Sono giorni decisivi per il popolo greco, sia che al referendum vinca il NO sia che vinca il SI. Lo sono per tutti gli Europei. Lo abbiamo scritto più volte, non condividiamo i contenuti e le modalità della strategia Tsipras/Varoufakis: la loro controproposta ai creditori mira ad un obiettivo sbagliato, quello della riduzione del deficit e si fonda su una soft austerity che è comunque recessiva. Anche con quella proposta la Grecia non potrà risollevarsi. Il concetto della “ristrutturazione del debito” si fonda su una erronea conoscenza della moneta moderna.
La scelta del referendum è in sé democratica, ma se non si spiega agli elettori perché il sistema euro è strutturato per impoverire gli Stati e arricchire i mercati finanziari, si trasforma in uno strumento molto rischioso. Il rischio è infatti che il popolo greco non sapendo che i sacrifici sono inutili e dannosi e che il rigore dei conti è in realtà una stupida superstizione economica, possa votare a sostegno dell’accettazione dell’accordo. Sappiamo bene con quale terrorismo mediatico la stampa mainstream si muoverà per far credere ai cittadini greci di essere sull’orlo del baratro. La conoscenza su come funziona la moneta moderna è oggi l’unico strumento di difesa in mano ad un popolo.
Resta comunque il fatto che è disgustoso e inaccettabile come le istituzioni europee, l’FMI, la BCE stanno calpestando un popolo disperato e il diritto di un governo in carica ed eletto democraticamente di decidere sul proprio futuro. La UE, l’FMI e la BCE sono i responsabili, il popolo greco è la vittima.
In questa fase la nostra unica speranza è che una possibile vittoria del NO possa diventare l’occasione politica per rompere il tabù sull’euro e che possa aprire il dibattito sulla vera soluzione: la BCE deve garantire il debito della Grecia così come degli altri Stati dell’eurozona. La strada è l’ampliamento del deficit, la meta è la piena occupazione. La proposta MMT per l’Italia di Warren Mosler elenca sinteticamente i passaggi per la crescita e dunque l’uscita da questo incubo. Su quei binari deve essere progettata la soluzione per la Grecia. L’alternativa? Restare vittime di perpetui memorandum, diktat, tagli e sacrifici.