L'Editoriale

Sì, Rete MMT ha una posizione politica

La Modern Money Theory è un modello. Così come Einstein descrisse la relazione fondamentale fra massa ed energia con la formula:

E = mc2

allo stesso modo la MMT descrive il nesso fondamentale fra sistema monetario ed economia reale sostenendo che:

La valuta è un monopolio dello Stato

Utilizzo le parole “dello Stato” invece che “pubblico” poiché non sempre i due concetti sono stati equivalenti, ed anzi, lo sono stati molto raramente nella Storia.

Come tutti i modelli, la MMT è fredda, tecnica. Come tutti i modelli, la MMT rappresenta un modo per interpretare un certo aspetto della realtà, la quale, non essendo pienamente conoscibile poiché troppo complessa, necessita di essere rappresentata, schematizzata. Come tutti i modelli, la MMT è un’astrazione.

E dunque a cosa serve?

Dipende. A cosa serve dire che E = mc2? Un esempio è l’ordigno esploso ad Hiroshima, un altro esempio è il Tokamak, il primo prototipo di reattore a fusione nucleare [1], la stessa energia che accende le stelle, pulita e pressoché infinita, la potenziale soluzione ad ogni problema energetico dell’umanità. Come vedete, dipende. La MMT dice, in sostanza, che “tutto ciò che è tecnicamente possibile, è finanziariamente possibile” [2]. Dunque, dato che è tecnicamente possibile occupare tutte le persone in un lavoro dignitoso, è anche finanziariamente possibile farlo, e il non farlo è necessariamente una scelta politica. Allo stesso modo, dato che è tecnicamente possibile reintrodurre le Corvée e la proprietà feudale, è anche finanziariamente possibile farlo, e il non farlo è necessariamente una scelta politica.

Ciò da cui dipende il modo in cui i modelli vengono utilizzati è l’esito del conflitto tra interessi contrastanti. La marxianamente detta “lotta di classe”. È da questo conflitto che scaturisce la direzione delle scelte politiche. Se gli USA e il Giappone avessero avuto gli stessi interessi, la scoperta di Einstein avrebbe generato solamente impianti energetici, invece che bombe. Ma non in questo modo va la Storia, e noi gioco forza ne siamo parte attiva. Ecco dunque che bisogna scegliere in quale campo giocare, da che parte stare, quale posizione politica prendere. Il modello, in sé, non serve a nulla.

Rete MMT si propone di servirsi del modello MMT per fare pressione sociale. Una pressione che spinga nella direzione dell’innalzamento degli standard di vita di chi oggi si vede deprivato del proprio futuro e della propria dignità: lavoratori, artigiani, piccoli imprenditori; tutti coloro i quali hanno bisogno di lavorare per vivere, e con il proprio lavoro contribuiscono al progresso economico e sociale.

Ci poniamo dunque in netta contrapposizione all’interesse delle grandi imprese esportatrici, per le quali la domanda interna non è determinante. Quelle realtà che localmente sopportano i costi della produzione, tra cui i salari, ma vendono all’estero e da lì ricavano i propri profitti. Per costoro, abbassare i salari locali è un beneficio doppio: in termini economici e in termini di potere contrattuale sui propri dipendenti e fornitori [3].

L’ideologia e la politica dell’austerità sono gli strumenti con cui i grandi esportatori alimentano la propria egemonia, disegnando un mondo sempre più verticistico e diseguale.

Rete MMT è un’associazione apartitica (il contrario sarebbe un miope errore), ma non affatto apolitica. Per Rete MMT la divulgazione economica non è un esercizio culturale, ma uno strumento atto ad esercitare una crescente pressione sociale. Di fatto, l’astensione dalla politica sarebbe astensione dalla Storia, e vanificherebbe il potenziale della MMT stessa.

 

Note

1.^ Da non confondere con la fissione nucleare, il tipo di reazione sfruttata negli impianti nucleari oggi operativi

2.^ Cit. Stephanie Kelton

3.^ Per approfondimenti: Grande impresa esportatrice vs PMI


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