L'Editoriale

Rete MMT per il NO, il gruppo di lavoro

Verso il referendum. Lo speciale di Rete MMT

Ci siamo. È arrivato il 4 dicembre. Il gruppo che ha lavorato agli articoli di Rete MMT per il NO si prepara al voto sperando di aver portato contenuti concreti in una campagna referendaria purtroppo povera di confronti e di approfondimenti.

È stato un lavoro lungo, durato 11 settimane, accompagnato dalla consapevolezza che la riforma non mira agli spiccioli di risparmio tanto sbandierati, ma a qualcosa di permanente e grave: lo svuotamento della democrazia.

In queste settimane abbiamo approfondito la conoscenza della Costituzione, evidenziato la relazione tra la riforma e i trattati europei, e abbiamo collegato la riforma di oggi alle riforme di ieri, rivolte a smantellare l’interesse pubblico.

Vi presentiamo il gruppo di lavoro: Clelia Gavazza, Michele Daniele, Veronica Frattini, Deanna Pala, Andrea Sorrentino, Alessandro De Salvo.

Clelia Gavazza Michele Daniele Veronica Frattini Deanna Pala Andrea Sorrentino Alessandro De Salvo


Com’è stato lavorare al progetto queste settimane?

Clelia: « Intenso. Ho avuto l’onore di inaugurare la pubblicazione settimanale degli articoli con l’obiettivo di introdurre i lettori al tema ostico della riforma costituzionale nel modo più accessibile possibile. »

Michele: « È stata l’occasione per approfondire le tematiche legate a questa riscrittura costituzionale, piena di polpette avvelenate. Non siamo stati sempre d’accordo all’interno del gruppo di lavoro, ma la divergenza di opinioni ci ha costretto ad un maggiore rigore nelle argomentazioni. »

Veronica: « È stato molto faticoso, ma per fortuna ogni articolo è stato il frutto di un lavoro di gruppo: Clelia, la giurista del gruppo, ci ha supportato verificando i contenuti sotto l’aspetto del diritto, mentre il gruppo economico di Rete MMT li ha verificati sotto l’aspetto della teoria economica. »

Deanna: « Pubblicare un articolo a settimana, da settembre a dicembre, è stato più complesso del previsto. Ma personalmente mi ha consentito di capire meglio le molteplici ripercussioni negative della riforma sulla vita di tutti. »

Come sintetizzereste, in poche parole, i pericoli della riforma costituzionale?

Andrea: « Questa riforma è l’ennesimo, temibile attacco allo Stato democratico costato secoli di lotte e sofferenze. Spinto da una sapiente quanto aggressiva propaganda emotiva di semplificazione e taglio dei costi dell’odiata politica, quello che rischia di passare è un testo invece volutamente opaco e complicato, il cui scopo fondamentale è quello di minare la democrazia attaccando alcuni dei principali meccanismi posti a sua tutela da chi ne aveva visto sparire ogni accenno, divorato dalla follia. »

Alessandro: « Se vince il Sì ci ritroveremo con meno democrazia e meno sovranità nazionale, dobbiamo assolutamente evitarlo. »

Clelia: « In poche parole? Depauperamento dell’autorevolezza della Costituzione, una pericolosa deriva antidemocratica, sbilanciamento tra i poteri dello Stato, prevalenza netta dell’Esecutivo. »

La possibile vittoria del NO può bastare a tutelare la Costituzione?

Michele: « La nostra Costituzione è certamente perfettibile, ma per perfezionarla bisognerebbe andare nella stessa direzione dei suoi principi. È necessaria una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini di tali splendidi principi. Solo questo potrà difenderci da un’infausta vittoria del Sì. Se questi principi fossero ben impressi nella coscienza collettiva, non sarebbe possibile la volgarità di un quesito referendario in cui si blatera di riduzione dei costi. La nostra Costituzione parla di lavoro e di diritti, di solidarietà e di dignità. Non parla di soldi. »

Clelia: « Non basta un NO per sventolare la “bandiera della vittoria”, la strada è lunga e tortuosa. Occorre una forte presa di coscienza da parte della collettività della grande “fortuna” di cui dispone, che si chiama Democrazia, forse ormai data per scontata. È ora che i cittadini aprano gli occhi e capiscano che occorre un’inversione di tendenza. Cambiare si può e si deve, è un dovere che abbiamo anche nei confronti delle generazioni future. »

Deanna: « Una possibile vittoria del NO è l’inizio della battaglia, non la sua conclusione. La tutela della Costituzione può muovere animi ed energie verso la vera battaglia: la sconfitta della cultura dell’austerità, a favore della piena occupazione. »

Esiste un legame tra la difesa della Costituzione e la MMT?

Veronica: « La piena occupazione è un obiettivo stabilito dall’art. 1 della Costituzione e rappresenta un passo di superamento dell’attuale assetto di tipo capitalista. Difendere la democrazia parlamentare significa difendere la possibilità che, in futuro, una parte del Parlamento possa promuovere politiche economiche nell’interesse del lavoro. La Teoria della Moneta Moderna mostra come sia oggi possibile attuare politiche economiche per la piena occupazione partendo dalla spiegazione del funzionamento delle banche centrali e delle operazioni di spesa e tassazione dello Stato. »

Andrea: « Indubbiamente. Questo è evidente già dal primo articolo della nostra Costituzione, che descrive in maniera mirabile lo stesso ideale verso cui anche la MMT è protesa: uno Stato la cui stella polare è l’interesse comune, in cui tutti i cittadini sono protagonisti della vita politica e il lavoro ricopre un ruolo fondamentale. La Costituzione traccia la rotta e descrive in maniera eccezionalmente limpida i pilastri di una società ancora possibile ed auspicabile. La MMT descrive invece il funzionamento di uno strumento, il sistema monetario, tra i più potenti che la società abbia a disposizione. Un’accoppiata perfetta. »


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