L'Editoriale

Primer di Economia Monetaria 1 – L’economia è parte delle scienze sociali

Primer di Economia Monetaria n. 1

Scopo delle scienze sociali è studiare cause e conseguenze delle azioni umane all’interno di un contesto relazionale in un certo gruppo sociale, e l’economia non è altro che una base di conoscenza all’interno di questo più ampio contesto.

Nonostante l’interesse in alcune questioni economiche quali scambio, determinazione del prezzo, denaro, debito e benessere nazionale si sia manifestato sin dal tempo delle antiche civiltà, lo specifico campo di analisi dell’economia viene definito solo in epoca moderna.

Nel diciottesimo secolo, il filosofo morale Adam Smith, autore de Il Benessere delle Nazioni (1776), considerò come disciplina a sé lo studio dell’origine del benessere e della sua diffusione, e nel 1805 Thomas Malthus diventò il primo professore inglese di “economia politica”. Da allora l’economia è gradualmente divenuta un preciso campo di studio, e le varie questioni che tipicamente appartenevano alla filosofia morale prima e alla politica economica poi vennero alla fine considerate parte integrante dell’economia. Il suggello definitivo che pose fine a questa transizione, almeno in Occidente, è comunemente considerato la pubblicazione di Principi di economia nel 1890 da parte di Alfred Marshall, che deteneva la prima cattedra di Economia all’Università di Cambridge.

Due percorsi

Dall’economia di Marshall si sono diramati due sentieri di ricerca economica. Seguendo la definizione di Lionel Robbins del 1932, l’economia è divenuta la scienza che studia l’allocazione ottimale dei mezzi esistenti applicabili a usi alternativi in un contesto di scambio. In questo senso pietra miliare è il modello generale dell’equilibrio formulato da Kenneth Arrow e Gerard Debreu. Tale modello prova in modo logico come in un’ “economia a mercati completi” (considerando anche tutti gli scambi inter-temporali), nella quale gli agenti scambiano beni in modo da ottimizzare il proprio ritorno economico, esista un insieme di prezzi in base ai quali tutti i mercati vengono soddisfatti.

Il comportamento ottimizzante ha successivamente inspirato la nuova politica economica, che studia i meccanismi politici attraverso incentivi e vincoli, mostrando segni di ritorno al connubio tra studi economici e politici, anche se con l’uso di nuovi strumenti formali.

L’altra strada totalmente diversa dalla precedente è quella intrapresa da John Maynard Keynes nel 1936 con la pubblicazione de La Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta che segna un progresso fondamentale nello sviluppo della moderna economia e nella comprensione stessa di cosa sia una società organizzata in termini di economia monetaria. L’approccio di Keynes è generale poiché allarga lo scopo dell’economia allo studio di un sistema monetario di produzione e scambio (differente quindi da un sistema di puro scambio) e provvede alla determinazione di concetti quali produzione aggregata e occupazione.

Il modello di Keynes dimostra come un’economia di questo tipo, monetaria, caratterizzata da incertezza e dal fatto che gli agenti perseguono i propri interessi, cercando altresì di mettere al sicuro i propri investimenti, tenda a stabilizzare il livello a cui le risorse reali sono sottoutilizzate e come cambino le condizioni in termini di domanda aggregata in risposta agli interventi pubblici e privati.

A causa dei fenomeni ricorrenti e ciclici di domanda carente e bassa crescita (riscontrabili tanto nei paesi in via di sviluppo quanto in quelli avanzati), i ricercatori appartenenti alla prima pista sono stati costretti a definire qualche eccezione ai loro modelli nel tentativo di ampliarne il campo di applicazione.

Ciò ha portato ad una nuova generazione di modelli di equilibrio generali caratterizzati da una serie di rigidità di aggiustamento e imperfezioni che spiegano perché le economie reali non rispecchiano i risultati di un modello Arrow-Debreu. Eppure, i due percorsi descritti rimangono fondamentalmente distinti nel metodo e difficilmente sembra vogliano unirsi.

 

Originale pubblicato l’8 novembre 2011

Traduzione a cura di Marco Medici

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