Domenica scorsa, 24 settembre, si è conclusa la prima conferenza internazionale MMT presso l’Università del Missouri – Kansas City (UMKC). Rete MMT ha partecipato alla tre giorni di lavoro con il paper di Daniele Basciu “Full employment and price stability: the State’s impossible Rationality?”. Come Presidente di Rete MMT Italia ero presente con Daniele in quelle straordinarie giornate.
Ho assistito a relazioni memorabili, per contenuto e prospettiva, ma soprattutto ho avuto la piena consapevolezza che la scuola economica della MMT è entrata in una nuova era.
Sino a poco tempo fa la MMT poteva esprimersi per lo più tramite il confronto con le altre scuole economiche ed esplicitando le differenze. Oggi la MMT ha tutti gli strumenti che consentono uno studio organico e completo.
Alla conferenza è stato presentato il testo di macroeconomia MMT scritto da L. Randall Wray, William Mitchell e Martin Watts: “Macroeconomics“, che sarà presto disponibile anche online, supera il problema della frammentarietà dei testi e dei lavori che veniva percepita sino a poco tempo fa e rende disponibile agli studenti un testo che non è di “critica/opposizione all’economia ortodossa”, e che per la prima volta in ambito accademico supporta integralmente un corso di macroeconomia fondato sull’approccio e sugli strumenti MMT.
Ogni intervento è stato prezioso all’interno delle quattro giornate, ma alcuni hanno avuto il valore di segnare questo passaggio.
Come quello di James K. Galbraith, che ha riconosciuto alla MMT, unica tra tutte le scuole economiche, la capacità di collegare la macroeconomia alla microeconomia. O il dibattito tra Warren Mosler e l’accademico dei Lincei Jan Kregel sull’origine storica della moneta.
Pavlina Tcherneva e Scott Fullwiler hanno presentato con lucidità e passione civica una simulazione di applicazione di Piano di Lavoro Garantito negli Stati Uniti, illustrando con rigore scientifico le dinamiche di finanziamento e spesa e i benefici risultanti, dimostrandone la razionalità e l’impagabile valore sociale.
La valenza storica della MMT, già espressa nel sottotitolo della conferenza – “Economia per una nuova era progressista”–, è emersa pienamente nel panel di sabato, che ha visto Warren Mosler, Stephanie Kelton, Randall Wray e William Mitchell illustrare la strada affinché la MMT sia strumento per il passaggio verso una nuova era di progresso per l’umanità.
L’intervento di Daniele Basciu, all’interno della sezione “Applying MMT”, ha catturato l’attenzione dei presenti anche per l’utilizzo dell’analogia e della scena del Triello tratta dal film di Sergio Leone “Il Buono, il Brutto e il Cattivo”, tanto da suscitare le tante domande del pubblico al termine della sezione.
A Kansas City abbiamo conosciuto alcuni ricercatori MMT che in altri Paesi stanno portando avanti un lavoro di alto livello, come Dirk H. Ehnts, giovane accademico tedesco dal 2009 riferimento della MMT in Germania, e numerosi economisti e giuristi che proseguono e rafforzano il percorso dei fondatori della scuola, come Steven Hail, Nathan Tankus, Mitch Green, Eric Tymoigne, Raul Carrillo.
Accanto alle esposizioni e ai dibattiti economici, la prima conferenza MMT ha ospitato anche uno spazio dedicato all’attivismo MMT. Tra le associazioni di attivisti statunitensi segnaliamo Real Progressives, molto impegnata nella divulgazione tramite video e prodotti di elevato livello.
Non è stato facile né per me né per Daniele organizzare una trasferta dall’altra parte del mondo, lasciando impegni di lavoro e di famiglia, ma come Rete MMT Italia avevamo il dovere di portare la voce dell’attivismo MMT italiano e di rafforzare il network con gli economisti e gli attivisti delle altre nazioni. Rete MMT Italia, con Red MMT España, era conosciuta e apprezzata ed è stata accolta con entusiasmo dalla “famiglia” MMT internazionale.
Il lavoro per gli economisti e degli attivisti MMT è tanto, e grande è la responsabilità, perché per dirla con le parole usate dal biografo di John M. Keynes e tra i partecipanti più autorevoli presenti a Kansas City, Robert Skidelsky:
Se questo movimento non riesce ad avere successo, il rischio è che le scienze economiche cessino totalmente di essere utili