Il Servizio

Contro il pensiero unico in Economia, per un confronto tra le scienze umane: fase 2

Basta alla giustificazione culturale dell’austerity

Pochi mesi fa riportammo la notizia di un iniziativa lanciata all’Università di Bergamo da 2 studenti di economia.

La cosa è cresciuta e confluita in un movimento globale.

Negli ultimi tempi sono nati in tutto il mondo gruppi di studenti mobilitatisi contro il pensiero unico in economia. Cile, India, Canada, UK, Brasile e Francia sono solo alcuni dei 19 paesi toccati da questo fenomeno caratterizzato da una viralità spontanea sorprendente.

Le 3 reti studentesche nate da questo fermento hanno costituito un soggetto di coordinazione globale, ISIPE (www.isipe.net).

La cellula italiana si chiama Rethinking Economics Italia (http://www.rethinkecon.it/manifesto/) su fb: https://www.facebook.com/postcrashitaly?fref=ts.

E fa parte della rete Rethinking Economics: http://www.rethinkecon.co.uk/.

L’intento è quello di promuovere il pluralismo teorico, metodologico e interdisciplinare nell’insegnamento dell’economia sia dentro che fuori le università. Primo passo in questo senso è stata la costruzione di un manifesto divulgato, in queste ore, a livello planetario.

Diverse le testate di portata internazionale che hanno riportato la cosa, tra cui The Guardian seguito a ruota dal Financial Times e LE MONDE insieme ad altri.

In Italia il web journal economiaepolitica.it, autorevole riferimento per l’eterodossia economica italiana, ha sottoscritto e pubblicato il manifesto innescando un “tam tam” che ha visto “il fatto quotidiano” presentare l’iniziativa con un titolo più che appropriato: Europa: basta alla giustificazione culturale dell’austerity.

Molti gli economisti MMT che hanno sottoscritto il documento, in primis Warren Mosler, il padre della “modern money theory”.

Molti gli economisti confrontatisi con Mosler in marzo che hanno condiviso con lui la scelta di appoggiare l’iniziativa, primo fra tutti il professor Lucarelli.

Come Rete MMT non possiamo che dire in bocca al lupo a questa nuova realtà che, con modalità e declinazione diverse, contribuisce a mettere in discussione il pensiero economico dominante.

BRAVI RAGAZZI!


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