Il partito Laburista si arrende alla classe media e alle grandi imprese
Peccato che la leadership del partito Laburista britannico abbia ora abbandonato il valore attribuito alla democrazia in favore di qualche approccio forzato in base al quale devono cambiare e dirsi favorevoli all’opzione “restare”.
La decisione (la resa) di ieri del leader Laburista di chiedere un altro referendum in cui il partito Laburista farà una campagna per “restare” è un disastro ed è un altro esempio dei cosiddetti partiti politici progressisti di sinistra che sfuggono al volere degli elettori per essere in favore di quelli dei corporativisti, delle élite neoliberiste.
Tutti i London Cosmos [1] citano il fatto che all’incirca il 70% delle persone che hanno votato per i Laburisti nelle elezioni del 2017, hanno votato a favore del “restare”. Apparentemente, questo significa che il partito Laburista è un partito favorevole a “restare”.
Ma ignorano il fatto che nella House of Commons la democrazia si sviluppa sulla falsariga del meccanismo un voto per collegio elettorale (o parlamentare). La concentrazione dei voti all’interno dei collegi elettorali non è il fondamento dell’organizzazione democratica in Gran Bretagna. La distribuzione dei parlamentari lo è.
La spinta incessante per i Laburisti a cambiare il loro punto di vista sulle posizioni contrapposte restare/uscire, ha definitivamente fatto crollare la leadership.
Tom Watson (Vice Leader) è stato recentemente descritto da Dawn Foster (Fonte) – come “un eterno demolitore professionista, che ha fatto il suo dovere ufficiale di lamentarsi settimanalmente sui giornali della domenica, senza suggerire alcuna proposta concreta su come mandare avanti il partito”.
Da allora sta indebolendo la posizione di Corbyn sulla Brexit.
Più recentemente ha affermato che il partito Laburista doveva diventare (Fonte)
… il partito favorevole a “restare” …
E dopo aver enfatizzato il modo in cui “l’Unione Europea sostiene i deboli contro i forti” (scusatemi se consulto il “secchio” [della spazzatura, NdT]) la dichiarazione ne chiarisce qual è la motivazione:
… come partito favorevole a “restare”, non attireremo a noi ogni elettore, ma è l’unico modo in cui i Laburisti possono vincere.
Strumentalismo puro. Un modo rozzo di accaparrare voti.
Tutte le affermazioni di “principio” si perdono in questa foschia di opportunismo. E ricorda, Watson ha votato per invadere l’Iraq – l’assalto vergognoso e menzognero di Blair a quella nazione. Si è opposto alle manifestazioni contro gli attacchi aerei del Regno Unito contro la Siria.
Nell’ottobre del 2016 non ha avuto la forza di votare il tentativo del partito Laburista di forzare i Commons a ritirare il sostegno del Regno Unito agli assalti della Arabia Saudita contro lo Yemen, che ha ucciso migliaia di persone civili.
Nel luglio 2015 si è inoltre astenuto dal votare contro la politica di welfare dei Tory, che ha tagliato i sussidi alle persone più povere della Gran Bretagna, con un impatto particolare sui bambini (Fonte).
È stato questo voto – Corbyn ha votato contro in seconda lettura – che, secondo Dawn Foster, “ha scatenato un’enorme ondata di sostegno a Corbyn”.
Questo cambiamento ha davvero segnato la fine della presa dell'”austerity-lite” [misure di austerità leggera, NdT] di Ed Miliband sul partito Laburista.
L’analisi di Dawn Foster su Tom Watson conclude che la sua narrativa sull’opzione “restare” è sul punto di danneggiare “la leadership del partito”, sebbene lei trovi pochissima evidenza del fatto che le sue opinioni di destra stiano proliferando.
Lei dice:
Il fallimento elettorale dell’Independent Group – Change UK (o comunque si chiami ora la manciata di parlamentari ex-Laburisti e ex-Tory rimasti) dovrebbe essere un avvertimento per l’ala destra del partito Laburista, ma la loro autostima è di gran lunga maggiore della loro abilità analitica.
Il punto è che, abbandonando (per lo più – Fiscal Rule a parte) il Blairismo di centrodestra e il mantra “austerity-lite” di Miliband, i labouristi sono andati vicino alla vittoria nelle elezioni del 2017.
Dawn Foster conclude che questo è:
… perché si è dedicato a molti dei problemi affrontati dalle persone e comunità in tutto il paese. I Laburisti hanno vinto più seggi, nonostante persone come Tom Watson e i suoi compagni di letto ideologici. Molti centristi deputati Laburisti desideravano disperatamente che il partito perdesse pesantemente per poter deporre Jeremy Corbyn. Lo fanno ancora. Per loro un governo Laburista con Corbyn in carica è meno preferibile di un governo indefinito di Conservatori.
Ella incita ad avere il “coraggio” e a “lasciare il partito e provare a dimostrare che le idee di Corbyn hanno una trazione elettorale”.
E:
… il risultato finale dei continui attacchi di Watson e di altri non sarà il successo elettorale di un altro leader Laburista, ma una vittoria dei Conservatori. Ed è improbabile che le persone che hanno bisogno di un governo Laburista per cambiare la loro vita e la loro comunità perdonino persone come lui.
Non potrei essere più d’accordo.
Ultimamente ho considerato queste questioni in questo post sul blog: The Europhile dreamers are out in force [I sognatori Eurofili hanno teminato le forze, NdT] (15 Aprile 2019).
Scriverò domani sulle elezioni greche.
La decisione di arrendersi sulla questione della Brexit e dare credito alle opinioni vergognose di gente come Tom Watson sarà un altro capitolo sul modo in cui i partiti socialdemocratici sfidano i loro elettori e, nel fare ciò – alla fine – sono estromessi.
L’esperienza di Syriza lo dimostra.
Il Partito ha preso a calci sui denti i propri elettori e si è allineato con gli eurofili neoliberisti e con la Commissione. Come scriverò domani, c’è una lunga tradizione nell’era neoliberista di voltagabbana socialdemocratici.
Due esempi nel mondo Anglosassone:
Hawke / Keating Australia 1983-1996
Lange / Douglas Nuova Zelanda 1984-1989
Questi governi sono stati eletti su piattaforme di riforma di stampo progressista e si sono trasformati immediatamente in governi neoliberisti. Alla fine del loro periodo in carica sono diventati veleno per gli elettori, ma hanno spianato la strada ai conservatori, rendendo più facile per loro causare ancora più danno.
I Laburisti britannici hanno avuto due periodi come questo: gli anni Callaghan-Healey, prima della Thatcher e, poi, Blair.
La democrazia ha l’abitudine di controbattere quando viene calpestata.
La decisione di sostenere un secondo referendum danneggia la democrazia. Capovolge la scelta del 2016 che non era certo ambigua.
Penso che si rivolgerà anche contro i Laburisti in generale.
Come ha scritto Peter Ramsay (professore di diritto presso London School of Economics) all’inizio di questa settimana (8 luglio 2019) nel suo articolo A second referendum would be Labour’s route to Syrizafication [Un secondo referendum sarebbe la strada dei Laburisti verso la Syrizazione, NdT] – la decisione:
… renderà sicuramente irreversibile il divorzio politico del partito di Tony Blair dalle tradizioni della classe operaia Laburista.
Quello che abbiamo è ovvio.
- Giugno 2016 – La posizione “uscire” [dalla UE, NdT] vince il voto. Chiaro. Una classe lavoratrice forte favorevole all’uscita e la maggioranza dei parlamentari Laburisti che rappresentano gli elettori a favore di tale posizione.
- La parte favorevole a “restare” – cittadini a reddito più alto etc. – ha odiato questa situazione.Gli elettori favorevoli all’uscita erano ignoranti, razzisti, stupidi etc.
- La parte favorevole a “restare” aveva bombardato la popolazione con false previsioni sul disastro economico che sarebbe immediatamente seguito. Le previsioni non si sono mai realizzate.
- Da allora – con le buone o con le cattive – hanno chiesto un nuovo voto – e continueranno a chiedere voti fino a quando non otterranno ciò che vogliono.
- Questa non è democrazia. Questa è un’élite cosmopolita prepotente che pensa di avere una saggezza superiore alla classe operaia nelle aree regionali.
Come sottolinea Peter Ramsay:
Oltre l’85% dei parlamentari in questo Parlamento è stato eletto sulla base di un programma che promette di implementare quanto è risultato dal referendum del 2016. Questo non era una questione di politica minore. Era la promessa di attuare un importante cambiamento costituzionale per cui la maggioranza dell’elettorato aveva votato in un referendum indetto dal Parlamento stesso.
Quindi rinnegare il voto del 2016 significa che questi parlamentari non stanno più rappresentando il popolo. La democrazia ha fallito e i Laburisti si stanno arrendendo a quel fallimento.
La sua analisi dei probabili risultati elettorali di abbandonare la decisione del 2016 merita di essere presa in considerazione.
L’analisi più sensata del risultato del 2016 è stata che:
… gli elettori della classe operaia e quelli più poveri avevano molte più probabilità degli elettori della classe media di votare per la Brexit, e per buoni motivi. Hanno votato contro un sistema politico che aveva ignorato i loro interessi per troppo tempo.
Ciò significa che:
… al fine di passare ufficialmente dalla parte della resistenza delle élite alla Brexit, il Laburisti invieranno un chiaro messaggio per cui le richieste degli elettori della classe operaia sono meno importanti di quelle della classe media o delle grandi imprese.
Questo è ciò che ha fatto Syriza.
Ma, naturalmente, i cosiddetti progressive Cosmos [I progressisti cosmopoliti ed europeisti, NdT] saranno felici.
Essi prosperano sia con i Conservatori sia con i Laburisti al governo nazionale.
E se la Brexit fallisce, riescono a evitare la fila all’aeroporto (corsia non UE) durante la loro prossima settimana bianca sulle Alpi e saranno in grado di continuare a scrivere le loro proposte di riforma sciocche e aride per l’UE – e insegnandoci come l’UE sia l’unica cosa che impedisce alla Gran Bretagna (una nazione sovrana valutaria) di crollare totalmente.
Tutto come prima per voi!
È quasi come se uno dovesse sperare che Boris Johnson si svegliasse e facesse approvare un No-deal.
Note del Traduttore
1.^ L’espressione Cosmos indica l’élite di stampo cosmopolita ed europeista.
Originale pubblicato il 10 luglio 2019, qui la prima parte
Traduzione a cura di Pier Franco Luciani, Supervisione di Andrea Sorrentino