Approfondimento

Come ripristinare vendite, produzione, occupazione

Come ripristinare vendite, produzione, occupazione

La nostra economia non sta soffrendo per una carenza di risorse reali: la crisi non è dovuta all’esaurimento di risorse naturali, alla scarsità di persone da mettere al lavoro o da limiti nelle tecniche produttive.

La nostra economia sta soffrendo di una crisi della domanda di beni e servizi, “mancano i soldi da spendere”. Una crisi dovuta all’Austerità.

Le politiche di austerità

Le politiche di Austerità cercano di diminuire il deficit pubblico riducendo i risparmi ed i redditi di famiglie ed imprese attraverso l’aumento delle tasse e/o la diminuzione della spesa pubblica. Ciò riduce la spesa totale nell’economia, in primis i consumi e dunque i ricavi delle aziende.

Immagine 1 - Spirale recessiva

Non vi è alcuna giustificazione, né scientifica né empirica, per le politiche di Austerità oggi in vigore (come riportato anche da diverse testate nazionali: IlSole24Ore.com, Repubblica.it).

Vi sono più risorse reali ora che in qualsiasi altro momento della storia dell’umanità; non abbiamo mai avuto una capacità produttiva inutilizzata così grande.

Senza l’artificiosa asfissia dell’Austerità che restringe l’impiego delle risorse materiali, umane e tecnologiche gli standard di vita delle persone e la salute dell’economia sarebbero enormemente migliori.

In mezzo a grande abbondanza, i nostri leader promuovono la privazione

Warren Mosler

La soluzione: incremento del limite sul deficit pubblico

La spesa a deficit è la politica economica che tramite riduzione delle tasse ed aumento della spesa pubblica incrementa reddito e risparmio di famiglie ed imprese. La spesa a deficit lascia che la spesa totale nell’economia, dunque le vendite, aumenti attivando più processi produttivi e creando lavoro.

Immagine 2 - Spirale espansiva

Non vi è alcuna legge naturale che impedisca allo Stato di spendere a deficit.

I soli limiti possibili alla spesa a deficit sono di natura politica ed istituzionale.

Deficit pubblico = risparmio privato

Il deficit pubblico, quello realizzato dal settore governativo, corrisponde al surplus del settore non governativo (famiglie ed imprese). È la situazione in cui famiglie ed imprese guadagnano più delle tasse da pagare il che è sinonimo di un aumento di risparmio privato, e dunque, di potere d’acquisto. Per questo un aumento di deficit pubblico rimuove le restrizioni per consumi ed investimenti, ergo per la crescita del settore privato. A maggior ragione in un momento di contrazione dei consumi a fronte della quale le banche diffidano dall’erogare credito, specialmente alle imprese.

Il deficit pubblico è la risposta appropriata per uno scenario caratterizzato da calo dei consumi e restrizione del credito e tecnicamente è sempre realizzabile dato che la creazione e spesa di valuta non conosce limiti tecnici a livello di operazioni di banca centrale.

Per esempio uno Stato che spende 100 e tassa 90, cioè immette nel settore di famiglie e aziende 100 e preleva solo 90, realizza un deficit pubblico di 10 e questo 10 rimane nell’economia come di risparmio.

Immagine 3 - Deficit pubblico = risparmio privato

Deficit europeo e deficit nazionale

Qualsiasi sia la valuta utilizzata la realizzazione di un deficit pubblico sufficientemente grande consente l’espansione dell’economia fino al livello di piena occupazione. Dall’altro lato l’Austerità ha gli stessi effetti sia se attuata con l’Euro sia con un’ipotetica nuova Lira.

Proposta economica per l’Italia

  1. Dare un ultimatum all’Unione Europea affinché aumenti il limite sul deficit pubblico dal 3% all’8%.
    Se l’UE rifiuta di aumentare il vincolo sul deficit allora si può scegliere di rimanere comunque nella zona Euro e continuare a vedere le cose peggiorare.

In alternativa:

  1. Cominciare a spendere e tassare nella nuova Lira realizzando il deficit pubblico necessario per la piena occupazione.
  2. Non realizzare la conversione forzosa dei depositi bancari da Euro a Nuova Lira.
  3. Il Governo Italiano tramite la sua Banca Centrale garantisce il 100% dei depositi.
  4. Il Governo Italiano finanzierà un “Piano di Lavoro di Transizione” per chiunque possa e voglia lavorare.

Tracce-guida di un possibile piano di spesa a deficit potrebbero essere l’abolizione dell’Iva, delle tasse sul lavoro e sugli investimenti combinata ad un aumento della spesa pubblica in settori strategici. Questi ultimi, oltre a porre le basi di un percorso di sviluppo economico, inducono direttamente – tramite il loro indotto – la crescita dell’economia privata.

Dove e come diminuire le tasse ed aumentare la spesa pubblica dovrebbero essere le questioni al centro del confronto politico.

La politica dovrebbe dibattere su come aumentare il deficit non su come ridurlo!


Con la supervisione di:

Daniele Basciu (Responsabile scientifico di Rete MMT)

Warren Mosler (economista padre della Modern Money Theory)

 

Articolo pubblicato sulla rivista Bergamo Economia Magazine


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