Il Commento

La scelta di Loris quando lo Stato non c’è più

La scelta di Loris quando lo Stato non c'è più

Ha fatto notizia la vicenda di Loris Bertocco, che, paralizzato dall’età di 19 anni a causa di un incidente stradale, ha scelto di andare a morire in Svizzera. Il testamento pubblico che i giornali hanno pubblicato è un atto di decisa denuncia contro le istituzioni. Come tale verrà dimenticato. Diversi commentatori hanno ricollegato la sua lettera al delicato tema della morte volontaria assistita, ma il punto è un altro.

È una lettera lunga, quella di Loris Bertocco, che va letta tutta sino alla fine; la vita, i bisogni, le speranze, le relazioni di un uomo si intrecciano con lo sviluppo della disabilità. Ma c’è un altro elemento che si intreccia agli altri in questa già sfortunata situazione: il progressivo smantellamento dei servizi e della presenza dello Stato.

Le date che scandiscono i passaggi della crescente solitudine di Bertocco corrispondono alle date in cui l’austerità si è fatta più feroce:

Dal 2005 ho percepito un contributo di 1˙000 euro dalla Regione Veneto per pagare parzialmente un’assistente che mi aiutava nei miei bisogni quotidiani e questo aiuto mi è stato di grande sollievo. Dal 2005 al 2011 ho avuto una persona che mi assisteva parzialmente dal lunedì al venerdì, avendo comunque nello stesso tempo anche il supporto di mia moglie. Dal 2011 in poi, mancando il supporto di mia moglie e avendo bisogno di assistenza 24 ore su 24, ho tentato di accedere ad ulteriori contributi straordinari della Regione Veneto per casi di particolare gravità. Ho lottato con la Regione per quasi due anni senza ottenere il risultato che speravo. Ho avuto per un periodo due assistenti, pagandole grazie all’aiuto di amici e ad una festa per raccogliere i fondi necessari. Questa situazione non poteva durare a lungo e quindi, finiti i fondi, mi sono trovato nella condizione di pagare una sola assistente. Alcuni amici mi hanno sostenuto nelle giornate festive e nelle situazioni di emergenza o di malattia dell’assistente. Mi sono trovato comunque varie volte senza assistenza da solo a letto, senza potermi lavare o andare in bagno e rischiando di essere ricoverato in istituto. Ho cambiato varie assistenti, che duravano molto poco, data la notevole difficoltà e le energie anche fisiche necessarie nella mia assistenza.

È la fotografia impietosa della condizione di vita dei non autosufficienti in Italia.

Loris avrebbe comunque scelto di morire con un’adeguata assistenza sanitaria anche in grado di dare una risposta al bisogno di inserirsi positivamente nel tessuto sociale? Avrebbe comunque messo un termine alla sua esistenza se avesse avuto uno Stato dalla sua parte e dalla parte degli operatori sanitari e sociali? Non lo sappiamo. Ma sappiamo che in questa situazione ha fatto una scelta tanto precisa quanto drammatica.

Qualcuno ha provato a convincermi che questa scelta poteva essere rimandata, che c’era ancora tempo. Li ringrazio per questo tentativo e per essermi stati vicini, ma il mio tempo è terminato. Il muro contro il quale ho continuato per anni a battermi è più alto che mai e continua a negarmi il diritto ad una assistenza adeguata.

La lettera prosegue, elencando le battaglie per accedere ai fondi straordinari appositi previsti dalla dgr 1177/2011. Nell’Eurozona dell’austerità bisogna fare battaglie, che per lo più vengono perse, per accedere a fondi STRAORDINARI, come se per una persona con disabilità la vita quotidiana non fosse già complicata. È una lotta tra situazioni disperate: hanno più bisogno di fondi i poveri o i disabili? I ponti che crollano o i già terremotati? Questa è la logica della scarsità. Questa è la logica delle politiche di austerità.

La lettera si chiude così:

Ora è arrivato il momento. Porto con me l’amore che ho ricevuto e lascio questo scritto augurandomi che possa scuotere un po’ di coscienze ed essere di aiuto alle tante persone che stanno affrontando ogni giorno un vero e proprio calvario.

Le scelte macroeconomiche si intrecciano con la vita quotidiana di ognuno di noi, spesso decidono i tempi e gli orientamenti delle scelte più significative che facciamo. Chi decide di ridurre la spesa pubblica in nome del dio dell’austerità sta decidendo anche l’entità dei sacrifici umani, alcuni più invisibili di altri. Ma sempre sacrifici umani.

Ciao Loris.


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