L'Editoriale

Trump, la fine dell’UE e la MMT

Trump, la fine dell'UE e la MMT

La Brexit e l’elezione di Trump sono i due fatti dell’anno, due episodi in cui i popoli si sono espressi contro il sistema politico ed economico. Due episodi accompagnati da altri segnali storicamente rilevanti che, seppur con portata minore, vanno nella stessa direzione: le mobilitazioni in Francia contro la legge sul lavoro ed il grande consenso che personaggi anti-sistema come Corbyn e Sanders sono riusciti ad ottenere.

I segnali provengono proprio dai Paesi in cui il capitalismo è giunto prima a maturazione. La musica sta cambiando. Non è chiaro se in meglio o in peggio, ma è chiaro che siamo in un momento di rottura; un giorno di rottura in un anno, probabilmente il primo del millennio, di rottura.

L’Italia potrebbe essere il prossimo Paese che si esprime contro il sistema, con il referendum costituzionale.

Ma come cambia lo scenario europeo con questa elezione? L’establishment americano è stato sostenitore del percorso di integrazione europea prima, e dell’Unione europea poi. Sicuramente il percorso di integrazione fu visto dagli USA come uno strumento per consolidare nell’orbita occidentale diversi Paesi europei in cui i partiti comunisti erano molto forti, tra cui il nostro. Non è un caso che per decenni fu il PCI, sì, proprio quello da cui è nato il PD ed in cui ha militato Napolitano, l’ostacolo ad una riforma costituzionale in senso europeista.

Ora invece diventa presidente USA un uomo che ipotizza un prossimo collasso dell’UE e che la vede come un competitor piuttosto che come un alleato degli USA.

La MMT ci può aiutare a leggere il quadro? Come sapete, per la MMT ciò che sta dietro alla costruzione di un sistema valutario è la capacità dell’autorità politica di imporre la tassazione e di definire il mezzo che permette di adempiere gli obblighi fiscali, cioè la valuta. È questa capacità che, creando nei privati la necessità di ottenere una specifica valuta, crea sul territorio un sistema generalizzato di venditori di lavoro, beni e servizi in quella valuta. Ora, ovviamente per imporre le tasse è necessario che l’autorità politica disponga di forze armate, ed è questo che ancora permetterebbe all’Italia di cambiare valuta: le forze armate non fanno capo all’UE, ma all’Italia.

Per lo stesso motivo, per esempio, la California non potrebbe invece cambiare valuta a meno di una guerra: le forze armate sono a disposizione dello Stato federale, non della repubblica della California. Sempre per via della loro capacità di mobilitare forze armate sul territorio, non possiamo pensare di non preoccuparci minimamente degli Stati Uniti quando prendiamo in considerazione un Piano B per svincolarci dall’euro o, ancor meglio, dall’Unione europea. Non dobbiamo dimenticarci che in Italia esistono molte basi militari americane importanti con tanto, almeno fino a poco tempo fa, di bombe atomiche. In questa prospettiva, l’elezione di Trump sembra suggerire di compiere un passo avanti: prendere seriamente in considerazione un Piano B che consenta di svincolarci dall’Unione europea e muoverci verso un aumento del deficit; all’interno della UE, sotto la minaccia di un’uscita, oppure al di fuori di essa.


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