

Ho fatto presente che nessuno degli accademici del gruppo storico MMT era riluttante ad essere avvicinato.

Siamo tutti lavoratori che fanno il loro lavoro. Non pensiamo che il lavoro che facciamo ci attribuisca uno status più elevato degli altri. È solo quello che facciamo.

In effetti penso che gli addetti alle pulizie con una paga bassa, per esempio, stiano facendo un lavoro più importante e dovrebbero essere pagati di più, perché prevengono grandi disastri sanitari.

Conclusione

Spero che questi due post abbiano fornito chiarimenti a qualcuno dei problemi che ritengo siano emersi durante la seconda Conferenza Internazionale sulla MMT che si è tenuta lo scorso fine settimana a New York.

In generale, non voglio che nessuno di questi “chiarimenti/critiche” adombri questo senso soverchiante di ottimismo, entusiasmo ed energia che è stato evidente nella Conferenza.

Il mio proposito è quello di proseguire nel mio ruolo di educatore, che è parte dello sforzo generale ad ampliare la consapevolezza della MMT e a guidare le applicazioni politiche, che da questa accresciuta comprensione sociale derivano, in una direzione progressista piuttosto che reazionaria.

Stasera sono nuovamente a Dublino per un altro evento pubblico, nel seguito troverete i dettagli su questo evento e su quelli che seguiranno in Gran Bretagna e in Europa.

 

Note del Traduttore

1.^ Groupthink, o pensiero di gruppo, è il termine con cui, nella letteratura scientifica, si indica una patologia del sistema di pensiero esibito dai membri di un gruppo sociale quando questi cercano di minimizzare i conflitti e raggiungere il consenso senza un adeguato ricorso alla messa a punto, analisi e valutazione critica delle idee. Fonte: Wikipedia.org.

 

Originale pubblicato il 4 ottobre 2018

Traduzione a cura di Luca Giancristofaro, Supervisione di Andrea Sorrentino


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