L'Editoriale

Parità di genere o un genere di parità? L’Europa dice a parole ciò che smentisce nei fatti

Parità di genere o un genere di parità? L'Europa dice a parole ciò che smentisce nei fatti

Oggi 8 marzo, giornata delle donne, i media ci ricorderanno quanto la legislazione europea abbia fatto in questi anni in materia di parità tra uomini e donne. Probabilmente citeranno il Trattato di Roma, che nel 1957 stabilì per la prima volta (articolo 119) il principio della parità della retribuzione a parità di lavoro. Qualcuno parlerà invece della Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori del 1989 che ribadisce l’obbligo di garantire la parità di trattamento tra uomini e donne e quello di sviluppare l’uguaglianza delle possibilità. Spero che i media ci risparmino la Carta per le donne adottata nel 2010 dalla Commissione europea, ma ne dubito.

Questo sulla carta; nei fatti invece le politiche dell’Unione europea sono andate in tutt’altra direzione: quella opposta. Emancipazione nei proclami e passi indietro nei fatti.

Lo documenta anche la pubblicazione dell’Istat Come cambia la vita delle donne: 2004-2014 dove è scritto che

L’andamento dell’occupazione femminile negli ultimi dieci anni ha risentito della crisi che ha fermato il trend positivo di aumento degli anni precedenti.

  1. Il tasso di occupazione femminile è sceso dal 47,2% del 2008 al 46,8% del 2014.
  2. È aumentata l’età media in cui le donne hanno i figli raggiungendo i 32 anni. Trovare il momento giusto per la maternità è sempre più difficile.
  3. Sempre nel periodo 2004-2014, il 44,1% delle donne ha lasciato il lavoro: in tante tra loro sono state costrette a farsi del tutto carico degli impegni familiari in assenza dei servizi dello Stato, grazie ai continui tagli alla spesa.

Non è andata bene neanche agli uomini. Per alcuni versi è andata anche peggio, dato le politiche di austerità hanno distrutto più posti di lavoro per gli uomini che per le donne. Il tasso di occupazione maschile diminuisce nel decennio infatti di 5,1 punti percentuali, molto più di quello femminile. La crisi e l’austerità hanno colpito soprattutto l’industria manifatturiera e le costruzioni, settori a prevalenza di manodopera maschile. Il fatto che le donne siano inserite nei servizi le ha protette dagli effetti devastanti della crisi. Possiamo dire che l’Unione europea proclama a parole la parità di genere, ma nei fatti ha inventato invece un genere di parità: quella verso il basso. Tutti, ma proprio tutti, senza distinzioni di sesso, hanno una vita più difficile e più disperata. #tuttigiùperterra


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