La Teoria

Primer di Economia Monetaria 5 – Il valore trasferito e conservato nelle economie non monetarie

Primer di Economia Monetaria n. 5

Misure del valore private normalmente condivise

Chiunque dia o riceva valore attraverso uno dei modi già discussi in precedenza misura soggettivamente il valore dell’oggetto scambiato: ogni individuo manifesta una personale credenza sull’utilità dell’oggetto trasferito, sia nel caso esso venga elargito con la forza, oppure sia regolato da un contratto, o invece sia un regalo.

Nel sistema gerarchico e in quello a ricompensa reciproca il valore può senz’altro rimanere una stima dell’utilità a carattere individuale, dal momento che tali sistemi funzionano senza alcuna misura reciproca del valore (né tantomeno pubblica), e nemmeno sono basati su un prezzo.

Eppure il valore può diventare una misura quantitativa e comunicabile tra individui. Oltre alle economie monetarie (vedi sotto), l’uso di misure del valore condivise è una condizione essenziale dello scambio organizzato (baratto), un caso speciale del sistema a ricompensa reciproca nel quale la reciprocità implica che il ricevere sia la condizione per il dare.

Nonostante i termini di scambio del baratto tra ciò che si dà e ciò che si riceve possono senza dubbio essere definiti in ciascuna singola negoziazione e dunque non è necessaria alcuna quantificazione dei singoli valori, è tuttavia noto come le società organizzino transazioni di alcuni beni usando termini di scambio pubblicamente accettati.

I valori vengono infatti misurati e comunicati in termini reali o in termini di unità di un certo oggetto o attività, in modo che il valore di ciascuna cosa venga espresso in relazione ad una unità standard oppure in relazione ad una qualche unità astratta di misura. In entrambi i casi il valore è misurato per confronto, e non su una scala assoluta; ad esempio una pinta di birra può essere valutata come due volte il valore di un chilo di frutta o di un dato pezzo di oro.

Scambio e conservazione del valore nelle economie di scambio organizzato

Lo scambio organizzato non richiede che il dare e il ricevere siano simultanei. Gli individui possono optare per iscrizioni socialmente riconosciute o per registrazioni dei valori dei beni e dei servizi scambiati. In questo modo ogni atto di dare crea un credito reale (ossia un diritto di ricevere valore), e ogni atto di ricevere crea un debito reale, cioè un obbligo ad offrire valore. La somma dei crediti accumulati in un certo momento temporale deve essere uguale alla somma dei debiti contratti, e il benessere netto della comunità si identifica nell’ammontare dei beni di valore risparmiati e nel potenziale d’uso della manodopera lavorativa nel produrre nuovi beni e servizi di valore.

La qualità della vita in un sistema del genere dipende dall’uso che le persone fanno della propria forza lavoro, dalla loro produttività e dal modo attraverso cui esse hanno accesso all’acquisizione di beni e servizi. I privati possono sviluppare la tendenza a cercare protezione dalle incertezze che circondano la loro stessa futura capacità di acquisire beni e servizi desiderati accumulando una o più risorse reali aventi la caratteristica di poter essere immagazzinate senza che subiscano un significativo deterioramento. L’uso del lavoro per produrre tale merce (ad esempio, estrarre oro) aumenta la quantità che gli individui possono immagazzinare.

Tuttavia, senza il ricorso a un’autorità esterna, un sistema di scambio organizzato non riesce a coordinare efficacemente la specializzazione della produzione (in base alla quale gli individui aumentano molto l’uso che fanno degli oggetti che, però, non producono). La derivante aumentata complessità delle transazioni richiederebbe scambi non simultanei e di conseguenza provocherebbe anche un incremento dei crediti e delle passività.

Un’iniziativa economica puramente privata sarebbe inevitabilmente inibita dall’uso dei crediti reali, valutabili solo nella misura in cui il diritto di ricevere beni e servizi specifici da parte altrui può essere imposto in specifici momenti. L’autorità che deve far rispettare la consegna potrebbe non evitare le situazioni di ingorgo in cui da una parte un operatore non può consegnare il bene promesso e dall’altra parte non viene accettato un bene sostitutivo, a meno che la stessa autorità divenga organizzatore e gestore del sistema, inviando gli ordini ai singoli operatori in merito a quali operazioni essi dovrebbero portare avanti tra di loro al fine di raggiungere gli obiettivi di produzione centralizzati.

Quando un sistema di baratto è visto come un caso particolare di ricompensa reciproca, come sopra descritto, esso somiglia molto poco a un’economia monetaria e può essere uno strumento alternativo per l’organizzazione di sistemi di produzione complessi solo se gestito in modo gerarchico. Un aumento della portata delle operazioni costringerebbe inevitabilmente gli operatori che scambiano a delegare le decisioni di coordinamento a un’autorità superiore.

 

Originale pubblicato il 20 febbraio 2011

Traduzione a cura di Marco Medici

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