La Teoria

Superstizioni, demoni e falsi dèi: la religione dell’euro

Superstizioni, demoni e falsi dèi: la religione dell'euro

L’annullamento della capacità statale di creazione della moneta fiat e la paralisi pro-ciclica del sistema bancario in un’economia capitalista ha come esito la lenta paralisi del sistema economico. Il sistema euro, che si fonda su questi pilastri, sta lentamente distruggendo il sistema economico e sociale che abbiamo conosciuto nella seconda metà del XX secolo.

La domanda:

Perché esiste un sistema così assurdo?

potrebbe ottenere la risposta:

Perché c’è chi si arricchisce da questo sistema

che sarebbe corretta, ma non spiegherebbe il vero perché.

Ci si potrebbe domandare:

Perché chi ne è danneggiato permette che esista un sistema così assurdo?

e la sola lettura economica non sarebbe più sufficiente per una risposta completa.

È parte integrante del sistema euro e dell’UE un profondo sentimento di paura, di natura religiosa, che avvolge “il debito” dello Stato e della collettività. In nome di queste entità vengono sacrificate vite reali, come sempre è stato durante le crociate di qualsiasi era.

Con il tramonto dell’universo simbolico cattolico, l’uomo europeo ha trovato il suo nuovo sistema di simboli e riti nella religione del pareggio di bilancio; il debito pubblico è l’entità eterna, intangibile, che si erge in perpetua lotta contro “l’equilibrio dei conti”.

È il nuovo demone che nella rappresentazione simbolica incarna tutto il male oscuro che esiste nella collettività, è figlio della corruzione e della disonestà, è la “colpa”.

La lotta della divinità e del suo popolo contro il demone non ha fine, non prevede vie e strumenti che possano redimere definitivamente la collettività, e così è in qualsiasi religione. Non esiste mai il momento tangibile della redenzione, ma solo la tensione perenne e lo sforzo verso di essa. La redenzione è come l’orizzonte: quando si fa un passo avanti per raggiungerlo, l’orizzonte si allontana di un passo rendendo eterno il cammino verso di esso. C’è sempre un domani in cui arriverà la ripresa economica: nel prossimo trimestre, poi nell’altro e nell’altro ancora. II cammino verso quel domani è la quaresima perpetua imposta all’intera società dai nuovi sacerdoti. E l’assimilazione dell’idea di società al buon padre di famiglia, che non deve spendere più di quello che guadagna, rende la rappresentazione facilmente interiorizzabile da chiunque, soprattutto da chi deve sostenere il peso di questo cammino quaresimale arrivando a sacrificare il destino dei propri figli in nome di qualcosa, solo in questo pantheon abitato da nuovi dèi e demoni.

Scriveva il padre della psicologia analitica C.G. Jung:

“Gli uomini hanno sempre bisogno di demoni e non possono vivere mai senza dèi […] il concetto di divinità è infatti un’insopprimibile funzione psicologica di natura irrazionale, che non ha assolutamente nulla a che fare con il problema dell’esistenza di Dio […] Ritengo quindi più saggio riconoscere consapevolmente perché in caso contrario succede semplicemente che diventa dio un qualcos’altro, e di regola qualcosa di assai inadeguato e stupido, in linea con quanto può covare una coscienza “civilizzata”.”

Oltre mezzo secolo dopo, il nobel per l’economia P. Samuelson confermava:

“Io penso che ci sia un elemento di verità nel ritenere una superstizione il fatto che il bilancio dello Stato debba essere pareggiato in ogni momento. Una volta sfatata quest’ultima, si elimina uno dei baluardi che ogni società deve avere nei confronti della spesa fuori controllo. Ci deve essere ordine nell’assegnazione delle risorse o si finirà per avere caos anarchico e inefficienza. Una delle funzioni della vecchia religione è stata quella di spaventare la gente attraverso a volte ciò che potrebbero essere considerate “credenze mitologiche” spingendole quindi a comportarsi nella maniera che, alla fine, la vita civile esigeva.”

 

Tratto dal capitolo sesto, “La banale storia dell’Euro”, di Uccidere il dio dell’Austerità (Edizioni Sì)


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