Nel 1971 il fumettista e scrittore Max Bunker presentava Superciuk, personaggio della serie di fumetti Alan Ford; un Robin Hood al contrario, un antieroe costruito per esprimere una dura critica verso la società in cui i ricchi diventavano sempre più ricchi a spese dei poveri.
I DEF (Documento di Economia e Finanza) degli ultimi decenni sono stati uno degli strumenti in mano ai politici Superciuk. A volte si tratta di Superciuk inconsapevoli, convinti di sostenere manovre espansive che guardano al futuro, ma che in realtà non muovono l’Italia dalla crisi neanche di un passo. Anche il documento programmatico di bilancio 2020 appena trasmesso dal governo alla Commissione Europea conferma la tendenza.
A pagina 7 leggiamo i numeri di questa continua azione di impoverimento dei tanti a vantaggio dei pochi anche per il 2020:
In particolare, anche a seguito della revisione dei dati di consuntivo effettuata da ISTAT il 23 settembre scorso, il disavanzo tendenziale per quest’anno dovrebbe attestarsi al 2,2 per cento del PIL, un livello inferiore rispetto al 2,4 per cento del PIL previsto nel Programma di Stabilità ma leggermente superiore al 2,0 per cento previsto nella comunicazione del 1º luglio alla Commissione Europea. Il saldo primario dovrebbe raggiungere un avanzo dell’1,3 per cento del PIL (1,2 per cento nel Programma di Stabilità) e gli interessi dovrebbero essere di poco inferiori al 3,4 per cento del PIL.
In termini più semplici significa che anche quest’anno la minor spesa dello Stato, ovvero l’avanzo primario al 1,3% del PIL verrà spalmata sui detentori dei titoli di Stato. Ovvero lo Stato rinuncerà a immettere nel settore privato circa 23 miliardi di euro tramite la spesa pubblica per destinarli ai detentori di titoli di Stato come interessi. La mancata spesa dello Stato rappresenta la riduzione di moneta in circolazione a disposizione di tutti per trasferirla sui conti titoli dei pochi, pochi rispetto all’intera popolazione italiana.
Il Documento programmatico di bilancio 2020 ricorda che un politico nel momento in cui rispetta i Trattati Europei di fatto si trasforma in un antieroe nonostante le intenzioni di partenza.
Il Documento passerà al vaglio nelle prossime settimane delle istituzioni europee (dopo essere già stato redatto in sintonia con loro) e non è mai un’attesa carica di speranze; immaginiamo ulteriori richieste e promesse di riduzione del deficit. I Trattati Europei amano i Superciuk