L'Editoriale

Il debito in Europa non è più un problema tecnico (ma politico)

Il debito in Europa non è più un problema tecnico (ma politico)

Sulla proposta di David Sassoli e le parole di Christine Lagarde

Abbiamo dovuto aspettare una pandemia per vedere un accenno di dibattito critico sulle regole dell’Eurozona sul deficit.

La Banca Centrale Europea non può andare in bancarotta, né rimanere senza soldi.

[Christine Lagarde, BCE]

Qualcosa si muove, non ancora nei fatti, ma almeno nel dibattito. Qualche settimana fa David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo, ha avviato una riflessione sulla possibilità di cancellare il debito correlato alle spese dell’emergenza Covid-19.

La sua proposta è tecnicamente sbagliata e chi la sostiene non conosce il funzionamento della moneta fiat. Il debito degli Stati non deve essere cancellato perché corrisponde al centesimo al risparmio netto del settore privato, per cui cancellare il debito significa ridurre i risparmi. Il debito deve essere semplicemente garantito dalla Banca Centrale.

La proposta di Sassoli va dunque letta non come una soluzione tecnica, ma come l’urgenza politica di rimettere in discussione i vincoli che impediscono agli Stati di spendere in deficit quanto serve, in tempi veloci e svincolati dalle trappole come il MES o dalle paludi del Recovery Fund.

Ma è proprio Christine Lagarde a ricordarci che la soluzione è davanti ai nostri occhi.

In risposta alla domanda dell’on. Zanni, in un’audizione al Parlamento europeo lo scorso 19 novembre, il Presidente della BCE ha respinto l’ipotesi della cancellazione del debito, ma ha affermato che “The European Central Bank could neither go bankrupt nor run out of money” ovvero «La Banca Centrale Europea non può andare in bancarotta, né rimanere senza soldi» aggiungendo inoltre «in qualità di unico emittente di moneta denominata in euro, se necessario l’Eurosistema sarà sempre in grado di generare liquidità aggiuntiva. Inoltre, eventuali perdite finanziarie […] non pregiudicherebbero la nostra capacità di cercare e mantenere la stabilità dei prezzi».

Non ci sono problemi tecnici a interrompere il sostegno indiretto della BCE agli Stati tramite il programma di acquisto dei Titoli di Stato, così come nulla tecnicamente impedirebbe un sostegno diretto. Che cosa impedisce alla BCE di garantire la liquidità che serve per far fronte all’emergenza sanitaria ed economica? Perché si parla ancora del “problema coperture” alla spesa pubblica? Perché l’ostacolo è di natura politica, tanto che Christine Lagarde ha affermato che la cancellazione del debito è impedita dai Trattati Europei (che lei rispetterà, of course). Diversi opinionisti non hanno colto la natura dell’intervento della Presidente della BCE, limitandosi a dire che non ci sono strade alternative al MES, al Recovery Fund e che il PEPP dovrà andare a ridursi “naturalmente” nel tempo. In realtà la riflessione è diversa: l’alternativa tecnicamente c’è, ma è vietata. Siamo nella sfera delle decisioni politiche e non in quella delle leggi della natura. Non dobbiamo aspettare un’altra pandemia per capire che cambiare si deve e si può.

La politica ora batta un colpo.

 

Articolo pubblicato sul numero di novembre 2020 della rivista Bergamo Economia Magazine


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