Il Commento

Lettera UE. La risposta da dare

La Commissione Europea invierà in giornata la lettera al governo italiano, primo passo verso la procedura di infrazione. La Repubblica anticipa alcuni contenuti rilanciati da altre testate tra cui Open.

Dai dettagli trapelati dalla stampa, Bruxelles punterebbe il dito su Roma con l’accusa di aver «danneggiato la crescita» e fatto alzare debito e spread.

I punti contestati:

  • Il debito pubblico dice Bruxelles, «è il secondo dell’Unione con un peso pari a 38mila e 400 euro per abitante più un costo annuo di circa 1000 euro a persona per finanziarlo».
  • Lo spread. Da metà 2018 è aumentato di 100 punti in sei mesi, con un costo di 2,2 miliardi per i cittadini». Una situazione che «impedisce all’Italia di stabilizzare l’economia in caso di crisi finanziarie e pesa sugli standard di vita delle future generazioni». Il Paese, dunque, si espone «a shock di fiducia sui mercati con un impatto negativo su economia reale e crescita».
  • Il reddito di cittadinanza. Non avrebbe avuto effetti positivi sul Pil: «Non ha prodotto dei benefici per la ricchezza nazionale e la crescita economica dell’Italia».
  • Quota 100. Per l’Ue «cancella in parte gli effetti positivi delle riforme delle pensioni e indebolisce la sostenibilità del bilancio italiano nel lungo termine». E ancora: «Fa risalire la spesa pensionistica, togliendo risorse a investimenti e istruzione, danneggia la forza lavoro e la crescita potenziale».

Noi vorremmo rispondere così alla Commissione Europea

  • Sul debito pubblico. “L’alto debito pubblico è esattamente l’altra faccia del risparmio finanziario netto detenuto per oltre 2/3 da soggetti residenti in Italia. È un bene non un danno. Il vero problema sono le regole europee che impongono il finanziamento della spesa attraverso i mercati finanziari nel rispetto del pareggio di bilancio che trasferisce risorse dai più poveri verso i più ricchi. È una scelta politica e come tale può essere messa in discussione.”
  • Lo spread. “Non è lo spread a pesare sugli standard di vita delle future generazioni ma i mancati investimenti. L’austerità impedisce agli Stati di guardare al futuro. Una Banca Centrale è sempre in grado di neutralizzare lo spread, se non lo fa è perché utilizza lo spread come strumento di disciplina in mano ai mercato verso lo Stato”
  • Il reddito di cittadinanza. “Il Reddito di cittadinanza non risolverà il problema della disoccupazione e non soddisfa il bisogno delle persone di contribuire allo sviluppo del paese. Abbiamo bisogno del lavoro di tutti, della capacità delle persone di offrire servizi, creare beni e sviluppare tecnologia. Ma il Reddito di cittadinanza non è il problema dell’Italia. Il problema è la disoccupazione creata e mantenuta dalle politiche di austerità”
  • Quota 100. “Gli effetti delle riforme delle pensioni risultano positivi per i soli fondi pensione non per le persone. È una narrazione e non la realtà dire che la spesa pensionistica toglie risorse agli investimenti. Si possono avere buone pensioni e investimenti utili, Piani di Lavoro Transitorio e servizi pubblici diffusi e di qualità”.

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