Discontinuità con le passate politiche economiche?
Prevedendo un disavanzo pubblico in continuità con le manovre di austerità passate, l’Italia continuerà ad essere intrappolata in una stagnazione economica.
Continua la marcia del governo verso la definizione della manovra economica per l’anno 2020, anche detta Legge finanziaria. Negli ultimi di settembre il Consiglio dei ministri ha approvato la Nota di aggiornamento al DEF, detta anche NADEF, dove in particolare vengono citate le intenzioni di spesa del governo e le previsioni di crescita. Il nuovo esecutivo ha promesso a più riprese di dar vita ad una manovra “espansiva” capace di dare slancio all’economia del Paese. Si potrebbe quindi pensare ad una svolta in termini di politica economica, in grado di tracciare un solco di discontinuità con le passate ricette caratterizzate da trasversali tagli alla spesa pubblica e da un aumento generalizzato della pressione fiscale. Sforzandoci di toccar con mano i dati provenienti dallo stesso NADEF, si può davvero parlare di discontinuità?
Per rispondere a questo interrogativo è innanzitutto necessario analizzare la stima di crescita prevista dal governo per l’anno 2020, da intendersi quindi come il frutto delle misure economiche che verranno messe in campo durante il prossimo anno. Ebbene, nel NADEF il governo prevede che nel 2020 la crescita economica toccherà il valore dello 0,6 per cento del Pil. Considerato che nei passati anni la stima sulla crescita fornita dai vari governi è stata sempre rivista al ribasso, e visto che lo stesso esecutivo prevede già una crescita dello zero virgola, vi è ancora una volta da preoccuparsi per le sorti economiche del nostro Paese.
Per comprendere le ragioni del fallimento già annunciato di questa manovra bisogna valutare la portata del disavanzo pubblico previsto per il 2020: il 2,2 per cento del PIL. Dal punto di vista della contabilità nazionale, essendo il disavanzo pubblico l’equivalente del surplus del settore privato (comprendente famiglie e imprese), e prevedendo lo stesso ad un valore in perfetta continuità con le manovre di austerità degli scorsi anni, non v’è più da meravigliarsi sulla previsione per la quale l’Italia continuerà ad essere intrappolata in una stagnazione economica.
Occorre quindi rifiutare in maniera categorica l’associazione proposta dall’esecutivo che lega la Legge finanziaria 2020 ad una manovra economica “espansiva”, preparandoci fin da ora ad un altro anno di ingiustificate sofferenze per imprese e lavoratori.
Articolo pubblicato sul numero di novembre 2019 della rivista Bergamo Economia Magazine