L'Editoriale

L’Eurogruppo non ha mai soluzioni per la realtà

L'Eurogruppo non ha mai soluzioni per la realtà

L’avevamo scritto. Era una partita politica e non tecnica quella si giocava all’interno dell’Eurogruppo. Anche se sbandierata come una vittoria, in realtà per l’Italia è una sconfitta.

Mentre fuori dall’Eurozona si risponde al dramma con una potenza di fuoco adeguata alla situazione, come dimostra la notizia della Banca d’Inghilterra (BoE) che finanzierà in modo diretto il deficit di bilancio del governo britannico, nell’Eurozona si consumano estenuanti trattative in cui è proprio la politica a uscirne sempre sconfitta.

Le riunioni dell’Eurogruppo sono il luogo in cui va in scena ogni volta la tragedia della morte della politica. Le soluzioni non sono mai commisurate alla portata dei problemi (oggi Covid-19, ieri l’emergenza povertà nei Paesi del Sud), i rapporti di forza sono giocati nell’esclusiva dimensione dell’ostacolare e mai dell’agevolare, e ci si rallegra per aver scritto una frase generica che rimanda a decisioni future mentre hai davanti a te la più facile e banale delle soluzioni: una Banca Centrale.

Muore la politica quando i Ministri delle Finanze parlano di “strumenti finanziari innovativi” e si rallegrano per aver trovato soluzioni all’interno dei Trattati europei. Ma siamo nell’epoca della moneta fiat! Non c’è nulla di “innovativo” in una cifra che al massimo arriverà a 1000 miliardi tra prestiti, meccanismi farraginosi e minacce di rientrare dai deficit una volta conclusa l’emergenza, clausole light.

Muore la politica quando non si applicano soluzioni sulla base di una visione di società post-Covid-19: l’occupazione persa, la capacità produttiva inattiva, un sistema sanitario pubblico omogeneo nel territorio e solido, un sistema di istruzione che dovrà adeguarsi senza perdere in inclusività, i servizi per gli anziani, la tenuta sociale.

Muore la politica quando ogni volta che si è costretti a scegliere tra la borsa e la vita, quando la politica ha di fronte la soluzione tecnica per tenersi la borsa e pure salvare la vita.

Lo abbiamo già scritto, l’unico passo avanti concreto oggi è che la BCE, tramite il PEPP (il programma di acquisto titoli per l’emergenza pandemica), sta acquistando i bond e la Presidente della Commissione europea si è espressa in termini di sospensione temporanea del Patto di Stabilità per tutta la fase di emergenza.

Non c’è bisogno del MES, anche senza condizioni, per sostenere i costi sanitari che, tra l’altro, non sono così impattanti di fronte ai costi del far rialzare l’economia e l’occupazione.

L’Eurogruppo propone confusi compromessi diplomatici lontani da ciò che chiede la realtà. Non propone soluzioni. Sta ora ai Parlamenti decidere se accettarle o no, ma ciò che auspichiamo è che si apra il vero dibattito, quello che chiama le cose per il loro nome, quello che spiega cosa uno Stato può fare. Quello che innalza la politica a livelli mai esplorati in Eurozona.


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