Il Bollettino Economico MMT Il Commento

Banche e Costituzione: la Carta à la carte

Banche e Costituzione: la Carta à la carte

È quasi patriottico il recente intervento del presidente ABI, Patuelli, che ricorda che

La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme
[Art. 47 Costituzione]

Avevamo già segnalato in passato questo principio costituzionale, ma va sottolineato che la Costituzione prevede che la Repubblica tuteli il risparmio come diritto, non le banche come attività d’impresa (che non sarebbero più attività d’impresa se non fossero soggette al rischio).

Come già argomentato, rimarchiamo ancora che il monopolista della valuta, tramite la Banca Centrale, è l’unica entità in grado di tutelare sistematicamente il risparmio aggregato privato denominato nella valuta oggetto del monopolio. Questo è l’obiettivo costituzionale, e la Banca Centrale è l’unica entità che può assicurarne il perseguimento.

Ciò premesso, l’eventuale detentore di attività finanziarie riconducibili a passività emesse da una banca (obbligazioni, titoli) è un “investitore”. Se lo è diventato suo malgrado, a causa di raggiri da parte dell’attività commerciale della banca, il fatto è oggetto di valutazioni da procedimento penale.

Si noti che le banche, essendo soggetti privati e come tali pro-ciclici, non possono “risolvere da sole i propri problemi”, come pretende il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem nel suo recente rigurgito di ignoranza. Il cuore del problema è decidere se i correntisti debbano essere lesi dall’“aggiustamento” del sistema, se debbano esserlo altri al posto loro, se la Banca Centrale debba intervenire per tutelarli.

Tornando a Patuelli: dimostra che, come solitamente accade, ci si ricorda della Costituzione alla bisogna, alla propria bisogna. Per le banche, non per i disoccupati, insomma. Una Costituzione à la carte.


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