La Teoria

MMP Blog #17: Chiarire la distinzione tra l’aspetto reale e quello finanziario (o nominale)

MMP Blog #17: Chiarire la distinzione tra l’aspetto reale e quello finanziario (o nominale)

La scorsa settimana abbiamo fatto una breve digressione sul caso Eurolandia, che sta crollando [proprio] mentre ne stiamo parlando. Ovviamente abbiamo proceduto troppo rapidamente per poter fornire un’analisi approfondita dei problemi che la caratterizzano. Incoraggio i lettori a leggere le prime pagine di NEP [New Economic Perspectives, NdT] per gli articoli opportuni. Poiché questo è un Primer, vogliamo che somigli più ad un libro di testo. Se Eurolandia si disintegrerà completamente prima della prossima estate, allora aggiungerò un’altra sezione per fare l’autopsia del malaccorto esperimento di separare i Paesi dalle proprie valute. Solo in un limitato numero di contesti questo può funzionare – e l’Europa non è uno di essi.

La scorsa settimana abbiamo ricevuto un quesito molto ponderato, che abbiamo riportato interamente in calce (sebbene abbia rimosso il nome dell’autore, per rispetto della privacy). Penso che l’autore sollevi punti sufficientemente importanti, tanto che questa settimana dovremmo fare un’altra, inattesa, digressione. Questo è il grande vantaggio di procedere con il Primer in questo modo: posso vedere dove ho fallito nello spiegare in modo adeguato qualcosa. Avevo supposto che la distinzione tra [il concetto di] reale e [quello di] finanziario (nominale) fosse chiara – ma evidentemente non lo era.

A questo punto potreste voler saltare a fondo pagina per leggere il quesito. Riassumerò il punto principale più tardi, ma – mi aspetto che molti di voi siano d’accordo con l’autore – andate avanti e leggetelo prima. Poi andremo a rispondere.

Ok, lasciate che io provi a spiegarlo nel modo più chiaro possibile.

L’unità monetaria dello Stato è un pratico strumento di misura che usiamo per misurare crediti, debiti e un qualcosa di alquanto esoterico che potremmo chiamare “valore”. Sono abbastanza sicuro che tutti voi abbiate chiaro che crediti e debiti ne facciano parte. Io devo le tasse allo Stato ed esse sono misurate in un certo numero di Dollari. È il mio debito e [contemporaneamente] l’asset dello Stato, e possiamo registrarlo su bilanci digitali. Io ho dei depositi presso la mia banca misurati in Dollari, che sono ITD della banca [nei miei confronti] ed [allo stesso tempo] il mio credito (di nuovo, esistono solo sotto forma di cariche elettriche sul nastro di un calcolatore).

Il “Valore” è un concetto più difficile. Abbiamo bisogno di un’unità di misura che sia adatta a misurare cose eterogenee. Non possiamo utilizzare colore, peso, lunghezza, densità e così via. Per ragioni storiche su cui non mi soffermerò ora, solitamente noi usiamo la Moneta di conto dello Stato. Altrimenti, possiamo solo misurare il valore in termini della cosa in sé. Ad esempio, è abbastanza semplice misurare il valore dello zucchero in termini di zucchero – il peso dello zucchero andrà bene, e se i cristalli fossero uniformi, in realtà, li potremmo contare. Comunque, di solito noi misuriamo il volume dello zucchero, almeno per scopi culinari. Ma non possiamo dire solamente “tazza”, dobbiamo dire “tazza di zucchero” e poi definire cosa intendiamo per zucchero.

Ora, io potrei prendere in prestito un tazza di zucchero da te e scrivere “ITD una tazza di zucchero”. Ma potremmo ugualmente concordare di esprimere l’ITD in Dollari, poiché viviamo in una società fortemente monetizzata che usa la Moneta di Stato o la misura nominale – il Dollaro – come unità di conto. Diciamo che il prezzo corrente dello zucchero in negozio sia di circa 1$ a tazza, quindi scrivo l’ITD come “ITD un Dollaro”. Ti potrei ripagare con un Dollaro (ITD dello Stato), una tazza di zucchero, o qualcos’altro che entrambi riteniamo che valga un Dollaro.

Quando vado a calcolare il totale della mia ricchezza terrò conto di tutti gli ITD espressi in Dollari che mi devono le banche, lo Stato, altri istituti finanziari, gli amici, la famiglia e così via. Questa è la mia ricchezza finanziaria lorda (che potrebbe includere persino alcuni di quegli “ITD reali, tazze di zucchero”, se esiste una ragionevole aspettativa che io possa ottenere Dollari da coloro che mi devono zucchero). Analogamente, conto tutti i miei ITD nei confronti di banche, dello Stato, della famiglia e degli amici (e, di nuovo, se ho emesso ITD espressi in tazze zucchero, il cui il pagamento potrebbe essere imposto in Dollari, li dovrei includere nel conteggio. Se i miei crediti e i miei debiti di tazze di zucchero non verranno mai convertiti in Dollari, allora dovrei trattarli come asset e passività in termini reali – e posso sottrarre le passività dalle attività per ottenere la ricchezza reale netta in termini di tazze di zucchero. Altro sulla ricchezza reale nel seguito). Quando sottraggo questi ITD finanziari dalla mia ricchezza finanziaria lorda ottengo la mia ricchezza finanziaria netta.

Chiaramente non ho ancora finito. Ho una casa e un’auto (e magari un po’ di zucchero nel mobiletto della cucina). Supponiamo che per [avere] questi beni io abbia contratto dei debiti, poiché ho contratto un prestito (cioè emesso un mio ITD nei confronti della la banca o della società finanziaria dell’auto, ecc). Questi fanno parte dei miei ITD finanziari considerati nel calcolo precedente. Ma sto pagando da anni, quindi l’ITD pendente è molto inferiore rispetto al valore della mia auto e della mia casa. Conto il valore monetario dell’auto e della casa e lo aggiungo ai miei asset finanziari per ottenere gli asset lordi.

Ora, il modo esatto con cui valuto la casa e l’auto è complicato e soggetto a regole contabili. Ma – in questa sede – non è importante per cogliere il principio. Consideriamo il valore totale degli asset lordi (finanziari più reali) e vi sottraiamo le passività pendenti (di solito finanziarie, ma potrebbero esserci degli ITD di zucchero espressi in termini reali) per ottenere la ricchezza netta. Che comprenderà ovviamente asset reali più ricchezza finanziaria netta. Così la ricchezza totale netta sarà superiore alla ricchezza finanziaria netta perché possiedo asset reali (l’auto, la casa).

(Potrei anche avere una ricchezza finanziaria negativa che sia – si spera – più che compensata da asset reali positivi. Altrimenti sono “sott’acqua”)

In questo Primer, per la maggior parte del tempo ci concentriamo sull’aspetto monetario dell’economia (infatti su ciò che Keynes chiamava “produzione a mezzo di moneta” e Marx M-C-M’), in cui la produzione inizia con la Moneta [utilizzata] per produrre una merce da vendere al fine di ottenere “più Moneta” (i profitti). Ci concentriamo su di essa perché fondamentalmente è l’essenza del capitalismo, e ci preoccupiamo essenzialmente di [capire] come funziona la “Moneta moderna” in un’economia capitalistica (si noti però che [il principio] “le tasse guidano la Moneta” si applica anche a società precedenti, non capitalistiche).

Eppure, persino nel capitalismo è ovvio che non tutta la produzione richiede Moneta all’inizio [del processo produttivo] e non tutto viene intrapreso con la prospettiva di realizzare un profitto. Tra due ore circa vedrò di occuparmi della cena e lavare i piatti. Non sarò pagato, né guadagnerò alcun profitto. Ora, almeno una parte di questo processo “produttivo” inizia con la Moneta – ho comprato la maggior parte degli ingredienti per cucinare, l’acqua e il sapone per lavare. Ma una parte degli ingredienti (in particolare il mio lavoro) non verranno acquistati.

È importante questo genere di produzione? Senza dubbio – persino in un’economia capitalista fortemente sviluppata come quella americana – è difficile immaginare in che modo una produzione monetaria possa avere luogo senza che sia coinvolto il lavoro non retribuito per la “riproduzione” della “forza lavoro” (questi sono i termini di Marx – possono essere sostituiti con “per supportare la famiglia che mette a disposizione i lavoratori”). Lavori domestici, educazione dei figli, ricreazione, relax e così via sono questioni critiche, e per lo più non comportano transazioni monetarie. Possiamo – e qualche volta lo facciamo – stimarne comunque il valore monetario. Non vi è solo una dimensione “flusso” (ricordiamo la spiegazione dei primi blog del MMP) nel lavaggio giornaliero dei piatti, ma anche una dimensione “stock” – [ossia l’] accumulo delle conoscenze e delle abilità di cui i nostri giovani avranno bisogno più avanti (è spesso chiamato “capitale umano” dagli economisti). Questo stock (crescente) dovrebbe essere aggiunto ai nostri “asset reali” e, pertanto, alla nostra ricchezza netta complessiva. Ovviamente è molto difficile misurare tutto ciò in termini di Dollari.

Cento o duecento anni fa molte persone costruirono le proprie case, dopo aver ricavato una radura nella landa selvaggia, ucciso leoni, tigri, orsi e così via, e scacciato la popolazione indigena. Dissodarono e piantarono semi (che avevano fatto crescere in precedenza). Magari vendettero una piccola parte della produzione della loro fattoria, acquistarono qualche bene e pagarono qualche tassa. Ma, per la maggior parte, queste persone vissero le loro vite senza un grande uso di Moneta. Avevano pochi debiti finanziario e pochi asset finanziari. Ma chiaramente avevano asset reali, e quegli asset erano produttivi (anche se la produzione era soprattutto destinata al consumo). Volendo, possiamo attribuire un valore monetario a tutto ciò. Dalla prospettiva di quei “coloni” (una pessima scelta di parole, ma [esse sono] usate comunemente per ignorare quel che veniva fatto alle popolazioni indigene, agli animali e – più in generale – all’ambiente) fare un simile conto sarebbe stato un esercizio piuttosto sciocco, ovviamente.

Almeno finché non avessero deciso di vendere la fattoria e ritirarsi su una spiaggia in Florida.

Oggi, se costruite un capanno da lavoro che aumenta il valore della vostra proprietà, potete aggiungerlo alla vostra ricchezza netta totale (ridotta, ovviamente, di ogni nuovo debito [contratto] o riduzione dei risparmi [impiegati] per l’acquisto dei materiali). Quando vendete la proprietà, ottenete quel valore in forma monetaria (incluso il valore aggiuntivo dovuto al capanno che avete costruito).

La domanda è: da dove è arrivata quella Moneta? Dunque, l’acquirente ha emesso un ITD nei confronti di un prestatore; il prestito deve essere un pochino più grande [del valore originario della proprietà] per coprire il maggior valore della proprietà che deriva capanno da lavoro che avete costruito. Quando vendete la proprietà monetizzate l'”asset reale” costituito dal capanno da lavoro che avete realizzato.

Diciamo, comunque, che l’acquirente abbia pagato “in contanti” (scrivendo un assegno su un deposito a vista). Bene, possiamo entrare rapidamente in un regresso infinito, perché ora dobbiamo scoprire come l’acquirente abbia ottenuto il credito depositato in banca. Forse ha semplicemente venduto una casa sulla Costa Ovest – ad un acquirente che aveva contratto un mutuo. Quindi possiamo comunque ricollegare il suo deposito a vista ad un prestito bancario – e ricordarci dai blog precedenti che il modo in cui le banche erogano prestiti è accettando un ITD (detenuto come asset della banca) e creando un deposito a vista (l’ITD della banca, detenuto dal depositante). Quindi ritroviamo che un prestito ha creato la “Moneta” che l’acquirente della vostra casa aveva sul proprio conto corrente.

Potete analizzare un numero infinito di scenari, e vedrete che tutti riconducono sempre ad un prestito. Pensatela così: tutti i depositi bancari provengono da click sulla tastiera di una banca, effettuati quando le banche hanno accettato IDT da parte di coloro che contraggono un prestito. Quindi tutti gli acquisti con depositi a vista hanno da qualche parte alle spalle un prestito. Il deposito a vista è un ITD della banca, che si è creato quando la banca ha accettato un ITD.

Esiste una sola eccezione. Diciamo che l’acquirente era in pensione e viveva della Previdenza Sociale. Ha risparmiato la sua pensione per anni per comprare la vostra casa (e il capanno da lavoro). Ogni mese il Tesoro ha creato la sua pensione pigiando su una tastiera. Il pagamento della Previdenza Sociale si mostra come un ITD della banca verso l’acquirente (deposito a vista) e, contemporaneamente, la banca ottiene un accredito sul suo conto di riserva detenuto presso la Fed (come sappiamo, la banca probabilmente acquisterà Titoli del Tesoro anziché tenere riserve – ma questo semplicemente sostituisce ciò che è in effetti un “conto di risparmio detenuto presso la Fed” con un “deposito a vista presso la Fed”, visto che i Titoli di Stato sono in realtà simili a riserve della banca centrale, ma pagano tassi d’interesse superiori e hanno una scadenza più estesa).

Come abbiamo affermato qualche settimana fa, lo Stato crea “asset finanziari netti” per il settore privato sotto forma di riserve, Titoli di Stato o contante. Quando lo Stato effettua un pagamento per la Previdenza Sociale ci sono 4 voci da digitare:

Pensionato: aumento del deposito a vista [per la pensione percepita, NdT] (+)

Banca: aumento di riserve [per la spesa dello Stato in Previdenza Sociale, NdT] (+), aumento delle passività [per l’aumento del deposito a vista del pensionato, NdT] (+)

Stato: aumento del debito [dovuto all’aumento di riserve della Banca, NdT] (+)

Si noti che, per il sistema di partita doppia, ogni voce viene inserita due volte – una volta come “avere” e una volta come “dare”. La posizione netta della banca è zero: possiede riserve in quantità esattamente pari al deposito a vista che deve. L’ITD dello Stato aumenta esattamente quanto l’aumento del deposito a vista del pensionato. Quell’aumento del deposito a vista si aggiunge agli asset finanziari netti del settore privato.

(Per i veri pignoli, esistono altre due voci nascoste. La creazione del programma di Previdenza Sociale, con regole per gli aventi diritto, porta ad una voce sul lato delle passività del bilancio dello Stato, pari ai sussidi dovuti, e ad una voce sul lato degli asset dei privati pari ai sussidi cui hanno diritto – entrambe sono nel futuro, naturalmente. Quando lo Stato effettua il pagamento di un sussidio, vengono addebitate le voci “sussidi dovuti alla popolazione avente diritto” e “sussidi del settore privato che devono essere pagati dallo Stato”. Un tratto di penna del Congresso ha reso lo Stato debitore per la quantità di sussidi dovuta, e ha creato ricchezza per il settore privato in quantità pari ai sussidi che esso riceverà. Un click di tastiera renderà quindi “reale” questa ricchezza, attraverso la monetizzazione dei sussidi e la creazione di ITD monetari dello Stato sotto forma di riserve bancarie e accrediti sui depositi a vista dei riceventi)

Ciò a cui sto arrivando è che il settore privato non ha bisogno di “indebitarsi” per ottenere “Moneta” fintanto che il Governo la mette a sua disposizione. Ma questa non è Moneta-merce – è ancora un ITD, nella forma di riserve della banca centrale. Quindi, se consideriamo un’economia (chiusa) nel suo complesso, gli asset finanziari netti sommano ancora a zero – l’ITD dello Stato è pari ai depositi a vista dei pensionati. Ma per il settore privato questa è ricchezza finanziaria netta.

E per ciò che riguarda la ricchezza reale? Di nuovo, lo Stato possiede molti asset reali – ponti, strade, parchi, edifici pubblici, bombe, portaerei. Si aggiungono alla ricchezza nazionale netta complessiva.

Infine, dobbiamo dare uno sguardo ai crediti reali e finanziari nei confronti di stranieri, e ai crediti reali e finanziari degli stranieri nei confronti di connazionali. Ovviamente, sia quelli reali che quelli finanziari (e così pure la loro somma) possono essere positivi o negativi. Essi saranno in gran parte denominati in valute differenti, quindi nei calcoli si dovranno considerare i tassi di cambio.

OK, ora riguardo alla domanda seguente:

“Se una persona è cresciuta del proprio cibo e – nel suo tempo libero – ha estratto oro dal suolo, avrebbe potuto accumulare una ricchezza considerevole nel tempo, senza una significativa partecipazione al sistema economico basato sull’uso della Moneta. Il saldo del settore pubblico potrebbe essere irrilevante per lei. A condizione che non si sia mai ammalata tanto da aver bisogno di assistenza medica che non si sarebbe potuta permettere, avrebbe potuto prosperare in qualche misura ai margini o completamente al di fuori dell’economia monetizzata, eppure sarebbe dovuta entrarvi per acquistare oggetti (con il suo oro, convertito in contanti) che desiderava ma non era in grado di realizzare da sé. Torna alla mente il signore che visse da solo in Alaska per decenni, in un campo che costruì con il suo stesso lavoro (con un’iniezione di capitale iniziale sotto forma di attrezzi a basso contenuto tecnologico e la loro occasionale sostituzione). Se fosse stato tanto fortunato da accamparsi vicino ad un ricco giacimento aurifero di origine alluvionale, sarebbe potuto diventare piuttosto ricco prima di tornare alla civiltà.”

Bene, questo non è altro che il nostro esempio del capanno da lavoro, se non fosse che [l’oro] è brillante, scintillante e molto meno utile. Giusto? Anziché radere al suolo una foresta, costruire una casa con un bel capanno da lavoro, io scavo buche nel terreno per cercare oro. Posso valorizzarlo al prezzo di mercato (proprio come il mio capanno da lavoro). Ora voglio venderlo perché voglio un credito sul mio conto in banca. Come fa qualcuno a comprare l’oro da me? Esattamente nello stesso modo dell’esempio del mutuo per la casa, discusso in precedenza: va in una banca, offre un ITD, ottiene un credito su un deposito a vista, scrive un assegno, trasferisce il deposito a vista al venditore dell’oro.

Diciamo, invece, che l’acquirente abbia un credito sufficiente sul suo deposito a vista. Bene, regresso infinito: proviene da un prestito.

L’eccezione è lo Stato. Se vendo oro allo Stato, esso accredita il mio deposito a vista e accredita le riserve della banca. Un acquisto di oro da parte dello Stato è esattamente identico ad un pagamento della Previdenza Sociale, eccetto il fatto che ora lo Stato deve affrontare la seccatura di tenere l’oro sotto chiave e i banditi lontani, così che l’oro non venga liberato e usato per un fine superiore quale le corone dentali nelle bocche (il che è moooolto sensato, no? Dobbiamo iniziare una campagna: liberate l’oro!).

In conclusione, spero che ora la distinzione tra reale e finanziario sia chiara. E lasciatemi aggiungere che noi sostenitori della MMT siamo pienamente d’accordo nel dire che molte delle attività più interessanti di ogni società avvengono al di fuori (o principalmente al di fuori) della sfera monetaria. E sono attività importanti – la sfera monetaria non durerebbe a lungo senza queste attività non monetarie. La mia personale opinione è che questa continua “monetizzazione” di un numero sempre maggiore di attività sia molto problematica, e minacci probabilmente la sopravvivenza della nostra specie così come quella di molte delle altre specie sulla Terra. Inoltre resisto ad assegnare valori monetari a cose quali la cura dei propri figli – cosa che gli economisti sono consueti fare.

Ma, dopotutto, questo è un Primer sulla Moneta moderna e pertanto essa è ciò su cui poniamo più attenzione, ignorando al contempo gran parte delle cose realmente interessanti studiate da antropologi, scienziati politici e storici dell’arte.

Ecco la domanda:

A chi di competenza,

Ho seguito con grande interesse il dibattito MMT/mainstream per circa un mese. Come formazione sono un fisico e non sono qualificato per avere forti opinioni sulla teoria economica, ma non posso individuare falle nei vostri ragionamenti.

Ma trovo che la prospettiva MMT disorienti, e potrebbe essere utile riflettere sulla forma del mio disorientamento, dato che potrebbe affliggere altri che potrebbero altrimenti condividere il vostro approccio.

Il mio passo falso mentale di base è che tendo a fondere o confondere gli asset finanziari con quelli reali. Tale confusione renderebbe la vostra prospettiva incomprensibile e, dalla prospettiva di persone di Destra, perfino negativa.

Se una persona è cresciuta del proprio cibo e – nel suo tempo libero – ha estratto oro dal suolo, avrebbe potuto accumulare una ricchezza considerevole nel tempo, senza una significativa partecipazione al sistema economico basato sull’uso della Moneta. Il saldo del settore pubblico potrebbe essere irrilevante per lei. A condizione che non si sia mai ammalata tanto da aver bisogno di assistenza medica che non si sarebbe potuta permettere, avrebbe potuto prosperare in qualche misura ai margini o completamente al di fuori dell’economia monetizzata, eppure sarebbe dovuta entrarvi per acquistare oggetti (con il suo oro, convertito in contanti) che desiderava ma non era in grado di realizzare da sé. Torna alla mente il signore che visse da solo in Alaska per decenni, in un campo che costruì con il suo stesso lavoro con un’iniezione di capitale iniziale sotto forma di attrezzi a basso contenuto tecnologico e la loro sostituzione occasionale. Se fosse stato tanto fortunato da accamparsi vicino ad un ricco giacimento aurifero di origine alluvionale, sarebbe potuto diventare piuttosto ricco prima di tornare alla civiltà.

Ritengo che il pensiero appena esposto non soffra (o non in modo banale) di fallacia di composizione. Potrebbe essere fallace supporre che se alcuni possono auto sostenersi, o anche prosperare, al di fuori di un sistema monetizzato, allora anche tutti i disoccupati potrebbero farlo, ma c’è anche in evidenza la distinzione tra asset reali ed asset finanziari. È possibile in linea di principio per il settore privato produrre asset reali netti senza il surplus del settore pubblico. Ma ciò richiede (o a me sembra richieda) manodopera al di fuori dell’economia che funziona con l’uso della moneta.

Per me, almeno, e forse anche per altri, qualcosa di analogo a quest’idea del “produttore indipendente” (per non menzionare una teoria del valore-lavoro) è in agguato sullo sfondo quando leggo le argomentazioni MMT sui saldi settoriali, che esigono che l’aumento di ricchezza del settore privato (in cui qui con “ricchezza” intendo gli “asset finanziari” per la MMT – questa è la confusione elementare in cui tendo ad inciampare, visto che i vostri ragionamenti non toccano la “ricchezza” in sé ma gli “asset finanziari”) possa avvenire solo se il settore pubblico realizza un deficit (trascurando il settore estero, o considerando l’intero pianeta). Sullo sfondo dei miei pensieri c’è la visione Marxiana per cui “il lavoro genera ricchezza” (“ricchezza di asset reali”) così che i lavoratori indipendenti siano in grado di produrre la propria ricchezza senza curarsi del saldo del settore pubblico. Non conosco che superficialmente il pensiero di Marx, ma ho l’impressione che egli non considerò i deficit del settore pubblico nel suo ragionamento riguardo a ciò che si deve fare per consumare il surplus prodotto dai controllori del Capitale.

Personalmente ritengo che potrebbe essere utile che la comunità MMT discuta esplicitamente (e magari l’avete già fatto e non ho sufficiente familiarità con il vostro lavoro per averlo notato) il posizionamento degli asset reali nel vostro quadro teorico. Certamente vi preoccupate degli asset reali. La gente non può vivere negli asset finanziari, né li può indossare o mangiare. Il consumo che è finanziato dal reddito che è prodotto, in risposta alla domanda, è consumo di oggetti reali. L’accumulo di asset reali da parte di una proporzione quanto più ampia possibile della popolazione è una giusta preoccupazione per uno Stato che si interessi del benessere dei suoi cittadini. Forse questo è secondario rispetto alle vostre preoccupazioni, sotto la premessa che l’accumulo di asset reali (o il consumo) richieda occupazione nel sistema economico basato sull’uso della Moneta. In linea di principio no, non lo è, ma concorderei nel dire che la produzione di asset reali, sia a fine di consumo che di accumulo, è molto più efficiente all’interno di un sistema del genere. Non è salutare avere una gran parte della popolazione che produce per il proprio consumo usando metodi altamente inefficienti.

Ciononostante mi pare che, nell’attuale difficoltà economica, potremmo osservare un aumento significativo della “produzione indipendente”. Ho letto che dal 2007 è aumentata l’orticultura. Le persone che ne hanno il tempo coltivano parte del proprio cibo. Presumibilmente ci saranno ancora più casi di questo ed altri tipi di produzioni indipendenti, visto che la politica nazionale impedisce un’intelligente intervento dello Stato nel mercato del lavoro. Forse il fallimento del sistema economico monetizzato porterà ad un’imponente economia clandestina di baratto di beni reali prodotti in modo inefficiente. Questo fenomeno crescente prova il concetto del “produttore indipendente”, e la sua realtà potrebbe confondere il pensiero di altre persone oltre a me.

Forse sono solo nelle ragioni dei miei sentimenti di disorientamento quando contemplo i ragionamenti della MMT. Ma forse altri sono disorientati per ragioni simili.

Vi ringrazio per il vostro lavoro e il vostro sostegno pubblico.

 

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Originale pubblicato il 25 settembre 2011

Traduzione a cura di Andrea Sorrentino, Supervisione di Maria Consiglia Di Fonzo

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