C’era da aspettarselo, al via “le collette” per Notre-Dame. Un gesto che ha un senso nel momento in cui serve a dare alle persone la possibilità di esprimere un sentimento di vicinanza, affetto e coinvolgimento. Un gesto più simbolico che di valore concreto. Per i più ricchi la donazione ha anche una valenza di immagine pubblica.
Ci sono però persone ancora convinte che i soldi necessari per mantenere e valorizzare i beni della collettività vengano dal settore privato. Lo Stato non ha i soldi? Meno male che i ricchi li hanno! Meno male che esistono ricchi, magnanimi e generosi, che colmano l’assenza dello Stato. Così Riccardo Puglisi in questo tweet:
L’incendio di Notre Dame ricorda come l’austerità distrugga la civiltà. Mette a rischio quei beni reali, preziosi e unici, che rappresentano la vera ricchezza di un Paese. Un Paese, civile e moderno, sa che la moneta serve a mettere in campo quelle competenze, tecnologie, costanza e cure necessarie al mantenimento del patrimonio storico. Non serve avere i ricchi per mantenere un bene storico unico e prezioso. Servono competenza, interesse pubblico e uno Stato monopolista della valuta.