L’Euro si è deprezzato dell’1 o 2% a causa del dramma del debito greco. Generalmente le valute subiscono un deprezzamento a causa di problemi relativi al debito [pubblico], se quest’ultimo è denominato in una valuta estera e si teme che – per effettuare i pagamenti [dovuti] – lo Stato sarà costretto a vendere la valuta nazionale in cambio di quella estera. Ad esempio, il Peso potrebbe deprezzarsi se ci fossero preoccupazioni legate alla possibilità del Messico di effettuare i pagamenti in dollari che deve al FMI.
Ma questo non è il caso greco, poiché non c’è paura che [lo Stato] venda Euro in cambio di Euro al fine di saldare i pagamenti. Tuttavia gli agenti economici vendono lo stesso euro, perché questo è quello che si fa quando ci sono crisi di debito. Poi dovranno riacquistarlo, senza che lo Stato li supporti vendendo Euro a sua volta [la vendita è di natura speculativa, nota dell’autore].
Quello che ho presentato, è ancora un mondo che non comprende [come funziona] il proprio sistema monetario, inclusi i banchieri centrali che non comprendono le operazioni bancarie, come anche i media dominanti e tutti i politici e i loro ministri dell’economia che dicono e fanno sciocchezze a spese del loro elettorato che – a sua volta – non comprende sufficientemente[il funzionamento dei sistemi monetari] da prendere coscienza della totale mancanza di competenza dei vertici.
Nel frattempo, a livello macroeconomico, continuano politiche deflazionistiche – che comprendono tassi di interesse negativi – QE, politiche fiscali restrittive, riforme strutturali e tutto ciò che ne consegue. E i default dei debiti – quando si verificano – sono anch’essi deflazionistici. E tutte queste spinte deflazionistiche sono testimoniate dalla maggior parte dei prezzi di mercato [ad esempio, dei prezzi delle commodities, l’indice dei prezzi al consumo etc., nda].
Originale pubblicato il 1 luglio 2015
Traduzione a cura di Ivan Invernizzi, con l’assistenza di Warren Mosler
Supervisione alla traduzione di Maria Consiglia Di Fonzo