L'Editoriale

Povertà e Neet, un futuro buio per i giovani

Povertà e Neet, un futuro buio per i giovani

Le notizie rilevanti in questo mese sono due, ed entrambe riguardano le fasce giovani della popolazione in Italia

Il primo punto è l’incremento della povertà (4,7 milioni gli italiani in povertà assoluta, secondo ISTAT), con un accento particolare e drammatico: l’incidenza della povertà aumenta al diminuire dell’età e raggiunge il massimo, nei nuclei familiari, nelle famiglie con capofamiglia di età inferiore ai 35 anni (10,4%).

La perdurante contrazione dell’economia, indotta dall’austerità, scava un solco sempre più profondo che marca l’emarginazione delle fasce demografiche che dovrebbero costruire il futuro.

Il dato risulta ancora più preoccupante se considerato in abbinamento con il dato italiano relativo ai giovani “Neet”, under 24 che non hanno né cercano un lavoro e non sono impegnati in nessun percorso di studio / formazione.

I Neet in Italia sono poco meno del 20% (19,9%), ed insieme ai disoccupati (oltre il 37%) della stessa fascia di età costituiscono un enorme, potenziale, bacino di “nuovi poveri” per il prossimo futuro, non accumulando un bagaglio né formativo né esperienziale in termini lavorativi.

In questo senso si configura una sorta di “scivolamento” nel tempo della classe d’età attualmente più svantaggiata lavorativamente parlando, per andare a occupare in futuro posizioni tendenzialmente precarie, con redditi bassi e discontinui, e intrinsecamente più esposti al rischio povertà.

Queste fasce e gruppi di giovani “si candidano” ad occupare stabilmente posizioni di disoccupazione / sottoccupazione di lunga durata, che con il tempo diventano quasi “endemiche” e irreversibili se non in presenza di inversioni di tendenza macroeconomiche, di rovesciamento del quadro attuale di bassi livelli di spesa aggregata e elevata pressione fiscale.

 

Articolo pubblicato sul numero di luglio 2017 della rivista Bergamo Economia Magazine


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