L'Editoriale

Milioni chiedono, ma non sanno che la risposta è scritta: 11%

Milioni chiedono, ma non sanno che la risposta è scritta: 11%

154 crisi aziendali. Questo numero rappresenta la punta di un iceberg, chiamato disoccupazione, che galleggia nel mare del mercato del lavoro. Il resto della montagna di ghiaccio è fatto di milioni di disoccupati di piccole aziende, che non hanno alcuna possibilità di far valere le loro ragioni davanti al Governo come possono fare, invece, le 154 aziende seguite direttamente dal Ministero dello Sviluppo Economico. Tutti quanti però sono accomunati da un fatto: aspettano una risposta.

Ma il Governo delle “luci e paillettes” porterà all’infinito la commedia dei tavoli di crisi, o posticiperà la data in cui rispondere ai disoccupati, anche se la risposta è stata già scritta.

È stata infatti scritta nell’aprile del 2013 dal Dipartimento del Tesoro:

[…] il NAWRU viene stimato attraverso un modello bivariato a fattori latenti in cui la serie del tasso di disoccupazione viene regredita rispetto all’equazione della Curva di Phillips (variazione del tasso di crescita dei salari e unemployment gap) e scomposta nella sua componente di ciclo e di trend (NAWRU). Il filtro statistico utilizzato per tale modello è il cosiddetto Filtro di Kalman che, nella fase di stima, richiede la definizione ex ante dei parametri di inizializzazione delle componenti latenti, quali ad esempio la varianza dei processi stocastici che regolano la curva di Phillips e il trend stocastico, la slope del trend e la componente ciclica relative al tasso di disoccupazione.

Ed è stata scritta anche nell’ultimo DEF del Governo:

[…] Per quanto riguarda il NAWRU, i parametri sono stati più volte rivisti dalla Commissione, alla luce degli effetti sul mercato del lavoro della prolungata recessione. Il NAWRU è stato pertanto rideterminato verso l’alto, determinando una riduzione nel tasso di crescita del PIL potenziale. In altri termini questo significa che il tasso di disoccupazione di equilibrio, tale da non generare pressioni inflazionistiche sui salari è stato stimato in crescita negli anni della crisi, con una dinamica che, di fatto, ha fatto sì che al crescere della disoccupazione crescesse anche il NAWRU. Ciò comporta, a sua volta, un più contenuto valore dell’output gap e della componente ciclica, con effetti sul calcolo dei saldi di bilancio in termini strutturali.

Il che, tecnicamente, si traduce in questa tabella che informa tutti i disoccupati che nel 2019 saranno ancora disoccupati. Questo perché lo sviluppo voluto dai tecnocrati europei, liberisti e neomercantilisti, per l’economia italiana, ha bisogno di un tasso strutturale di disoccupazione pari all’11%.

Tabella 2.6 - Il mercato del lavoro

L’obiettivo scritto da questo Governo è condurre le politiche di contenimento dell’inflazione e di crescita del PIL con un tasso di disoccupazione all’11%. 11% è la risposta cinica, ma mai comunicata, ai milioni di disoccupati che per anni sono stati (e saranno) presi in giro da ciarlatani di professione.

Descrivere questo piano di distruzione sociale, e spiegare che esiste un programma politicamente attuabile di piena occupazione e stabilità dei prezzi, diventa una sfida a cui nessuno che conosce la MMT può sottrarsi.


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